Half-Life: Blue Shift
di
Redazione Gamesurf
Per la cronaca: ho finito il gioco in poco più di cinque ore a livello medio. Veramente poche, troppo poche.
Quando la classe non è acqua.
Di sicuro quello della genialità non è un elemento che manca ai ragazzi della GearBox. Come vi ho raccontato prima, le gesta della nostra coraggiosa guardia si svolgono in concomitanza con quella di Gordon Freeman, lo scienziato più sfigato della storia ludica. Non saranno rari i momenti in cui infatti incroceremo il nostro Freeman o che rivedremo alcuni episodi che hanno caratterizzato Half Life.
Avete presente, proprio all'inizio di Half Life, quando all'inizio del gioco siete sul trenino che vi scorrazza per le viscere di Black Mesa? Avete presente che ad un certo punto vedrete una guardia che bussa furiosamente ad una porta che non ne vuole sapere di aprirsi? Beh, in Blue Shift quella guardia sarete proprio voi. Appena cominciato infatti, uno dei trenini vi mollerà davanti ad una porta che non vuole saperne di aprirsi. Vi girate per un attimo e vedrete arrivare sulle rotaie un secondo vagone. Guardate un attimo dentro e......ma si è lui! Gordon Freeman! Veramente un piccolo tocco di genio. Ma non sarà l'unico di sicuro. Spiando i laboratori attraverso alcune camere di sicurezza potrete anche vedere il nostro Gordon dirigersi verso gli spogliatoi per infilare la sua tuta protettiva, oppure potrete vedere uno degli scienziati che prepara il campione di materiale che farà fallire l'esperimento di Freeman e che darà il via alla baraonda.
Mettete in preventivo anche una gitarella sul pianeta alieno, giusto per sistemare un macchinario che altri scienziati non sono riusciti a far funzionare (ne vedrete i cadaveri sparsi un po' dappertutto), giusto per rendere un attimo più varia e interessante la nostra avventura. Basta tutto ciò per salvare Blue Shift? Decisamente no. Mi aspettavo molto di più, pretendevo molto di più e non solo in termini di durata, ma soprattutto nell'introduzione di veri elementi di novità in termini di grafica e in termini soprattutto di Gameplay.
Quando la classe non è acqua.
Di sicuro quello della genialità non è un elemento che manca ai ragazzi della GearBox. Come vi ho raccontato prima, le gesta della nostra coraggiosa guardia si svolgono in concomitanza con quella di Gordon Freeman, lo scienziato più sfigato della storia ludica. Non saranno rari i momenti in cui infatti incroceremo il nostro Freeman o che rivedremo alcuni episodi che hanno caratterizzato Half Life.
Avete presente, proprio all'inizio di Half Life, quando all'inizio del gioco siete sul trenino che vi scorrazza per le viscere di Black Mesa? Avete presente che ad un certo punto vedrete una guardia che bussa furiosamente ad una porta che non ne vuole sapere di aprirsi? Beh, in Blue Shift quella guardia sarete proprio voi. Appena cominciato infatti, uno dei trenini vi mollerà davanti ad una porta che non vuole saperne di aprirsi. Vi girate per un attimo e vedrete arrivare sulle rotaie un secondo vagone. Guardate un attimo dentro e......ma si è lui! Gordon Freeman! Veramente un piccolo tocco di genio. Ma non sarà l'unico di sicuro. Spiando i laboratori attraverso alcune camere di sicurezza potrete anche vedere il nostro Gordon dirigersi verso gli spogliatoi per infilare la sua tuta protettiva, oppure potrete vedere uno degli scienziati che prepara il campione di materiale che farà fallire l'esperimento di Freeman e che darà il via alla baraonda.
Mettete in preventivo anche una gitarella sul pianeta alieno, giusto per sistemare un macchinario che altri scienziati non sono riusciti a far funzionare (ne vedrete i cadaveri sparsi un po' dappertutto), giusto per rendere un attimo più varia e interessante la nostra avventura. Basta tutto ciò per salvare Blue Shift? Decisamente no. Mi aspettavo molto di più, pretendevo molto di più e non solo in termini di durata, ma soprattutto nell'introduzione di veri elementi di novità in termini di grafica e in termini soprattutto di Gameplay.
Half-Life: Blue Shift
Half-Life: Blue Shift
Blue Shift ha sicuramente poche frecce al suo arco che comunque si gioca decisamente bene. Innanzitutto ha l'appeal che solo un must come Half Life può garantire. Ha dalla sua l'estrema giocabilità che da sempre ha caratterizzato la saga. Ha dalla sua un motore grafico che seppure datato continua a permettere a grafici e programmatori di poter ricreare ambienti di gioco veramente credibili e dettagliati oltre ogni misura e che non risente assolutamente di rallentamenti anche in macchine non eccelse e in situazioni di gioco affollate. Ha come sempre, le ambientazioni in esterno più belle e suggestive che il sottoscritto abbia mai visto in videogame e una struttura di livelli più che discreta . Ha soprattutto dalla sua il prezzo (49.900) che unitamente al fatto di essere uno stand-alone lo agevola non poco agli occhi del pubblico. Il problema sorge nel momento in cui si deve analizzare il fatto che comunque da Blue Shift ci si aspettava decisamente di più, soprattutto perché a meno che nel prossimo episodio non ci si metta nei panni di uno degli alieni, con Blue Shift si chiudono per sempre le porte di Black Mesa. Sigh!