Half Life 2 Episode One
di
Pinko
Non inganni il giocatore il prezzo consigliato al pubblico particolarmente contenuto (che ne permette l'acquisto da Steam con soli 19.95$). Né la nomea di semplice "espansione" che ruota attorno a questo prodotto. Quello che doveva chiamarsi Aftermath ed è stato in seguito ribattezzato come Episode One è una finestra sull'fps di classe che condensa in cinque ore scarse di gioco tutto il meglio di Half Life 2. E anche tutte le sue limitazioni, a voler essere pignoli. Ma basterebbe questo a giustificarne l'acquisto; anzi, leviamo il condizionale. L'esimio fps creato da Valve due anni or sono e aggiudicatosi non da pochi critici del settore la nomea di miglior titolo del 2004, si concludeva in modo imprevedibile lasciando adito ad abbondanti dubbi, che qua vengono ripresi in un continuum narrativo che scomoderà ben tre espansioni, di cui è questa appunto la prima.
Siamo a City 17, impersoniamo Gordon Freeman e abbiamo tra le mani la Gravity Gun, il manifesto bellico di come l'fps abbia ancora molto da dire, la constatazione che dalle prime battute si faccia sul serio, a dimostrazione dell'intensità (emotiva e ludica) delle esigue ore di gioco offerte. Come da tradizione Valve non c'è un momento di tregua, né una pausa narrativa, né un filmato in fmw. La trama e gli avvenimenti vengono - come di consueto - presentati in real time in modo da asservire la totale immersività del giocatore all'interno di un contesto scenico credibile. E' in questo campo che il medium videogioco trova la migliore esplicazione dell'impianto narrativo, che contribuisce all'immedesimazione totale del fruitore. Ma a parte una narrazione su cui tacciamo per onestà nei confronti del lettore, Episode One ha tutti i cromosomi dell'fps di razza: intelligenza artificiale d'alto livello (che comunque non disdegna qualche sbavatura a livello di ostili, ma rasenta la perfezione nella gestione della coprotagonista), situazioni mai banali, scontri a fuoco degni di reminiscenza e, come novità, la presenza di Alyx come supporto durante buona parte dell'avventura (presenza non limitata ai soli scontri a fuoco). Ma basta sviscerare un po' il gameplay per capire che tanta magnificenza è data dal fatto che Episode One non si discosta poi tanto da Half Life 2 in quanto ad armi, in quanto a locazioni, in quanto a ostili su schermo (con la sola new-entry degli Stalker). E questo non è certo male, per un prodotto che comunque rimane stand-alone e può essere utilizzato prescindendo dal possesso di HL2.
Certo, ancora una volta i pignoli potrebbero ascrivere alla categoria dei difetti fattori quali la linearità o ancora alcune sezioni sottotono, ma sarebbe come lamentarsi della poca comodità di una Ferrari e della sua scarsa tenuta di strada nello sterrato. Episode One non disdegna nemmeno di riproporre pedissequamente alcuni piccoli cali di stile presenti in Half Life 2, come una gestione ordinaria del personaggio in sezioni con venature platform, o ancora un doppiaggio in lingua nostrana che farebbe storcere il naso a un albanese immigrato. Ma è questo che riporta alla natura umana i programmatori Valve, altrimenti additabili alla stregua di dei. Cedendo a limitazioni derivanti dalla linearità, lo svolgimento dell'avventura guadagna in spettacolarità, partendo dalla ricostruzione architettonica di City 17, finendo con i vicoli che urlano oppressione a squarcia gola e il giocatore che sente il fiato sul collo delle ostilità, che si sente braccato. Solo. Tra le features che affollano il gameplay si segnala l'oramai canonica ed illustre partecipazione del motore fisico Havoc 2.0 revisionato, grazie al quale HL2 è stato in grado di esprimere buona parte del proprio potenziale ludico. Episode One prova a fare altrettanto con alcuni puzzle ambientali che richiedono un morigerato utilizzo della materia grigia, mentre le soluzioni per gli scontri a fuoco sono a portata di mano ad ogni piè sospinto. Certo, la linearità sta lì ad asservire il gameplay introducendo soluzioni ludiche quali elementi puzzle solving che si incastrano perfettamente nel pregiato mosaico realizzato da Valve. Il tutto a discapito di una libertà di cui comunque, presa coscienza della bontà dei risvolti ludici inseriti e dell'alta qualità delle situazioni proposte, non si sente la penuria. L'intuito del giocatore è chiamato in causa più volte nel rinvenire soluzioni grazie al quale utilizzare degnamente la Gravity Gun, sia come strumento di distruzione o di difesa, sia come soluzione per superare alcuni passaggi.
