Harry Potter e La Pietra Filosofale
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Eccolo qua, l'Harry Potter che ha reso miliardaria J. K. Rowling, una signora inglese con la passione della scrittura: come da copione la signora ha ceduto tutti i diritti sul suo personaggio a Warner Bros, la quale, sul libretto delle istruzioni del gioco, é fin troppo pedante nel ricordare che "Harry Potter TM" é un marchio di SUA proprietà e bla bla bla... Forse ha ragione Bill Watterson, il creatore della striscia Calvin e Hobbes, a non cedere i diritti sui suoi personaggi per merchandising, serie animate, videogiochi e oggettistica varia... Harry Potter appartiene ormai all'immaginario di tutti, che Warner lo voglia o no: il "TM" é solo una questione di denaro..
LA PIETRA FILOSOFALE
Sull'onda del film Harry Potter e la Pietra Filosofale che si appresta a sbancare i botteghini italiani come é successo nel resto del mondo, il mercato dei videogiochi non poteva rimanere inerte in presenza di un nome di così grande richiamo per i bambini e anche per i grandi. Il pregio dei libri a cui si ispira tutto questo grande circo mediatico é dato infatti dalla capacità di affascinare piccoli, giovani e adulti, grazie alla simpatia e alla freschezza della narrazione, unite a una fantasia innocente e allo humor tipicamente inglese
Avvicinarsi al videogioco di Harry Potter dà un po' i brividi, perché non appena si appoggiano le mani sulla confezione si viene irradiati da un magnetismo negativo (se la vostra personale percezione delle Arti Oscure non é ad alti livelli, affidatevi al buon vecchio intuito, che quello non sbaglia mai: il videogioco di Harry Potter non é un titolo molto esaltante). Impostato come un mix tra platform e avventura, il videogioco é più che altro un prodotto fatto e confezionato per chi é già parte del mondo del giovane maghetto, e prevede che il giocatore sappia bene cosa sia un Babbano, la Gringott, e che Serpeverde é la fazione "cattiva" mentre Grifondoro é buona. Ron, Hermione, Hagrid, il Professor Silente non sono dei personaggi con cui si fa conoscenza, ma dei buoni vecchi amici che si incontrano per i corridoi della Scuola di Magia e con cui si condividerà un'altra avventura che, in modo molto "telefonato", fa di tutto per agganciarsi al primo libro della serie
LA PIETRA FILOSOFALE
Sull'onda del film Harry Potter e la Pietra Filosofale che si appresta a sbancare i botteghini italiani come é successo nel resto del mondo, il mercato dei videogiochi non poteva rimanere inerte in presenza di un nome di così grande richiamo per i bambini e anche per i grandi. Il pregio dei libri a cui si ispira tutto questo grande circo mediatico é dato infatti dalla capacità di affascinare piccoli, giovani e adulti, grazie alla simpatia e alla freschezza della narrazione, unite a una fantasia innocente e allo humor tipicamente inglese
Avvicinarsi al videogioco di Harry Potter dà un po' i brividi, perché non appena si appoggiano le mani sulla confezione si viene irradiati da un magnetismo negativo (se la vostra personale percezione delle Arti Oscure non é ad alti livelli, affidatevi al buon vecchio intuito, che quello non sbaglia mai: il videogioco di Harry Potter non é un titolo molto esaltante). Impostato come un mix tra platform e avventura, il videogioco é più che altro un prodotto fatto e confezionato per chi é già parte del mondo del giovane maghetto, e prevede che il giocatore sappia bene cosa sia un Babbano, la Gringott, e che Serpeverde é la fazione "cattiva" mentre Grifondoro é buona. Ron, Hermione, Hagrid, il Professor Silente non sono dei personaggi con cui si fa conoscenza, ma dei buoni vecchi amici che si incontrano per i corridoi della Scuola di Magia e con cui si condividerà un'altra avventura che, in modo molto "telefonato", fa di tutto per agganciarsi al primo libro della serie