Gunman Chronicles

di Redazione Gamesurf
Quattro ambientazioni da esplorare, dunque, alle prese con alieni dalle svariate fogge e dimensioni, cyborg, robot e fauna varia, tra cui gli scorpioni giganti del pianeta desertico e una sorta di piccoli dinosauri coi quali ci troveremo subito ad avere a che fare, su Bunzure Prime. Il cuore pulsante di Gunman Chronicles é l'engine 3D di Half Life "migliorato ed adattato con le più nuove tecnologie" come sempre si legge sulle press release. Orbene, il lavoro dei grafici é stato imponente, sia sul fronte di ambienti e texture, sia su quello della modellazione tridimensionale, ma veri e propri interventi sul motore messo a punto dalla Valve (e che risale in prima istanza all'ormai anziano Quake 2, é bene ricordarlo) non ci pare di ravvisarne

Graficamente, quindi, non ci si aspetti nulla di particolarmente nuovo o che non si era già visto in Half Life, consistendo l'unica novità di rilievo nella presenza di creature incredibilmente grandi. E per grandi intendiamo talmente grandi che non entrano nello schermo. Già nella prima ambientazione dovremo vedercela col fratello maggiore dei piccoli dinosauri di cui si parlava prima. E se i morsi di questi ultimi sono solamente graffi di bambini, le zanne dell'enorme bocca spalancata dinanzi a noi non sono uno spettacolo facile da dimenticarsi. Altrettanto si può dire dell'immenso alieno che qualcuno pensava di poter tenere in cattività nei laboratori sotterranei dell'ultimo livello
Fortunatamente non dovremo combattere direttamente con questi bestioni (non avremmo miglior fortuna che se cercassimo di opporci alla pioggia di meteore su Ferrin Moon), ma avremo comunque la nostra dose di zanne e piombo contro nemici di taglia leggermente minore, come mech o alcune mostruose creature che probabilmente alcuni alieni chiamano "mamma". Modelli tridimensionali a parte, l'aspetto grafico oscilla tra l'eccellente e lo scarso. Grava probabilmente sulla realizzazione la tecnologia un qualche modo arretrata dell'engine, che porta a sfondi oltremodo cubettosi e disturbanti quando hanno troppo spazio sullo schermo. Insomma, finché ci si muove in interni l'aspetto visivo é di prim'ordine, con texture curatissime e scelte cromatiche azzeccate, ma non appena si esce in ambienti aperti, i cieli eccessivamente, sgranati e "sparati", e le texture, poco varie e poco "profonde", stirate su grandi superfici diventano un pugno in un occhio