Harvest Moon: a Wonderful Life special edition
di
Come reagireste se un vecchio amico di famiglia un bel giorno di primavera vi portasse in campagna, nella sperduta valle di Forget-me-not e vi proponesse di prendere in mano le sorti di una fattoria che il vostro defunto genitore ha acquistato insieme a lui? Molti di voi (me compreso) lo manderebbero a farsi un giro in carriola e balzerebbero sul primo autobus che li riportasse al mondo per così dire civilizzato, ma quei pochi che decidessero di imbarcarsi in questa avventura agricola potrebbero scoprire che la vita rurale non è affatto male. Ipotizziamo infatti che la valle sia abitata da persone simpatiche, oneste e gentili (anche se talvolta un po' eccentriche) e che tra esse si nasconda, dietro al bancone di un bar o indaffarata nella fattoria accanto, la nostra tanto cercata anima gemella. Ecco un gioco che ci propone, per una volta, di vestire i panni di quei pochi coraggiosi che accetterebbero la proposta dell'amico di vostro padre e di mandare avanti la fattoria, nella speranza di vivere in questo ambiente una vita meravigliosa.
Harvest Moon non si può definire in altra maniera se non come un "simulatore di contadino": in esso infatti non saremo chiamati a gestire una fattoria mediante sterili click su icone grafiche, ma impersoneremo il nostro contadino guidandolo qua e là per la fattoria e facendogli svolgere uno per uno tutti i lavori previsti, siano essi curare gli animali, raccogliere uova e latte, seminare o annaffiare il raccolto, falciare l'erba per creare foraggio e così via. Non solo: quando sarà libero dalle molteplici incombenze bucoliche, il protagonista potrà girare per il paese, chiacchierare coi vicini, offrire loro dei doni o riceverne, e perfino corteggiare quattro pulzelle (una delle quali aggiunta in questa Special Edition). Alla fine del primo anno, se tutto è andato come dovrebbe, verrà celebrato il matrimonio, e dopo poco tempo la pace familiare verrà allietata dalla nascita di un frugoletto da crescere. E così via, man mano che gli anni si susseguono ed il nostro protagonista invecchia sempre di più.
Difatti, il gioco è suddiviso in anni, ciascuno composto da quattro stagioni (e fin qui ci siamo) di dieci giorni ciascuna. Lo svolgimento è interamente in un tempo semi-reale, vale a dire che l'orologio in alto a destra scatterà di un minuto circa ad ogni secondo di tempo reale (a meno di non trafficare coi menù di pausa); ovviamente questo comporta il fatto che molte delle attività che svolgerete saranno subordinate all'ora del giorno (non azzardatevi, ad esempio, a tentare di mungere una mucca in piena notte), e che ogni tot di tempo dovrete prendervi delle pause per riposare. Per controllare il protagonista utilizzerete fondamentalmente lo stick analogico sinistro, più il destro per ruotare l'inquadratura negli ambienti più ampi; un apposito comando di gioco vi permette di frugare o riporre un oggetto nello zaino, ma tutti gli altri varieranno a seconda dell'oggetto impugnato e del luogo dove vi trovate, e verranno segnalati sulle icone raffigurate nell'angolo in alto a destra, ciascuna rappresentante un tasto del pad. Se per esempio impugnate una zappa nelle vicinanze del terreno coltivabile, sopra la Croce comparirà il comando "zappare", mentre con un annaffiatoio "annaffiare", e così via.
Molti si staranno chiedendo quale sia lo scopo del gioco: in effetti lo scopo si può tradurre solo in "vivere una vita meravigliosa", ed in questo il gioco è piuttosto simile al concetto di base dei giochi di ruolo. A livello più "pratico", ci saranno proposte volta per volta delle "tappe" da superare per proseguire nella vicenda: la prima, già citata, è quella di corteggiare le ragazze fino al matrimonio, altre riguarderanno la prole, ed in generale sarà solo il "mancare" questi traguardi che causerà il Game Over, cosa oltretutto molto difficile perché spesso interverrà il gioco stesso a piazzare una "pezza". Per quanto dovremo sempre tenere al produzione della fattoria in attivo se vogliamo evitare di trovarci a corto di liquidi, è di base impossibile infatti fallire: se anche tutte le culture dovessero appassire e tutti gli animali morire di fame, il protagonista continuerebbe a vivere mangiando funghi e radici selvatiche, e potrà sempre sperare di risollevarsi vendendo in città i ritrovamenti archeologici degli scavi. Certo è, però, che quando le cose vanno economicamente TROPPO male, secondo quanto tempo state giocando fate prima a iniziare la partita da capo.
