.Hack: Quarantine

Hack Quarantine
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Senza troppi preamboli è bene anche questa volta consigliare sul da farsi i lettori che per la prima volta abbiano a vedersela col nome di dotHack. La suddetta serie Bandai volge al suo termine con il quarto ed ultimo episodio di cui questa recensione tratta; pertanto, quanti ritengano che ogni sorta di rivelazione narrativa sia fastidiosa (e non a torto) sappiano ora che nell'eventuale lettura del successivo paragrafo (L'alba della fine), essi sono soggetti a tali rivelazioni. Per quanto concerne informazioni e valutazioni inerenti i precedenti tre volumi della tetralogia ludica firmata Cyber Connect 2 (nell'ordine: linkehttp://gamesurf.tiscali.it/dynamic/pagina/CHIAVE/hack3146140202104/TIPO_PAGINA/recensioneInfection, linkehttp://gamesurf.tiscali.it/dynamic/pagina/CHIAVE/hack5429082705104/TIPO_PAGINA/recensioneMutation ed linkehttp://gamesurf.tiscali.it/dynamic/pagina/CHIAVE/hack1307091111104/TIPO_PAGINA/recensioneOutbreak), vi rimandiamo alle rispettive anteprime e reviews le quali offrono una descrizione tuttotondo della struttura e ludica e concettuale che in questa sede, per ovvi motivi, non ripeteremo con analoghi approfondimenti. Giunti all'epilogo si è inoltre deciso di dare i giudizi, numerici e non, non unicamente a Quarantine come singolo episodio, ma a Quarantine come punto d'approdo di un'intera saga.


L'alba della fine (dopo Outbreak, prima di Quarantine)

Ci si immerga un'altra volta nell'utopico contesto virtuale di "The World" e nel mondo sensibile annessogli (il nostro pianeta in una ipotizzata seconda decade dell'attuale secolo): nuovamente le News, le mail ed i semplici eventi che dovrebbero essere puramente d'intrattenimento non sono favorevoli, e, fatto ancor più tragico, Orca ancora giace nel letto di un ospedale (al pari del fratello di Blackrose e di altri ignoti videogiocatori). Oltre le incertezze, la speranzosa sicurezza di aver finalmente un gruppo più compatto ed un unica affluenza di fonti: Helba e Lios, la legge e la violazione della stessa personificate, paiono collaborare fra di loro e soprattutto con noi, Kite, che col pieno appoggio di Balmung, leggendario giocatore, siamo indubbiamente più decisi che mai nel restituire ordine ad ambedue i mondi d'appartenenza. L'onda virale che si è mossa minacciosa, intanto, infettando seriamente il nuovo server Omega, costringe gli avventurieri protagonisti a servirsi di un server specchio creato da Helba, un luogo a noi invero già noto (Net Slum) e dal quale scagliare l'ultima, risolutiva controffensiva. Un grande mistero continua ad ergersi contro ogni speculazione finora avanzata, è il mistero degli epitaffi rinvenuti e dell'impenetrabile disegno di Harald, colui che ha concepito il MMORPG vissuto dai nostri comprimari.

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Dal particolare (Quarantine) all'universale (.hack)

Infection, in quanto primo impatto, è stata l'esperienza più affascinante ed introduttiva, Mutation ha dato spazio alla crescita numerica dei componenti del party ed Outbreak ne ha approfondito le personalità ed il background narrativo di alcuni. Fra coloro presenti all'ultimo appuntamento, ed ormai profondamente consci di quanto la serie abbia offerto nei suoi precedenti tre passi, nessuno si attenderà da Quarantine qual che sia palingenesi ludica.
E' il concept, come sempre sostenuto, la fonte primaria d'applausi per dotHack, capace come è stato di simulare in vasta scala un MMORPG, con tanto di message board di supporto, di mail inviate e ricevute (a sostituire la maggioranza dei dialoghi di contorno che dilagano nel genere). I compagni di viaggio inoltre, gestiti in battaglia dalla CPU e dai nostri ordini, nella loro nipponica caratterizzazione sono riusciti nel rappresentare ciascuno una categoria o una sfaccettatura di videogiocatore. Eppure, in questa radiosa via concettuale (supportata peraltro abilmente dal copione di Kazunori Ito) non mancano le debolezze meramente strutturali. Probabilmente la più evidente delle mancanze, che col tempo è vieppiù emersa, è quella legata alle poche e ripetute offerte ludiche delle locazioni esplorabili, riassumibili in dungeon (le cui mappe non sono fra le più sofisticate), zone limitrofe (aree praticamente rettangolari nelle quali cercare cibo per i Grunties e nemici da sconfiggere) e borghi abitati (ai quali è riservata la gestione degli equipaggiamenti ed oggetti vari: scambio, compravendita ed altro). In parziale soccorso certamente sono da annoverare le aree creabili mediante parole-chiave ed alcuni interessanti labirinti-Quiz (interessanti più nella forma che nella sostanza), ma se l'esplorazione e la varietà sono due delle forze motrici del genere online di cui dotHack è mimesi non in linea, dopo quattro episodi anche le qualità prettamente visive delle locazioni ha saputo offrire sempre meno alti (in genere i dungeon speciali o dispensati a capitolo terminato). Diverse parole meriterebbero le interessanti abilità di estrapolazione ed utilizzo dei Virus Core: Data Drain (skill che con Quarantine offre un'altra evoluzione: in pratica un 2128 Drain multiplo) e Gate Hacking, che se richieste e distribuite con più saggezza non sarebbero talvolta risultate ripetitive.