Il motore grafico proprietario di Valve, il Source, a due anni di distanza risulta impreziosito da texture ora più definite, espressioni facciali ancor più curate e l'implementazione dell'HDR totale che assicura effetti di luce fuori parametro, nonché una migliore percezione dell'ambiente di gioco. Poco male che alcune texture grossolane o certune strutture poligonali siano approssimative: questo perché l'impatto grafico è devastante in modo primario non tanto dal punto di vista squisitamente tecnico, quanto da quello estetico, partendo dalla bontà delle ambientazioni, alla costruzione architettonica dei palazzi, alla cura maniacale per i dettagli. Alcune cadute di stile sono certo presenti, ma immeritevoli di menzione considerata la qualità globale che permea il prodotto Valve, capace di creare un engine che, grazie all'ottima scalabilità, permette la fruizione del prodotto anche a configurazioni hardware non certo recentissime.
Episode One, è una parentesi ludica che qualsivoglia amante degli fps dovrebbe aprire, ancor più per l'irrisorio prezzo a cui viene proposta al pubblico. Una decorosa espansione di un fps in grado di ridisegnare e dare nuova linfa vitale al genere, ma soprattutto un prodotto ancora attuale che in questa nuova veste, nei suoi trecento minuti scarsi d'avventura, sfoggia alcuni momenti di intensità emotiva ed alto divertimento che illustri concorrenti faticano a regalare. Anche con tutti i limiti del caso, con una longevità ridotta ai minimi termini e finanche una rigiocabilità pari a zero. C'è spazio per svariate ambientazioni, per alcuni spunti interessanti e per una discreta varietà di situazioni. Ma la sensazione è che nelle poche ore in cui si dipana l'avventura, alcuni spunti siano a malapena accennati, altri non in grado di far valere le potenzialità del concept. Ma sia chiaro, quelle 4 o 5 ore sono intense, e i quasi 300 minuti di gioco vanno assaporati, vissuti, e centellinati per poi ritrovarsi ancora una volta davanti al calendario ad aspettare Episode Two. Magari nella speranza di ritrovarselo sotto l'albero di Natale.
Siamo a City 17, impersoniamo Gordon Freeman e abbiamo tra le mani la Gravity Gun, il manifesto bellico di come l'fps abbia ancora molto da dire, la constatazione che dalle prime battute si faccia sul serio, a dimostrazione dell'intensità (emotiva e ludica) delle esigue ore di gioco offerte. Come da tradizione Valve non c'è un momento di tregua, né una pausa narrativa, né un filmato in fmw. La trama e gli avvenimenti vengono - come di consueto - presentati in real time in modo da asservire la totale immersività del giocatore all'interno di un contesto scenico credibile. E' in questo campo che il medium videogioco trova la migliore esplicazione dell'impianto narrativo, che contribuisce all'immedesimazione totale del fruitore. Ma a parte una narrazione su cui tacciamo per onestà nei confronti del lettore, Episode One ha tutti i cromosomi dell'fps di razza: intelligenza artificiale d'alto livello (che comunque non disdegna qualche sbavatura a livello di ostili, ma rasenta la perfezione nella gestione della coprotagonista), situazioni mai banali, scontri a fuoco degni di reminiscenza e, come novità, la presenza di Alyx come supporto durante buona parte dell'avventura (presenza non limitata ai soli scontri a fuoco). Ma basta sviscerare un po' il gameplay per capire che tanta magnificenza è data dal fatto che Episode One non si discosta poi tanto da Half Life 2 in quanto ad armi, in quanto a locazioni, in quanto a ostili su schermo (con la sola new-entry degli Stalker). E questo non è certo male, per un prodotto che comunque rimane stand-alone e può essere utilizzato prescindendo dal possesso di HL2.