Tecnicamente il gioco è realizzato con una grafica "cartonosa" secondo lo stile super-deformed, quello ossia che prevede personaggi "pupazzosi" con la testa sproporzionatamente grande rispetto al resto del corpo. Il dettaglio dei modelli non è particolarmente curato, ma lo stile adottato non lo richiede neppure, assettandosi su un livello volutamente acerbo. La texturizzazione è allo stesso livello, ma vi è un pregevole utilizzo di luci a colori differenti e di ombre che rendono il tutto particolarmente gradevole; peccato per le ombre dei modelli, praticamente appena accennate. Ma il problema più grave della grafica è il fatto che in sede di conversione, essendo il gioco nativo Nintendo GameCube, gli sviluppatori si sono trovati a dover fare i conti con un'hardware, quello della PS2, decisamente meno potente: per questo motivo è stato operato un consistente downgrade (ad esempio nei modelli delle culture, dell'erba o dell'acqua del fiume), nonostante il quale il gioco tende a rallentare copiosamente all'aumentare dei modelli in campo; d'inverno, poi, i rallentamenti si fanno veramente seri, e ci si chiede se non si sarebbe ottenuto un risultato molto superiore riprogrammando il tutto ex-novo.
Il sonoro ha subito meno il trauma della conversione, ma ciò non toglie che sia comunque concepito in maniera decisamente discutibile: in pratica alcune parti del villaggio hanno una loro musica specifica, ma molte altre ne sono totalmente prive. Il tema che sentirete più spesso è quello della vostra fattoria, ma a meno che non cambiate voi stessi il disco nel grammofono in camera da letto rimarrà immutato per tutto il tempo (ed i dischi sono oggetti che avrete più utilità a regalare che non ad ascoltare), risultando alla lunga ripetitivo. Fortunatamente i temi sono tutti piuttosto gradevoli e si adattano perfettamente all'idea di vita bucolica che il gioco tenta di trasmettere. Gli effetti sonori sono nella norma, mentre i doppiaggi sono limitati a poche esclamazioni che i personaggi pronunciano se interpellati, rimanendo per il resto assenti. Il gioco è tradotto esclusivamente in lingua inglese.
Prendere confidenza con il concept di gioco non è immediato come possa sembrare ad una prima partita: è indubbio che i comandi siano semplici, talmente semplici da essere elementari, ma per quanto riguarda il "organizzarsi le cose da fare" probabilmente all'inizio commetterete tantissimi errori, alcuni dei quali, come già citato, potrebbero essere talmente gravi in senso economico da non consentirvi più di risollevarvi se non dopo molto tempo.
La cosa più intelligente da fare è pertanto quella di giocare circa un anno di "prova" prendendosi la licenza di commettere tutte le idiozie che ci vengono in mente, per poi iniziare il gioco da capo prima che, con il matrimonio e la nascita del figlio, le cose comincino a farsi veramente serie, optando adesso per una gestione più oculata. Se proprio volete un consiglio da chi ci ha fatto il callo, all'inizio puntate sulle galline...
