Halo Reach
di
Ancora una volta l'aspetto narrativo dell'opera assume un ruolo preponderante all'interno della struttura di gioco. La storia di Reach, della sua caduta e del sacrificio dei suoi uomini e donne, é raccontato attraverso filmati d'intermezzo di rara bellezza e sottolineati dalle musiche di un Marty O'Donnell la cui opera forse non é evidenziata al pari degli altri episodi della saga ma che si rivela capace, ancora una volta, di porre l'accento sui momenti migliori e più significativi di tutto il gioco, lasciando ancora una volta la sua indelebile impronta. In particolare sul finale del gioco, quando gli elementi narrativi iniziano ad incastrarsi con “Combat Evolved”, alcuni passaggi musicali che richiamano le prime, memorabili, apparizioni di Chief e la Pillar of Autumn, non possono non toccare le giuste corde nel cuore degli amanti del lavoro Bungie.
Sul versante puramente tecnico siamo di fronte ad un lavoro di restyle del motore grafico visto nel giustamente criticato Halo 3. Ovviamente il “salto grafico” visto nell'ultima uscita di Master Chief non é così impressionante (Halo 2 era stato il lascito della vecchia, cara Xbox), ma non possiamo ovviamente non trascurare il fatto che sia stato fatto veramente tanto per portare la produzione tecnica Bungie a livelli consoni ad una saga come questa. Oltre ad un boost poligonale e ad una rinnovata cosmesi generale, gli sforzi di Bungie si sono concentrati per ravvivare un po' la palette dei colori (soprattutto dopo il piattissimo ODST) e dare ai protagonisti sullo schermo un set d'animazioni veramente eccezionale. I punti di snodo dei modelli e il conseguente ragdoll sono mossi da un motore fisico a dir poco brillante che, al di là degli immancabili svarioni, muovono gli elementi sullo schermo con una grazia e un realismo veramente senza pari.
Se una critica può essere mossa al versante tecnico di Reach questa può essere ricercata nella poca generosità di effetti grafici di un certo livello come effetti particellari o HDR ed essere incappati banalmente in alcuni errori facilmente evitabili. L'effetto della pioggia, per esempio, é orribile e potevano semplicemente farne a meno. A parte però queste piccole magagne, a cui si aggiunge qualche sporadico calo di frame rate, il lavoro svolto é ammirevole soprattutto se si considera la mole veramente imponente di dati gestiti dal motore grafico. Il design é stato reso forse più dark e cattivo, puntando meno sui colori sgargianti e quasi “Disneyani” dei primi episodi, tratteggiando invece ambienti e personaggi con quel tocco di drammaticità scenica che sottolinea il dramma dello scontro e del destino di quanto si sta vivendo.
Anche le armi, in special modo quelle umane, sembra abbiano subito un leggero ritocco estetico. Un aspetto esteriore che, altra novità di Reach, potrà essere in parte scelto del giocatore, grazie alla possibilità di poter customizzare la propria armatura decidendone foggia e colori. Grazie ai punti esperienza accumulati nel gioco, potrete infatti accedere all'armeria che vi consentirà non solo di decidere qualche forma e colora debba avere il vostro casco (personalmente ne ho scelto uno molto simile a quello delle forze Imperiali di Star Wars), ma anche quali effetti grafici possono essere legati alla vostra morte o modificare la voce del proprio personaggio. Il tutto, ovviamente, a patto disponiate dei fondi sufficienti. Ovviamente tali modifiche saranno esportabili anche nella modalità multigiocatore.
Come sempre il multiplayer svolge la parte del leone nell'intera economia del gioco, proponendo la classica moltitudine di modalità che faranno la gioia di tutti coloro apprezzino la varietà di approccio nel gameplay multigiocatore. HeadHunter, Stockpile, Invasio, Juggernaut sono solo alcune delle varietà affrontabili nel multiplayer di Reach che si segnala anche per un rinnovato motore del networking e un matchmaking tirato a lucido, più incline a rispettare i gusti del giocatore e a garantirgli quindi sempre la migliore esperienza di gioco possibile. Se volete affrontare il gioco senza essere troppo competitivi o senza doversi sorbire le infinite “blaterate” dei vostri compagni di gioco, potrete impostare i parametri di ricerca nel matchmaking che metterà a disposizione sempre il server migliore ad assecondare le vostre richieste. Dedicheremo comunque uno speciale a parte relativo al multiplayer perché tale modalità merita ovviamente il massimo delle attenzioni da parte nostra.