Certo, ancora una volta i pignoli potrebbero ascrivere alla categoria dei difetti fattori quali la linearità o ancora alcune sezioni sottotono, ma sarebbe come lamentarsi della poca comodità di una Ferrari e della sua scarsa tenuta di strada nello sterrato. Episode One non disdegna nemmeno di riproporre pedissequamente alcuni piccoli cali di stile presenti in Half Life 2, come una gestione ordinaria del personaggio in sezioni con venature platform, o ancora un doppiaggio in lingua nostrana che farebbe storcere il naso a un albanese immigrato. Ma è questo che riporta alla natura umana i programmatori Valve, altrimenti additabili alla stregua di dei. Cedendo a limitazioni derivanti dalla linearità, lo svolgimento dell'avventura guadagna in spettacolarità, partendo dalla ricostruzione architettonica di City 17, finendo con i vicoli che urlano oppressione a squarcia gola e il giocatore che sente il fiato sul collo delle ostilità, che si sente braccato. Solo. Tra le features che affollano il gameplay si segnala l'oramai canonica ed illustre partecipazione del motore fisico Havoc 2.0 revisionato, grazie al quale HL2 è stato in grado di esprimere buona parte del proprio potenziale ludico. Episode One prova a fare altrettanto con alcuni puzzle ambientali che richiedono un morigerato utilizzo della materia grigia, mentre le soluzioni per gli scontri a fuoco sono a portata di mano ad ogni piè sospinto. Certo, la linearità sta lì ad asservire il gameplay introducendo soluzioni ludiche quali elementi puzzle solving che si incastrano perfettamente nel pregiato mosaico realizzato da Valve. Il tutto a discapito di una libertà di cui comunque, presa coscienza della bontà dei risvolti ludici inseriti e dell'alta qualità delle situazioni proposte, non si sente la penuria. L'intuito del giocatore è chiamato in causa più volte nel rinvenire soluzioni grazie al quale utilizzare degnamente la Gravity Gun, sia come strumento di distruzione o di difesa, sia come soluzione per superare alcuni passaggi.
Il motore grafico proprietario di Valve, il Source, a due anni di distanza risulta impreziosito da texture ora più definite, espressioni facciali ancor più curate e l'implementazione dell'HDR totale che assicura effetti di luce fuori parametro, nonché una migliore percezione dell'ambiente di gioco. Poco male che alcune texture grossolane o certune strutture poligonali siano approssimative: questo perché l'impatto grafico è devastante in modo primario non tanto dal punto di vista squisitamente tecnico, quanto da quello estetico, partendo dalla bontà delle ambientazioni, alla costruzione architettonica dei palazzi, alla cura maniacale per i dettagli. Alcune cadute di stile sono certo presenti, ma immeritevoli di menzione considerata la qualità globale che permea il prodotto Valve, capace di creare un engine che, grazie all'ottima scalabilità, permette la fruizione del prodotto anche a configurazioni hardware non certo recentissime.
Episode One, è una parentesi ludica che qualsivoglia amante degli fps dovrebbe aprire, ancor più per l'irrisorio prezzo a cui viene proposta al pubblico. Una decorosa espansione di un fps in grado di ridisegnare e dare nuova linfa vitale al genere, ma soprattutto un prodotto ancora attuale che in questa nuova veste, nei suoi trecento minuti scarsi d'avventura, sfoggia alcuni momenti di intensità emotiva ed alto divertimento che illustri concorrenti faticano a regalare. Anche con tutti i limiti del caso, con una longevità ridotta ai minimi termini e finanche una rigiocabilità pari a zero. C'è spazio per svariate ambientazioni, per alcuni spunti interessanti e per una discreta varietà di situazioni. Ma la sensazione è che nelle poche ore in cui si dipana l'avventura, alcuni spunti siano a malapena accennati, altri non in grado di far valere le potenzialità del concept. Ma sia chiaro, quelle 4 o 5 ore sono intense, e i quasi 300 minuti di gioco vanno assaporati, vissuti, e centellinati per poi ritrovarsi ancora una volta davanti al calendario ad aspettare Episode Two. Magari nella speranza di ritrovarselo sotto l'albero di Natale.
Half Life 2 Episode One
7.5
Voto
Redazione
Half Life 2 Episode One
Episode One è a pieno titolo un prodotto che continua la trama delle avventure del dr. Freeman da dove l'avevamo lasciato, ma ancor prima è una piccola fetta di paradiso che concentra in cinque ore scarse tutta l'anima del prodotto Valve. Perderlo sarebbe un peccato mortale, e questo viene proferito con la consapevolezza delle cinque ore scarse di gioco totali, nonché di un doppiaggio in idioma italico a tratti ridicolo.