Ovviamente un gioco con un concept così al di fuori dagli schemi canonici può piacere tantissimo o non piacere per niente a seconda dei propri gusti personali: indubbiamente la sua impostazione politally-correct è studiata innanzitutto per poter arrivare a tutte le fasce d'età (tanto per dirne una, i bovini non si "accoppiano", ma si estrae dal toro una "pozione magica" da somministrare alla mucca), ma è forse con un'idea più adulta della società che si possono apprezzare le sfumature bucoliche e "favolistiche" del gioco. Ma chi dovesse trovare in questo gioco veramente il simulatore di una vita meravigliosa, allora avrà non poca difficoltà a staccarsi dallo schermo mentre i giorni, gli anni e le stagioni si susseguono apparentemente, e solo apparentemente, senza fine, e non ci si accorge che da quando si è cominciato a giocare è già trascorso più di un mese (di vita). Da questo punto di vista, la longevità è veramente vasta, tale da motivare senza riserve l'acquisto del gioco nonostante i suoi difetti tecnici.
Harvest Moon non si può definire in altra maniera se non come un "simulatore di contadino": in esso infatti non saremo chiamati a gestire una fattoria mediante sterili click su icone grafiche, ma impersoneremo il nostro contadino guidandolo qua e là per la fattoria e facendogli svolgere uno per uno tutti i lavori previsti, siano essi curare gli animali, raccogliere uova e latte, seminare o annaffiare il raccolto, falciare l'erba per creare foraggio e così via. Non solo: quando sarà libero dalle molteplici incombenze bucoliche, il protagonista potrà girare per il paese, chiacchierare coi vicini, offrire loro dei doni o riceverne, e perfino corteggiare quattro pulzelle (una delle quali aggiunta in questa Special Edition). Alla fine del primo anno, se tutto è andato come dovrebbe, verrà celebrato il matrimonio, e dopo poco tempo la pace familiare verrà allietata dalla nascita di un frugoletto da crescere. E così via, man mano che gli anni si susseguono ed il nostro protagonista invecchia sempre di più.
Difatti, il gioco è suddiviso in anni, ciascuno composto da quattro stagioni (e fin qui ci siamo) di dieci giorni ciascuna. Lo svolgimento è interamente in un tempo semi-reale, vale a dire che l'orologio in alto a destra scatterà di un minuto circa ad ogni secondo di tempo reale (a meno di non trafficare coi menù di pausa); ovviamente questo comporta il fatto che molte delle attività che svolgerete saranno subordinate all'ora del giorno (non azzardatevi, ad esempio, a tentare di mungere una mucca in piena notte), e che ogni tot di tempo dovrete prendervi delle pause per riposare. Per controllare il protagonista utilizzerete fondamentalmente lo stick analogico sinistro, più il destro per ruotare l'inquadratura negli ambienti più ampi; un apposito comando di gioco vi permette di frugare o riporre un oggetto nello zaino, ma tutti gli altri varieranno a seconda dell'oggetto impugnato e del luogo dove vi trovate, e verranno segnalati sulle icone raffigurate nell'angolo in alto a destra, ciascuna rappresentante un tasto del pad. Se per esempio impugnate una zappa nelle vicinanze del terreno coltivabile, sopra la Croce comparirà il comando "zappare", mentre con un annaffiatoio "annaffiare", e così via.
Molti si staranno chiedendo quale sia lo scopo del gioco: in effetti lo scopo si può tradurre solo in "vivere una vita meravigliosa", ed in questo il gioco è piuttosto simile al concetto di base dei giochi di ruolo. A livello più "pratico", ci saranno proposte volta per volta delle "tappe" da superare per proseguire nella vicenda: la prima, già citata, è quella di corteggiare le ragazze fino al matrimonio, altre riguarderanno la prole, ed in generale sarà solo il "mancare" questi traguardi che causerà il Game Over, cosa oltretutto molto difficile perché spesso interverrà il gioco stesso a piazzare una "pezza". Per quanto dovremo sempre tenere al produzione della fattoria in attivo se vogliamo evitare di trovarci a corto di liquidi, è di base impossibile infatti fallire: se anche tutte le culture dovessero appassire e tutti gli animali morire di fame, il protagonista continuerebbe a vivere mangiando funghi e radici selvatiche, e potrà sempre sperare di risollevarsi vendendo in città i ritrovamenti archeologici degli scavi. Certo è, però, che quando le cose vanno economicamente TROPPO male, secondo quanto tempo state giocando fate prima a iniziare la partita da capo.
