Gundam Battle Assault
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Seguendo la tradizione dei giochi targati Bandai, i titoli basati sulla licenza di Mobile Suit Gundam (se escludiamo ovviamente Super Robot Wars in cui non erano protagonisti assoluti) non si sono mai distinti sotto il profilo qualitativo. Con l'avvento dei 128 bit e l'uscita di giochi come Gundam: A Rise to the Ashes per Dreamcast, Journey to Jaburo e Zeonic Front per PlayStation 2, la situazione é migliorata sensibilmente. Tornando al periodo d'oro della PlayStation, ci sono stati un paio di giochi degni di nota, ovvero i due Gundam Battlemaster. Si trattava di picchiaduro a incontri con la possibilità di usare una selezione dei mobile suit più significativi delle varie serie "gundamiche", ambientati in un universo narrativo creato per l'occasione con personaggi del tutto inediti
Con l'arrivo di Gundam Wing sul Cartoon Network statunitense, Bandai decise di battere il chiodo finché era caldo, modificando Battlemaster 2 inserendo il Wing Gundam tra i robot selezionabili e il suo pilota come protagonista assoluto dello Story Mode. I personaggi originali vennero spazzati via in favore dei piloti storici dei vari mobile suit, una mossa strategica per fare conoscere a livello superficiale i protagonisti delle serie che sarebbero state adattate dopo Gundam Wing che, come Gundam X e G-Gundam, é ambientata in un universo narrativo proprio slegato dall'Universal Century della linea temporale ufficiale. Era nato Gundam Battle Assault, titolo di cui Infogrames Italia ci propone la versione PAL dopo qualche mese di permanenza di Gundam Wing sui palinsesti della Mediaset
LA MIA GUERRA NON E' FINITA..
La premessa narrativa che sta alla base del tutto é piuttosto sconclusionata e, é bene precisarlo, non fondamentale ai fini della continuity. Dopo la fine della cosiddetta Eve War alcuni elementi sovversivi minano la pace e tocca a Heero Yui sistemare la faccenda una volta per tutte. Nello Story Mode, di fatto, prenderemo il comando del nostro ragazzino psicopatico in canottiera preferito, indipendentemente dal mobile suit scelto. Gundam Battle Assault é in un classico picchiaduro 2D ma, a differenza di molti titoli del genere realizzati su PlayStation, in questo caso i programmatori di Bandai sono riusciti dove altri più prestigiosi avevano fallito. Tecnicamente si tratta di un gioco stupefacente considerando i limiti sul fronte della grafica bitmap della console Sony e presenta effetti di zoom abbinati a sprite alti quanto tutto lo schermo con dettagli e animazioni spettacolari. Addirittura sono ben visibili i danni alle armature dei robot che lasciano intravedere il telaio interno, non a caso per disegnare gli sprite i programmatori hanno usato come base i kit di modellini di tipo Master Grade
Con l'arrivo di Gundam Wing sul Cartoon Network statunitense, Bandai decise di battere il chiodo finché era caldo, modificando Battlemaster 2 inserendo il Wing Gundam tra i robot selezionabili e il suo pilota come protagonista assoluto dello Story Mode. I personaggi originali vennero spazzati via in favore dei piloti storici dei vari mobile suit, una mossa strategica per fare conoscere a livello superficiale i protagonisti delle serie che sarebbero state adattate dopo Gundam Wing che, come Gundam X e G-Gundam, é ambientata in un universo narrativo proprio slegato dall'Universal Century della linea temporale ufficiale. Era nato Gundam Battle Assault, titolo di cui Infogrames Italia ci propone la versione PAL dopo qualche mese di permanenza di Gundam Wing sui palinsesti della Mediaset
LA MIA GUERRA NON E' FINITA..
La premessa narrativa che sta alla base del tutto é piuttosto sconclusionata e, é bene precisarlo, non fondamentale ai fini della continuity. Dopo la fine della cosiddetta Eve War alcuni elementi sovversivi minano la pace e tocca a Heero Yui sistemare la faccenda una volta per tutte. Nello Story Mode, di fatto, prenderemo il comando del nostro ragazzino psicopatico in canottiera preferito, indipendentemente dal mobile suit scelto. Gundam Battle Assault é in un classico picchiaduro 2D ma, a differenza di molti titoli del genere realizzati su PlayStation, in questo caso i programmatori di Bandai sono riusciti dove altri più prestigiosi avevano fallito. Tecnicamente si tratta di un gioco stupefacente considerando i limiti sul fronte della grafica bitmap della console Sony e presenta effetti di zoom abbinati a sprite alti quanto tutto lo schermo con dettagli e animazioni spettacolari. Addirittura sono ben visibili i danni alle armature dei robot che lasciano intravedere il telaio interno, non a caso per disegnare gli sprite i programmatori hanno usato come base i kit di modellini di tipo Master Grade