Un counter a 12.000 caratteri e la consapevolezza di aver appena scalfito la superficie di Halo Reach. A volte é frustrante il lavoro di redattore ma fidatevi di noi quando diciamo che sia che siate amanti della saga di Bungie o che siate semplicemente alla ricerca di un FPS in grado di divertire e appassionare, la triste storia di Reach farà al caso vostro. E' un po' come se un buon libro di fantascienza si animasse, vi prendesse per mano e vi trascinasse al centro dell'azione. Non abbiate paura e lasciate che accada, tanto qui non ci sono nemmeno i Flood (meno male). Grazie di tutto, Bungie. Namasté.
11
Sul versante puramente tecnico siamo di fronte ad un lavoro di restyle del motore grafico visto nel giustamente criticato Halo 3. Ovviamente il “salto grafico” visto nell'ultima uscita di Master Chief non é così impressionante (Halo 2 era stato il lascito della vecchia, cara Xbox), ma non possiamo ovviamente non trascurare il fatto che sia stato fatto veramente tanto per portare la produzione tecnica Bungie a livelli consoni ad una saga come questa. Oltre ad un boost poligonale e ad una rinnovata cosmesi generale, gli sforzi di Bungie si sono concentrati per ravvivare un po' la palette dei colori (soprattutto dopo il piattissimo ODST) e dare ai protagonisti sullo schermo un set d'animazioni veramente eccezionale. I punti di snodo dei modelli e il conseguente ragdoll sono mossi da un motore fisico a dir poco brillante che, al di là degli immancabili svarioni, muovono gli elementi sullo schermo con una grazia e un realismo veramente senza pari.
Se una critica può essere mossa al versante tecnico di Reach questa può essere ricercata nella poca generosità di effetti grafici di un certo livello come effetti particellari o HDR ed essere incappati banalmente in alcuni errori facilmente evitabili. L'effetto della pioggia, per esempio, é orribile e potevano semplicemente farne a meno. A parte però queste piccole magagne, a cui si aggiunge qualche sporadico calo di frame rate, il lavoro svolto é ammirevole soprattutto se si considera la mole veramente imponente di dati gestiti dal motore grafico. Il design é stato reso forse più dark e cattivo, puntando meno sui colori sgargianti e quasi “Disneyani” dei primi episodi, tratteggiando invece ambienti e personaggi con quel tocco di drammaticità scenica che sottolinea il dramma dello scontro e del destino di quanto si sta vivendo.
Anche le armi, in special modo quelle umane, sembra abbiano subito un leggero ritocco estetico. Un aspetto esteriore che, altra novità di Reach, potrà essere in parte scelto del giocatore, grazie alla possibilità di poter customizzare la propria armatura decidendone foggia e colori. Grazie ai punti esperienza accumulati nel gioco, potrete infatti accedere all'armeria che vi consentirà non solo di decidere qualche forma e colora debba avere il vostro casco (personalmente ne ho scelto uno molto simile a quello delle forze Imperiali di Star Wars), ma anche quali effetti grafici possono essere legati alla vostra morte o modificare la voce del proprio personaggio. Il tutto, ovviamente, a patto disponiate dei fondi sufficienti. Ovviamente tali modifiche saranno esportabili anche nella modalità multigiocatore.
Come sempre il multiplayer svolge la parte del leone nell'intera economia del gioco, proponendo la classica moltitudine di modalità che faranno la gioia di tutti coloro apprezzino la varietà di approccio nel gameplay multigiocatore. HeadHunter, Stockpile, Invasio, Juggernaut sono solo alcune delle varietà affrontabili nel multiplayer di Reach che si segnala anche per un rinnovato motore del networking e un matchmaking tirato a lucido, più incline a rispettare i gusti del giocatore e a garantirgli quindi sempre la migliore esperienza di gioco possibile. Se volete affrontare il gioco senza essere troppo competitivi o senza doversi sorbire le infinite “blaterate” dei vostri compagni di gioco, potrete impostare i parametri di ricerca nel matchmaking che metterà a disposizione sempre il server migliore ad assecondare le vostre richieste. Dedicheremo comunque uno speciale a parte relativo al multiplayer perché tale modalità merita ovviamente il massimo delle attenzioni da parte nostra.
Un counter a 12.000 caratteri e la consapevolezza di aver appena scalfito la superficie di Halo Reach. A volte é frustrante il lavoro di redattore ma fidatevi di noi quando diciamo che sia che siate amanti della saga di Bungie o che siate semplicemente alla ricerca di un FPS in grado di divertire e appassionare, la triste storia di Reach farà al caso vostro. E' un po' come se un buon libro di fantascienza si animasse, vi prendesse per mano e vi trascinasse al centro dell'azione. Non abbiate paura e lasciate che accada, tanto qui non ci sono nemmeno i Flood (meno male). Grazie di tutto, Bungie. Namasté.