Gunman Chronicles
di
IL MAGGIORE ARCHER NIPOTE DI GORDON FREEMAN?
Come il suo predecessore spirituale Half Life, Gunman Chronicles sfrutta molto gli ambienti per "creare" la storia. Non si può parlare di interazione vera e propria, in quanto l'unico tipo di interazione con l'ambiente consiste nel demolire certe pareti e muovere alcune leve, però intorno a noi i corridoi franeranno, si apriranno voragini e passaggi, tubi esploderanno e via dicendo. Insomma, il procedere del gioco fa affidamento su una serie di "eventi" e di suggestioni mirate a coinvolgerci e a narrare la storia. I livelli sono tutti estremamente lineari, le mappe vanno percorse, per così dire, in un senso solo e non ci saranno bivi o zone segrete di particolare rilievo
Ruolo fondamentale, in fatto di atmosfera, é assolto dal sonoro che fa larghissimo uso di effetti ambientali mettendo a frutto le potenzialità delle schede sonore dotate di tale caratteristica. Gli effetti sonori variano continuamente di sonorità e timbro, accentuando oltremodo la verosimiglianza dei diversi ambienti e il coinvolgimento del giocatore. Ancora una volta, il maestro da cui Gunmen prende le mosse é Half Life che per primo aveva scioccato i giocatori con un audio che la faceva da protagonista; qui l'effetto della novità non c'é più, ma i risultati tecnici e narrativi sono eccellenti
Un gameplay, dunque, forse un po' povero da questo punto di vista, arricchito da due interessanti caratteristiche: innanzitutto durante il gioco sarà possibile mettere le mani su un mezzo corazzato, una sorta di carro armato senza il quale sarà improbabile superare certe postazioni meccanizzate. Tale feature non é forse una novità in senso assoluto, ma aggiunge sale all'azione e contribuisce non poco all'atmosfera generale. Avremo un assaggio di cosa significa pilotare un tank nella missione di addestramento iniziale, ma sarà solo nel pianeta desertico che assaporeremo il gusto di pilotare il nostro mezzo tra strette gole e polverose piste, mentre la mente ritorna a vecchi "action movie" anni '80
Come il suo predecessore spirituale Half Life, Gunman Chronicles sfrutta molto gli ambienti per "creare" la storia. Non si può parlare di interazione vera e propria, in quanto l'unico tipo di interazione con l'ambiente consiste nel demolire certe pareti e muovere alcune leve, però intorno a noi i corridoi franeranno, si apriranno voragini e passaggi, tubi esploderanno e via dicendo. Insomma, il procedere del gioco fa affidamento su una serie di "eventi" e di suggestioni mirate a coinvolgerci e a narrare la storia. I livelli sono tutti estremamente lineari, le mappe vanno percorse, per così dire, in un senso solo e non ci saranno bivi o zone segrete di particolare rilievo
Ruolo fondamentale, in fatto di atmosfera, é assolto dal sonoro che fa larghissimo uso di effetti ambientali mettendo a frutto le potenzialità delle schede sonore dotate di tale caratteristica. Gli effetti sonori variano continuamente di sonorità e timbro, accentuando oltremodo la verosimiglianza dei diversi ambienti e il coinvolgimento del giocatore. Ancora una volta, il maestro da cui Gunmen prende le mosse é Half Life che per primo aveva scioccato i giocatori con un audio che la faceva da protagonista; qui l'effetto della novità non c'é più, ma i risultati tecnici e narrativi sono eccellenti
Un gameplay, dunque, forse un po' povero da questo punto di vista, arricchito da due interessanti caratteristiche: innanzitutto durante il gioco sarà possibile mettere le mani su un mezzo corazzato, una sorta di carro armato senza il quale sarà improbabile superare certe postazioni meccanizzate. Tale feature non é forse una novità in senso assoluto, ma aggiunge sale all'azione e contribuisce non poco all'atmosfera generale. Avremo un assaggio di cosa significa pilotare un tank nella missione di addestramento iniziale, ma sarà solo nel pianeta desertico che assaporeremo il gusto di pilotare il nostro mezzo tra strette gole e polverose piste, mentre la mente ritorna a vecchi "action movie" anni '80