Hardcore 4X4

Hardcore 4X4
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Si possono anche scegliere diverse condizioni temporali: sole, nebbia, neve, notte e anche la così tradotta "notte tempestosa" (Ridicolo, ma cos'é un film con Bela Lugosi ?!?! A confronto la localizzazione del vecchio ETERNAM sembra firmata Devoto/Oli)
I bolidi si differenziano per velocità, aderenza e sospensioni e non é possibile modificare nulla dell'assetto del mezzo (proprio come in MOTO RACER GP, SPEED RAGE o POD, e questo la dice lunga sulla sostanza prettamente arcade del gioco: qui di simulativo non c'é quasi nulla, addirittura c'é la possibilità di attivare il turbo come in IGNITION e come in decine di milioni di altri titoli)
Hardcore 4X4
Non si trova più un gioco di guida che non abbia il suo bravo scenario vulcanico-infernale: dopo Ignition, Pod, The Need For Speed II e Carmageddon Splat Pack, ecco anche qui un bel po' di tizzoni ardenti al silicio...

Ma il panico arriva quando scendiamo in pista, la grafica sembra veramente bella prima della partenza, ma quando il tutto é in movimento le cose cambiano in peggio: innanzitutto diciamo che senza la 3Dfx (il "rush" non é supportato) o la Power VR é bene che vi dimentichiate l'alta risoluzione, visto che anche su un P233 con 64 Mb di Ram la scattosità raggiunge dei livelli da paura e come se non bastasse arriva puntuale anche il dubbio che dietro la telecamera che inquadra la nostra auto ci sia Quentin Tarantino, visto l'effetto "ballo di San Vito" del tutto
Le texture del percorso, se non si ha una scheda accellerata 3D, sono poi la cosa più psichedelica che mi venga alla mente dopo la grafica acida di TOP BANANA per Amiga e dopo la copertina di "Playground Psychotics" di Frank Zappa: invece che percorrere un tratto di strada sterrata, sembra piuttosto di guardare uno di quei disegni tridimensionali che celano un'immagine distinguibile solo dopo qualche minuto di osservazione e se uniamo questo alla scarsità dei frame al secondo e all'effetto "San Vito"
di cui sopra, diciamo che il risultato finale é un trip venuto male, e non ci sono neanche un numero sufficiente di elementi ai lati della pista che possano smorzare questo effetto-coma e riportarci nel mondo reale
La velocità del veicolo é poi irrisoria, e ci si ribalta e di continuo, ma la cosa più importante é che il mezzo "non si sente" (una "estraneità" di questo livello me lo ricordavo solo in MILLEMIGLIA, arcade automobilistico abortito dalla Simulmondo otto anni fa), non c'é l'impressione di controllarlo, sembra quasi di comandarlo per telecinesi, e anche l'asperità del terreno é così esasperata che risulta inutile perfino pianificare curve.
Hardcore 4X4
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Hardcore 4X4

Con una scheda accellerata 3D il gioco diciamo che si lascia, se non giocare, almeno sopportare grazie ad una grafica veramente di prim'ordine (e in questo caso senza le texture in LSD di prima); comunque vista la quantità di risoluzioni (da 320x200 a 1024x768), numero di colori (256 o 65k) e livello di dettaglio disponibili, teoricamente potrebbe girare su qualunque PC dal P90 in su: ho detto teoricamente perché, a meno che non lo facciate per un fioretto o per un voto, eviterete come la peste questo gioco se non avete un PC anabolizzato come si deve, visto anche che la bassa risoluzione non è molto curata (ma non ai penosi livelli del primo THE NEED FOR SPEED, dove sembrava di vedere il percorso da dietro ad un vetro smerigliato).
La giocabilità è scarsa e va a braccetto con lo spessore del gioco davvero inconsistente e con l'originalità tendente allo zero barrato.
La presentazione non è nulla di eccezionale: solo un filmatino in finestra di una decina di secondi, che skipperete già dalla seconda volta.
Il sonoro e la longevità invece si difendono bene, grazie anche a degli effetti sonori azzeccati e alla buona quantità (anche se la varietà è poca) di auto e di circuiti (fra l'altro ce ne sono tre in più che nella versione per PSX).
Sinceramente non me la sento di consigliarlo nemmeno agli appassionati di off-road, peccato solo che non ci siano molte alternative ora come ora, per chi voglia provare a scorrazzare con un bigfoot al silicio.

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