Traguardo o punto d'arrivo?

Per quanto concerne il versante estetico ad emergere è il guru del manga e dell'animazione Sadamoto, che con i suoi ritratti ed artworks (in gran parte sbloccabili tramite i Ryu Books) ha dato vita alla componente stilistica del titolo (garante peraltro di menu piacevoli, specie nel desktop, e funzionali, specie in battaglia). Se il motore grafico in sé mostra la sua età sulla texturizzazione degli ambienti, un totale e sempre valido encomio lo merita il reparto vocale, presente e parimenti piacevole nelle vesti nipponiche ed anglosassoni. Trattando della colonna sonora ne emergono le due facce: alcuni pentagrammi, infatti, risultano essere orecchiabili e di pregevole composizione, altri invece incapaci all'intrattenimento acustico. La questione longevità rimane dal canto suo il "fardello" d'ogni saga a volumi e non è mancato chi ha fatto notare che 15-20 ore per ciascun episodio rappresentano una durata complessiva che se sommata potrebbe essere contenuta in due volumi o, esagerando, in uno solo. L'accento posto sui difetti, tuttavia, non vuole né potrebbe privare degli innegabili meriti apportati da un progetto che ha rappresentato tanto teoricamente quanto nella pratica un'encomiabile ed innegabile evoluzione per il gioco di ruolo di matrice giapponese, genere che con buona pace dei detrattori sta movendo i suoi graduati (e talvolta più vistosi) passi verso il futuro. Gli appassionati se ancora non lo hanno fatto, devono guardare anche per questo con sommo interesse al tetra-pacchetto in questione con la consapevolezza che esso è un tutt'uno, e come tutt'uno va giudicato. I Cyber Connect 2 hanno qualche mese fa annunciato di essere al lavoro su un progetto momentaneamente chiamato "Gu" e su cui è steso il massimo riservo. Gamesurf nutre grandi aspettative, consapevole che una software house dimostratasi creativa ha tutto da guadagnare nel correggere i suoi errori e preservare ciò che la può contraddistinguere: le idee, veri archetipi d'ogni mondo virtuale.

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Voto

Redazione

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Infection, in quanto primo impatto, è stata l'esperienza più affascinante ed introduttiva, Mutation ha dato spazio alla crescita numerica dei componenti del party ed Outbreak ne ha approfondito le personalità ed il background narrativo di alcuni. Quarantine porta con sé la parola fine alla trama stesa da Ito, ma dà un auspicabile futuro per i Cyber Connect 2, già al lavoro su un misterioso progetto nominato al momento "Gu". La radiosa via concettuale di dotHack non è stata esente da mancanze e cadute, con una ripetitività nella richiesta di estrapolare Virus Core dai nemici e con una mancata cura qualitativa delle locazioni esplorabili. L'accento sui pur presenti difetti, tuttavia, non vuole privare la tetralogia Bandai dello spazio che si è guadagnato nell'universo J-Rpg dal momento che dotHack ha rappresentato per il genere una tanto pregevole quanto innegabile spinta innovativa.

Avviso: le votazioni non vogliono appartenere solo a Quarantine come singolo episodio, ma all'intera serie, in quanto concepita a volumi e giunta con questo quarto capitolo al suo termine.

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