Guitar Hero: Warriors of Rock

di Giuseppe Schirru
Dopo qualche non irreprensibile scorribanda nelle lande del pop e qualche discutibile episodio monobanda (Metallica, Van Halen), Guitar Hero guardandosi allo specchio ha realizzato di aver perso la propria identità; da qui la decisione di riprendere la via maestra e un ritorno alle origini, riabbracciando il rock. Warriors of Rock é infatti una risposta a chi sosteneva che il brand si fosse addolcito, un invito a cena ai giocatori hardcore stanchi di dover strimpellare canzoni per bambocci e un tentativo di rilanciare la serie per restare al passo coi tempi con il suo rivale di sempre. O quasi. Ma mentre la concorrenza si rinnova (qualcuno ha detto Rock Band 3?), la scelta presa dai ragazzi di Neversoft é diametralmente opposta.



A scanso di equivoci, questo episodio piuttosto che innovare sceglie la tradizione di limitare di anno in anno le novità, scelta che viene storicamente etichettata da noi recensori con la canonica frase “qualche piccola novità mirata atta a impreziosire un gameplay che di per sé già funziona”. Il che suona forse meglio della realtà dei fatti, dove la prima vera differenza rispetto al passato riguarda la modalità carriera o story mode che dir si voglia, ribattezzata in Impresa Eroica, che data una patetica trama (immeritevole di menzione) ci vedrà costretti a utilizzare tutti i vari personaggi del gioco, ciascuno col proprio sottogenere musicale (i personaggi da sempre snobbati per via dell'editor presente). Gli otto eroi, una volta sbloccato il relativo numero di stelle, potranno contare su dei poteri speciali, come la status bar verde dapprincipio o la presenza di scudi per non sbagliare l'esecuzione del brani.

Otto eroi si traducono in otto diversi sottogeneri musicali, dal rock al punk, passando per il crossover, trash, metal e quant'altro. Una scelta questa di Neversoft che da una parte soffre di una trama tutt'altro che ispirata, dall'altra quantomeno offre un obiettivo al giocatore, per quanto costretto all'esecuzione di brani più o meno convincenti o comunque non sempre adatti ai propri gusti. Che poi l'obiettivo sia quello di salvare il semidio del Rock é un altro paio di maniche. La playlist però, é bene sottolinearlo, risulta quantomai ispirata (per gli appassionati del genere), pur offrendo degli alti e dei bassi: figurano in essa pezzi da novanta come Bohemian Rhapsody dei Queen, gruppi come Dire Straits, Kiss, The Cure, Metallica, Megadeth, Aerosmith, Ramonese via discorrendo, per un totale di novanta canzoni.

Terminata la fu modalità carriera sarà possibile utilizzare una band dotata di tutti i poteri speciali per eseguire le cosiddette canzoni impossibili, tra cui spicca quella dei Megadeth (creata appositamente per il gioco). Purtroppo, e questo é da sottolineare, con una band dotata di vari poteri speciali sarà una passeggiata ottenere le 40 stelle per brano, anche ai livelli di difficoltà più elevati.




Le altre modalità, tra cui non ne spicca alcuna inedita, hanno subito un leggero restyling. Se nel Party Mode ancora una volta vari giocatori potranno unirsi durante la nostra esecuzione, nella modalità Partita Veloce potremo suonare le canzoni sbloccate e affrontare una serie di sfide, ottenendo punteggi via via più alti che andranno confrontati con quelli degli amici (pubblicando i risultati su Facebook o Twitter). La differenza più marcata riguarda il ventaglio dei brani disponibili, che nelle passate edizioni erano a completa disposizione del giocatore mentre ora, quantomeno per quelli più difficili, bisognerà sudare sette camicie per ottenerli nella modalità carriera. Il resto é come da copione, inalterato, e forse da citare non rimane che la possibilità di importare i brani degli altri episodi della serie e la nuova chitarra che si presta benissimo alla causa e risulta esteticamente gradevole (per quanto siano inconcepibili alcuni problemi di calibrazioni).

Tecnicamente siamo di fronte a un buon prodotto, che fa il suo dovere senza se e senza ma. Qualcuno potrebbe imputare che i modelli poligonali dei vari figuranti sono tutt'altro che al passo coi tempi, ma le buone animazioni e le ottime sincronizzazioni rendono il lavoro di Neversoft più che accettabile, specialmente nella cura per la realizzazione delle scenografie per alcuni brani. Il discorso riguardante il reparto audio é fine a se stesso, considerata la tipologia di gioco, ma é bene ribadire una seconda volta la bontà della playlist proposta. La longevità riesce addirittura a superare la durata delle batterie della chitarra, offrendo una modalità principale lunga e articolata, miriadi di sfide, possibilità di suonare con gli amici e quant'altro. Il tempo da dedicare al gioco lieviterà esponenzialmente in base alla passione del giocatore, ma é difficile credere che chi si sia stancato dei vecchi episodi riuscirà a ricredersi con questo nuovo capitolo.

Non siamo infatti dinnanzi a un nuovo Guitar Hero, giammai, quanto a un mascherato tentativo di proporre qualcosa di nuovo con qualcosa di vecchio. Un ritorno alle origini che di sicuro farà la felicità di una buona fetta di utenti, non certo chi si attendeva qualche novità tangibile. Certo, sono da apprezzare le aggiunte a livello contenutistico (prima tra tutte una modalità carriera rinvigorita e nobilitata da una trama ad hoc) e un ritorno alle origini per abbracciare il rock, nonché una playlist davvero ispirata, ma alla fine siamo di fronte allo stesso Guitar Hero di sempre, forse in una delle sue migliori incarnazioni, ma lontano anni luce dall'offrire qualcosa di inedito. E con l'uscita di Rock Band 3 alle porte...