Harry Potter e il calice di fuoco

Harry Potter e il calice di fuoco
di
La serie cartacea di Harry Potter trova nel quarto volume (narrante cioè le vicissitudini del quarto anno in quel di Hogwarts e dintorni) una sorta di cambiamento interno.
Attualmente, con "Il Principe Mezzosangue" uscito nei paesi anglosassoni, siamo al sesto tassello del mosaico Rowling e se da una parte giudicare la saga fantasy chiamata in causa (dando al termine fantasy il significato più vasto possibile che gli compete) risulterebbe un compito difficoltoso (in assenza di una fine da commentare), non così avventato sembrerebbe esprimersi sull'innegabile fenomeno di massa che nel bene e nel male ha contribuito alla fama dell'immaginario figlio di Lily e James Potter.
A tal proposito si potrebbero dire più ovvietà, ma ci limiteremo, visto il contesto, solamente a due di queste. Primo: i film targati Warner Bros. non vantano la completezza dei libri ai quali si ispirano; secondo: altrettanto limitanti rispetto alle pagine sono finora risultate le trasposizioni videoludiche delle pellicole.


Quella ora in analisi non si configura come un'eccezione alla regola perché, a dispetto della licenza di cui si fa carico, essa ha tralasciato fin troppi aspetti rilevanti del racconto originario ed ha trattato con semplicismo, dando peraltro troppe cose per scontate, i pochi collanti narrativi posti fra una missione e l'altra.
Premesso quanto andava fatto, è adesso tempo di trattare concretamente dell'arrivo sul mercato console di "Harry Potter e Il Calice di Fuoco", gioco che evidenzia tutta la sua propensione all'immediatezza dell'azione e che non disdegna ciononostante la pratica del puzzle-solving.
Gli "enigmi", sebbene elementari, cercano di coinvolgere quanto più possibile la triade protagonista, richiamandola ad esempio nel far levitare in aria blocchi che fungeranno da gradini, o, ancora, spartendo fra i suoi membri compiti quali l'aprire cancelli, abbassare ponti levatoi in ferro o spegnere fuochi con salamandre annesse. Nulla di complicato o strabiliante, beninteso, ma il modo con cui certe magie vengono gradualmente messe a disposizione appare convincente e, se non altro, dà un senso al back tracking (così, ad esempio, la possibilità di far sbocciare delle piante, concessa dopo la visita alla serra, potrà invogliare qualcuno nel tornare indietro al fine di conquistare scudi-tremaghi inizialmente preclusi).
Sulla facilità di fondo non si deve recriminare comunque troppo, considerata la vasta platea cui il titolo può e soprattutto vuole rivolgersi.

Il gioco Electronic Arts, peraltro, non si priva di elementi che variano dalla formula principale; tale è, ad esempio, la sessione aerea in groppa alla Firebolt 2000 (una sorta di racing condotto su binari invisibili con tanto di cerchi a mezz'aria in cui entrare al fine di aumentare remunerazioni o velocità) e tali risultano (in maniera diversa) le sfide lanciate dall'eccentrico "Mad-Eye Moody", insegnante di "Difesa contro le Arti Oscure" nella celeberrima scuola di magia e stregoneria.
Fatte salve alcune eccezioni, il nemico giurato di Lord Voldemort (Harry) sarà per il resto accompagnato dall'ingegnosa Hermione Granger e dal fidato Ron Weasley. Ciascuno di essi potrà poi essere equipaggiato, anche in maniera automatica, con figurine atte ad incrementare vigore ed abilità speciali.
Tali figurine vanno acquistate spendendo quanto guadagnato dopo l'uccisione di mostri e durante l'esplorazione/interazione delle aree (dal canto loro né labirintiche né formato-corridoio).
La scelta del personaggio da controllare spetterà ovviamente al giocatore (scelta da effettuarsi prima di accedere alle aree di gioco), mentre i restanti due (in assenza di comprimari umani) verranno auto-gestiti dalla CPU. Viene infine scontato dire che il multiplayer, qualora sfruttato, gioverà tanto all'esperienza ludica in sé quanto alla longevità del titolo, altrimenti davvero bassa (benché incrementabile per coloro che scoveranno tutto lo scovabile).


Grazie ad effetti-luce adeguati, uno stabile frame-rate e l'aspetto fisico dei personaggi tratto con verosimiglianza da quello dei rispettivi attori, sotto il profilo estetico si segnala una discreta resa grafica (colpevole unicamente, a parere di chi scrive, di offrire pochi attimi di meraviglia e di non concedere al giocatore la libera gestione delle telecamere). Egualmente appropriato risulta essere l'accompagnamento musicale, al quale si può criticare magari un "distacco" rispetto a quanto scorre effettivamente su schermo (sebbene il dinamismo delle colonne sonore si configuri oggigiorno come un'assoluta rarità).
Sottotono è invece il parlato italiano, dal quale (nell'anno domini 2005) occorre pretendere decisamente di più: il suo apprezzamento, infatti, non si può fondare sulla mera presenza di voci nella nostra lingua, ma dovrebbe essere vincolato alla qualità ed all'espressività delle stesse. Anche qui, tuttavia, non è un difetto circoscrivibile al solo "Calice di Fuoco", quanto semmai alla stragrande maggioranza dei videogiochi.

In ultima istanza, l'intero pargolo ludico EA si tuffa in quell'oceano di giochi che magari convince ma non osa. Forse perché troppo sicuro di sé e della sua rinomanza per poter garantire non solo un'alternanza a tratti piacevole fra rapida azione e rapidissima riflessione (com'è stato appunto fatto), ma anche un'esperienza tuttotondo che includesse fra le altre cose un racconto che fosse tale (la fonte dalla quale attingere del resto non mancava), un maggior senso di stupore e qualche piccolo spunto di originalità.
Sarà per la prossima volta? "Harry Potter e l'Ordine della Fenice" se lo augurano.

Harry Potter e il calice di fuoco
6.5

Voto

Redazione

7jpg

Harry Potter e il calice di fuoco

In ultima istanza, l'intero pargolo ludico EA si tuffa in quell'oceano di giochi che magari convince ma non osa. Forse perché troppo sicuro di sé e della sua rinomanza per poter garantire non solo un'alternanza a tratti piacevole fra rapida azione e rapidissima riflessione (com'è stato appunto fatto), ma anche un'esperienza tuttotondo che includesse fra le altre cose un racconto che fosse tale (la fonte dalla quale attingere del resto non mancava), un maggior senso di stupore e qualche piccolo spunto di originalità. Sarà per la prossima volta? "Harry Potter e l'Ordine della Fenice" se lo augurano.

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime, recensioni, prove e tanto altro.

ISCRIVITI