Halo 4
di
Simone Azzarello
I Covenant tuttavia, quelli di una fazione ribelle quantomeno, torneranno anche in questo capitolo; andando ad aumentare, non solo, la tipologia di nemici ma, considerando il diverso comportamento, anche il gameplay e la strategia da adottare per sconfiggerli.
Una cosa che differenzia profondamente Halo dagli altri fps sono infatti le dinamiche comportamentali dei vari nemici, dotati ognuno di un diverso “carattere”. I Grunt, ad esempio, saranno aggressivi fin quando non ucciderete l'Elite che li protegge, i Jackal invece, dotati di scudi, spesso vi verranno incontro sapendo di essere ben protetti contro le armi umane meno potenti, i Cacciatori invece non avranno alcun timore ad attaccarvi corpo a corpo.
Come se non bastasse, il livello di difficoltà ben più alto rispetto alla media del genere (provare il Leggendario per credere!), può essere ulteriormente aumentato attraverso la selezione dei celebri teschi; presenti anche in questo capitolo. Questa volta però non sarà necessario trovarli prima di poterli utilizzare, ma saranno selezionabili fin dall'inizio. Una scelta, già vista in Halo: Reach, che scoraggia l'esplorazione ma offre il vantaggio di poter utilizzare i malus fin dal “primo giro”.
Gli accaniti esploratori tuttavia saranno felici di sapere del ritorno dei terminali. Questi, introdotti per la prima volta in Halo 3, racconteranno del rapporto dei precursori con gli umani svelando, come ha precisato in passato 343i, dei dettagli che potrebbero davvero sconvolgere i fan più accaniti della serie. Se l'idea dei terminali é senza dubbio interessante, a non averci convinto é il metodo di fruizione dei video da questi offerti. Al contrario di quanto avveniva in Halo 3, questa volta sarà infatti necessario collegarsi ad HaloWaypoint per poter vedere i video precedentemente sbloccati. Una scelta non certo pratica, forse figlia della volontà di sfruttare l'app SmartGlass recentemente rilasciata.
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La campagna single player (giocabile fino ad un massimo di 4 giocatori in coop), della durata di circa 10 ore ad eroico, offre, pad alla mano, lo stesso feeling dei titoli Bungie, con una risposta dei comandi inarrivabile ancora oggi per la concorrenza e capace di non far rimpiangere l'accoppiata mouse-tastiera ai giocatori da sempre abituati a giocare su PC. Una grande varietà di spettacolari ambientazioni e l'alternanza di ambienti chiusi e aperti, con una predominanza di questi ultimi nella seconda metà del gioco, é teatro di scontri a fuoco frenetici e le battaglie a bordo dei mezzi più spettacolari dell'intera saga.
Una novità importante é rappresentata dall'introduzione della corsa, non più un'abilità come in Halo Reach ma sempre disponibile, fin dall'inizio. Al ritorno dell'ologramma si aggiungono -ma questa volta parliamo di abilità intercambiabili- lo scudo, la torretta sentinella e la visione prometica: un particolare visore che vi permetterà di vedere i nemici (anche nel multiplayer, ma solo in alcuni punti delle mappe) oltre i muri e gli altri ostacoli delle mappe di gioco.
Riguardo i mezzi, é da segnalare l'aggiunta di alcune new entry che faranno la gioia dei fan della serie, primo tra tutti un inedito Mech pilotabile e dotato di una potenza di fuoco devastante, più altre sorprese che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
Vero, e probabilmente unico, punto “debole” del gioco é invece la colonna sonora curata da Neil Davidge che, seppur di buona qualità, non eguaglia le vette d'eccellenza raggiunte da Martin O'Donnel; talento straordinario rimasto fedele a Bungie. Ottimo invece il comparto sonoro, con suoni delle armi ed effetti ambientali campionati, come mostrato nei video rilasciati dagli sviluppatori, con attenzione maniacale. Di pregevole fattura anche il doppiaggio, in inglese nella versione da noi testata. Per appurare la qualità del doppiaggio italiano sarà invece necessario attendere l'uscita del gioco, fissata al 6 novembre.
