Harvest Moon: Friends of Mineral Town

di Antonio 'Treasure Hunter' Norfo

Once upon a time...

Come ad ogni sua uscita anche questo Harvest Moon va accolto con un sorriso sulle labbra. Apparso nel nostro continente insieme al suo fratello maggiore "A Wonderful Life" (entrambi su distribuzione Ubisoft), "Harvest Moon: Friends of Mineral Town" si distacca dall'episodio per Gamecube sotto svariati aspetti e sotto altri, invece, si congiunge ad esso (ad iniziare dalla ormai immancabile connessione fra le due console e versioni tramite il consueto Game Link). Basilarmente siamo dinanzi ad un Harvest Moon e dunque lungo l'arco di quattro stagioni virtuali (formate ognuna da trenta giorni e non, verosimilmente, da tre mesi) avremmo modo di interagire (per alcuni anni e in svariati modi) con l'ambiente circostante e con gli abitanti in esso collocati (siano essi vegetali, animali o umani). Il primo impatto ricorda da vicino quel piccolo gioiello che diede i natali alla serie (e ad una nuova prospettiva ludica) nel 1996: il capostipite degli Harvest Moon che arricchì la già vasta ed appagante softeca del sempreverde Super Famicom. Il pretesto è diverso ma come nei precedenti episodi (e a differenza dell'esponente cubico) ci troveremo misteriosamente ereditieri di un podere in condizioni disperate, un tempo unico avere di un vecchio che ha avuto la fortuna di trascorrere colà i propri felici (benché solitari) giorni idilliaci.
Quel vegliardo non è del tutto misconosciuto agli occhi del vostro alterego il quale, infatti, si ritrova nella comunità Mineral Town per l'esplicito motivo di fargli visita. Tuttavia, ahinoi, l'anziano, che tempo addietro ospitò noi e la nostra famiglia nel verde e nella tranquillità della sua fattoria, è ormai scomparso. Non avendo altri eredi ideali al di fuori di noi, il sindaco Thomas (un baffuto signore vestito di rosso) ci rende noto che secondo il testamento quel podere è ormai di nostro possesso. Spetterà pertanto a noi rimboccarci le maniche e prepararci a fatiche e soddisfazioni, ambedue facce dell'invidiabile vita nella campagna.


"Davanti alla prosperità, sudore hanno messo gli Dei immortali"

I primi passi saranno quelli più duri e faticosi dal momento che dovremmo per prima cosa trovare una rapida via di lucro nelle montagne, andando alla ricerca e alla raccolta di erbe e frutti e, nei pressi delle acque termali e del lago, di preziosi minerali. Quest'ultimi non solo potranno essere venduti ma verranno anche utilizzati come materiale evolutivo dei nostri preziosi utensili (rivolgersi al fabbro, aperto ogni giorno lavorativo eccetto il lunedì dalle 9 alle 15). Il campo, che vedrà presumibilmente crescere i nostri preziosi ortaggi, è inizialmente in una situazione a dir poco infelice: pieno zeppo di tronchi, massi e sterpaglie che dovremmo meticolosamente e pazientemente provvedere ad eliminare dalla nostra vista e prima ancora dal nostro fertile territorio. Quest'ultimo occupa la stragrande maggioranza dei nostri possedimenti e al suo perimetro sono disposti ordinatamente il pollaio, le stalle, un albero in cui prelevare quotidianamente del miele, la cuccia del nostro fido cane, la nostra abitazione, una costruzione ove depositare i ceppi di legno ed infine una pozza d'acqua. La loro importanza e il loro utilizzo è scontato, soprattutto considerando che in alcune di questi edifici risiederanno gli animali d'allevamento che dovremo giornalmente accudire (galline, mucche e pecore: questi i compagni a due e quattro zampe da nutrire). Inoltre, ciliegina sulla torta, rivolgendoci al montanaro carpentiere (Gotz) potremo espandere (pagando e mettendo a disposizione il legname) le abitazioni nostre e dei nostri compagni di fattoria. Fedele guardia e assidua compagnia sarà l'inseparabile cane (che vedremo prima cucciolo e poi adulto) e l'utilissimo, nonché motivo di vanto, destriero (affidatoci puledro nelle prime battute di gioco).