Harvest Moon

di Paolo Mulas
La serie di Harvest Moon ha da poco compiuto i suoi primi dieci anni. Di episodio in episodio, di piattaforma in piattaforma, la saga Natsume ha guadagnato sempre più popolarità, probabilmente per via del suo concept tanto semplice quanto originale, ossia replicare la dura vita del contadino. Non si tratta però di un semplice gestionale, dato che il titolo, soprattutto nelle sue ultime edizioni, si è arricchito di tantissimi elementi del classico gioco di ruolo.
La storia che fa da cornice ad Harvest Moon, è tanto semplice quanto tediosa. Vittima di un incantesimo da parte della pestifera Streghetta, la dea del raccolto ( e con lei anche i 101 folletti ) è sparita in un'altra dimensione. L'unico modo per riportare il tutto alla normalità (non si sa in base a quale logica) è quella di mandare avanti la propria azienda agricola che, partendo da zero, dovremo trasformarla in breve tempo in una attività altamente redditizia. Nei panni di un giovane agricoltore/allevatore, saremo chiamati non solo a gestire la fattoria in tutte le sue componenti, ma anche a vivere una vita extra lavorativa, dedicandoci a qualche hobby (come la pesca ad esempio), interagendo con i numerosi abitanti del villaggio, o magari mettendoci alla ricerca della nostra anima gemella.


Le similitudini con la precedente versione per Gameboy Advance, "Friends of Mineral Town", sono tante, a partire dalla città, fino alla presenza di alcuni personaggi già conosciuti. Se alcune analogie, sono apprezzabili per quel che riguarda la continuità e la coerenza della serie, altre "somiglianze" risultano un po' meno gradite. Il titolo sfrutta infatti in maniera piuttosto limitata, le caratteristiche del Ds, l'azione si svolge infatti solamente nello schermo superiore, ed il pennino è sfruttato solamente per la navigazione dei menù, ed in qualche altra particolare circostanza che andremo poi ad analizzare. Anche graficamente le due versioni sono troppo simili; lo stile dei personaggi, super deformed, che si rifà alla tradizione dei gdr nipponici, è comunque apprezzabile, così come quello degli ambienti. Indubbiamente, però, visto il divario tecnico tra le due console, era lecito aspettarsi di più. Anche il sonoro, con le sue canzoni adatte ma troppo ripetitive, ed i suoi effetti, efficaci anche se non sempre realistici, sembra provenire di peso dal Gba.
Riprendendo il discorso sulla parte gestionale, dovremo innanzitutto sistemare il terreno per la coltivazione, strappando le erbacce, rimuovendo le pietre e tutti quegli elementi d'intralcio; dopo una veloce aratura, potremo dedicarci alla semina. Le piante non tarderanno a spuntare, sempre naturalmente che abbiano avuto la loro razione idrica quotidiana, un lavoro che potrà essere svolto dalla pioggia (specie in autunno), oppure da noi stessi tramite innaffiatoio.


Una volta racimolati un po' di guadagni, potremo finalmente procedere ad una graduale espansione, facendo per esempio costruire aie o stalle, in maniera tale da popolare la nostra fattoria (anche perché senza animali che fattoria sarebbe?) con cavalli, mucche, pecore, anatre e quant'altro. Così come per le piante, a maggior ragione anche gli animali necessitano di cure, oltre ad essere nutriti, dovranno anche essere accuditi, ed è qui che entra il gioco il pennino; un po' come avveniva (ma in maniera più curata) in Nintendogs, dovremo usarlo per interagire con gli animali, per esempio tosando le pecore o spazzolando (senza essere troppo vigorosi) i cavalli. Continuando ad occuparci in maniera regolare di tutte le nostre mansioni, cominceremo ad accumulare denaro sufficiente per comprare qualche nuovo mobile per la casa, qualche nuovo oggetto, o per allargare le nostre attività. Un altro metodo di guadagno sarà quello di andare a scavare in miniera, magari alla ricerca di pietre preziose da regalare poi alla ragazza da corteggiare da noi prescelta. Diciamo che le donne non fanno però una gran bella figura nel gioco; più che essere interessate alle nostre qualità morali, riusciremo a ricevere un po' di attenzione da loro solamente con omaggi (fiori, pietre preziose, pietanze). Se il rapporto procederà bene ( o male a seconda dei punti di vista), la storia potrà sfociare nel matrimonio, e successivamente anche nella nascita di un figlio, che assumerà caratteri da entrambi i genitori. Il problema principale del titolo è dato dallo scorrere del tempo; al contrario di ciò che avviene in Animal Crossing, dove l'ora del gioco corrisponde all'ora del mondo reale, in Harvest Moon Ds, tutto è troppo accelerato. Il giorno si esaurisce infatti nel giro di pochi minuti, un tempo davvero esiguo per poter portare a termine in maniera efficace le proprie mansioni, ed aver nel contempo anche un po' di vita sociale con i numerosi personaggi non giocanti che affollano la città. Solamente avanzando nel gioco, quando i folletti ci sostituiranno in alcuni lavori (per esempio nell'irrigazione dei campi) la situazione diventerà leggermente più sostenibile.

Harvest Moon Ds, è un titolo vario, dotato di una longevità (sempre che però si riesca ad entrare nei meccanismi del gioco) davvero elevata, che però soffre della presenza nella stessa softeca di un rivale illustre, che risponde al nome di Animal Crossing Wild World, decisamente più curato e soprattutto più sviluppato intorno alle innovative caratteristiche del Nintendo Ds.