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Una cosa che differenzia profondamente Halo dagli altri fps sono infatti le dinamiche comportamentali dei vari nemici, dotati ognuno di un diverso “carattere”. I Grunt, ad esempio, saranno aggressivi fin quando non ucciderete l'Elite che li protegge, i Jackal invece, dotati di scudi, spesso vi verranno incontro sapendo di essere ben protetti contro le armi umane meno potenti, i Cacciatori invece non avranno alcun timore ad attaccarvi corpo a corpo.
Come se non bastasse, il livello di difficoltà ben più alto rispetto alla media del genere (provare il Leggendario per credere!), può essere ulteriormente aumentato attraverso la selezione dei celebri teschi; presenti anche in questo capitolo. Questa volta però non sarà necessario trovarli prima di poterli utilizzare, ma saranno selezionabili fin dall'inizio. Una scelta, già vista in Halo: Reach, che scoraggia l'esplorazione ma offre il vantaggio di poter utilizzare i malus fin dal “primo giro”.
Gli accaniti esploratori tuttavia saranno felici di sapere del ritorno dei terminali. Questi, introdotti per la prima volta in Halo 3, racconteranno del rapporto dei precursori con gli umani svelando, come ha precisato in passato 343i, dei dettagli che potrebbero davvero sconvolgere i fan più accaniti della serie. Se l'idea dei terminali é senza dubbio interessante, a non averci convinto é il metodo di fruizione dei video da questi offerti. Al contrario di quanto avveniva in Halo 3, questa volta sarà infatti necessario collegarsi ad HaloWaypoint per poter vedere i video precedentemente sbloccati. Una scelta non certo pratica, forse figlia della volontà di sfruttare l'app SmartGlass recentemente rilasciata.
La campagna single player (giocabile fino ad un massimo di 4 giocatori in coop), della durata di circa 10 ore ad eroico, offre, pad alla mano, lo stesso feeling dei titoli Bungie, con una risposta dei comandi inarrivabile ancora oggi per la concorrenza e capace di non far rimpiangere l'accoppiata mouse-tastiera ai giocatori da sempre abituati a giocare su PC. Una grande varietà di spettacolari ambientazioni e l'alternanza di ambienti chiusi e aperti, con una predominanza di questi ultimi nella seconda metà del gioco, é teatro di scontri a fuoco frenetici e le battaglie a bordo dei mezzi più spettacolari dell'intera saga.
Una novità importante é rappresentata dall'introduzione della corsa, non più un'abilità come in Halo Reach ma sempre disponibile, fin dall'inizio. Al ritorno dell'ologramma si aggiungono -ma questa volta parliamo di abilità intercambiabili- lo scudo, la torretta sentinella e la visione prometica: un particolare visore che vi permetterà di vedere i nemici (anche nel multiplayer, ma solo in alcuni punti delle mappe) oltre i muri e gli altri ostacoli delle mappe di gioco.
Riguardo i mezzi, é da segnalare l'aggiunta di alcune new entry che faranno la gioia dei fan della serie, primo tra tutti un inedito Mech pilotabile e dotato di una potenza di fuoco devastante, più altre sorprese che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
Vero, e probabilmente unico, punto “debole” del gioco é invece la colonna sonora curata da Neil Davidge che, seppur di buona qualità, non eguaglia le vette d'eccellenza raggiunte da Martin O'Donnel; talento straordinario rimasto fedele a Bungie. Ottimo invece il comparto sonoro, con suoni delle armi ed effetti ambientali campionati, come mostrato nei video rilasciati dagli sviluppatori, con attenzione maniacale. Di pregevole fattura anche il doppiaggio, in inglese nella versione da noi testata. Per appurare la qualità del doppiaggio italiano sarà invece necessario attendere l'uscita del gioco, fissata al 6 novembre.
Halo 4
9.5
Voto
Redazione
Halo 4
Buonissima la prima, é proprio il caso di dirlo. 343 Industries, team, fino a ieri, “di belle speranze”, ci regala un gioco immenso nei contenuti e quasi perfetto nella realizzazione. Una perla di rara bellezza capace di spingere i limiti di Xbox 360 dove nessuno era mai arrivato prima, ponendosi come uno dei giochi visivamente più impressionanti della generazione corrente. Una campagna avvincente e un multiplayer immenso fanno di Halo 4 un titolo imperdibile per ogni appassionato di fps e più in generale per ogni appassionato di videogames. Appena nata, 343 é già tra i grandi.