Tecnicamente il gioco è realizzato con una grafica "cartonosa" secondo lo stile super-deformed, quello ossia che prevede personaggi "pupazzosi" con la testa sproporzionatamente grande rispetto al resto del corpo. Il dettaglio dei modelli non è particolarmente curato, ma lo stile adottato non lo richiede neppure, assettandosi su un livello volutamente acerbo. La texturizzazione è allo stesso livello, ma vi è un pregevole utilizzo di luci a colori differenti e di ombre che rendono il tutto particolarmente gradevole; peccato per le ombre dei modelli, praticamente appena accennate. Ma il problema più grave della grafica è il fatto che in sede di conversione, essendo il gioco nativo Nintendo GameCube, gli sviluppatori si sono trovati a dover fare i conti con un'hardware, quello della PS2, decisamente meno potente: per questo motivo è stato operato un consistente downgrade (ad esempio nei modelli delle culture, dell'erba o dell'acqua del fiume), nonostante il quale il gioco tende a rallentare copiosamente all'aumentare dei modelli in campo; d'inverno, poi, i rallentamenti si fanno veramente seri, e ci si chiede se non si sarebbe ottenuto un risultato molto superiore riprogrammando il tutto ex-novo.
Il sonoro ha subito meno il trauma della conversione, ma ciò non toglie che sia comunque concepito in maniera decisamente discutibile: in pratica alcune parti del villaggio hanno una loro musica specifica, ma molte altre ne sono totalmente prive. Il tema che sentirete più spesso è quello della vostra fattoria, ma a meno che non cambiate voi stessi il disco nel grammofono in camera da letto rimarrà immutato per tutto il tempo (ed i dischi sono oggetti che avrete più utilità a regalare che non ad ascoltare), risultando alla lunga ripetitivo. Fortunatamente i temi sono tutti piuttosto gradevoli e si adattano perfettamente all'idea di vita bucolica che il gioco tenta di trasmettere. Gli effetti sonori sono nella norma, mentre i doppiaggi sono limitati a poche esclamazioni che i personaggi pronunciano se interpellati, rimanendo per il resto assenti. Il gioco è tradotto esclusivamente in lingua inglese.
Prendere confidenza con il concept di gioco non è immediato come possa sembrare ad una prima partita: è indubbio che i comandi siano semplici, talmente semplici da essere elementari, ma per quanto riguarda il "organizzarsi le cose da fare" probabilmente all'inizio commetterete tantissimi errori, alcuni dei quali, come già citato, potrebbero essere talmente gravi in senso economico da non consentirvi più di risollevarvi se non dopo molto tempo.
La cosa più intelligente da fare è pertanto quella di giocare circa un anno di "prova" prendendosi la licenza di commettere tutte le idiozie che ci vengono in mente, per poi iniziare il gioco da capo prima che, con il matrimonio e la nascita del figlio, le cose comincino a farsi veramente serie, optando adesso per una gestione più oculata. Se proprio volete un consiglio da chi ci ha fatto il callo, all'inizio puntate sulle galline...
Ovviamente un gioco con un concept così al di fuori dagli schemi canonici può piacere tantissimo o non piacere per niente a seconda dei propri gusti personali: indubbiamente la sua impostazione politally-correct è studiata innanzitutto per poter arrivare a tutte le fasce d'età (tanto per dirne una, i bovini non si "accoppiano", ma si estrae dal toro una "pozione magica" da somministrare alla mucca), ma è forse con un'idea più adulta della società che si possono apprezzare le sfumature bucoliche e "favolistiche" del gioco. Ma chi dovesse trovare in questo gioco veramente il simulatore di una vita meravigliosa, allora avrà non poca difficoltà a staccarsi dallo schermo mentre i giorni, gli anni e le stagioni si susseguono apparentemente, e solo apparentemente, senza fine, e non ci si accorge che da quando si è cominciato a giocare è già trascorso più di un mese (di vita). Da questo punto di vista, la longevità è veramente vasta, tale da motivare senza riserve l'acquisto del gioco nonostante i suoi difetti tecnici.