He-Man: Defender of Grayskull

di Tommaso Alisonno
Il principe Adam di Eternia riceve in dono dalla maga Sorceress una spada magica tramite la quale può evocare il Potere di Grayskull e con questo tramutarsi in He-Man, l'uomo più forte e potente dell'intero universo: tramite questo potere potrà proteggere il pianeta dalle terribili forze dello stregone Skeletor. Questa storia, sicuramente, la conoscete tutti o quasi. Si aggiunga un zassalto al Castello di Grayskull quando l'eroe è lontano e l'obbligo da parte di Sorceress di "privare" momentaneamente il suo pupillo del "Potere" per difendere la fortezza, quel tanto che basta perché lui venga catturato. Con la fuga dalle segrete di Skeletor inizia questo nuovo gioco, realizzato su licenza ufficiale, ispirato ad uno dei personaggi più amati dai nativi degli anni '70 e '80. Cominciamo subito a dire che tra le due serie di Masters of the Universe, la mitica degli anni '80 e quella moderna, attualmente in trasmissione, gli sviluppatori non hanno saputo scegliere, realizzando così un prodotto "ibrido": i modelli di Adam e di He-Man, così come molti altri, sono ispirati alla vecchia serie, e più precisamente hanno le proporzioni delle Action Figures dell'epoca (vale a dire "Torace a tronco di cono rovesciato"), mentre la Spada del Potere, il castello di Grayskull, Sorceress e altri elementi ancora sono evidentemente tratti dalla nuova. Il prodotto è un gioco d'azione in cui bisognerà condurre He-Man attraverso svariati livelli, la maggior parte dei quali a piedi ma alcuni a bordo della fedele tigre BattleCat, sconfiggendo i nemici che gli si pareranno davanti, evitando numerose trappole il più delle volte letali, fino allo scontro coi canonici Boss di fine livello e infine contro Skeletor.


Il repertorio di mosse a disposizione del nostro eroe sarà piuttosto limitato: avrà a disposizione un solo tasto di attacco da combinare con degli aleatori movimenti della levetta analogica, più la possibilità di saltare o di tuffarsi di scatto, e la parata. A bordo della tigre si aggiungeranno la possibilità di artigliare (in sostituzione del tuffo) e di lanciare missili teleguidati. La Spada del Potere sarà l'arma primaria in entrambi i casi, ma più avanti si unirà la BattleAxe a rendere le cose un po' più varie. Nella parte superiore dello schermo ci sarà l'indicatore della vita e del potere di Grayskull, utilizzabile alternativamente per ricaricare la vita o per effettuare dei colpi particolarmente dannosi combinando il tasto d'attacco ad uno degli altri. La realizzazione grafica è datata e scadente: il protagonista e tutti i modelli sono realizzati in maniera obsoleta, il motore non presenta nessun pregio di sorta e non muove mai un numero particolarmente elevato di poligoni, e nonostante ciò scatta e arranca in parecchie situazioni, anche solo con la rotazione dell'inquadratura. Gli effetti di luce ed ombre sono limitati a meno del minimo indispensabile, e gli unici effetti speciali sono quelli degli attacchi Grayskull, che tra l'altro sono eseguiti in slowmotion, quasi a voler dare una mano ad un motore scadente. La texturizzazione è banale e le superfici liquide sono semplicemente dipinte. L'approssimazione dei modelli sull'ambiente è pessima, e spesse volte si cade dagli strapiombi o dentro la lava semplicemente ruotando su se stessi.

Il sonoro è l'unico punto dignitoso del gioco, con musiche d'atmosfera e doppiaggi in lingua originale ben realizzati, per quanto la totale mancanza di sottotitoli renda piuttosto ardua la comprensione dei dialoghi. Gli effetti sonori non sono particolarmente intriganti, ma non infastidiscono il giocatore, e visto il contesto circostante ci sembra il caso di dire "almeno loro". La giocabilità è pessima: i controlli, per quanto pochi e potenzialmente semplici, rispondono malissimo, tanto che concatenare una combo decente è un risultato empirico, ed il sistema di trasferimento del Grayskull Power è praticamente inutile, visto che nel 99% dei casi è consigliabile semplicemente tenerlo come energia vitale di scorta. I salti, altrettanto, sono realizzati all'acqua di rose, e molti di quelli da effettuare con BattleCat sono precalcolati, vale a dire che se non saltate esattamente nel punto previsto dagli sviluppatori la tigre precipita rovinosamente nel vuoto, o comunque non riesce nel salto richiesto. I nemici hanno un'IA pessima e i Boss hanno un comportamento schematico superabile solo perdendo un gran numero di vite o con molta fortuna. Infine, l'aver inserito l'indicatore del "numero di vite rimanenti" quando ormai tutti i giochi hanno i crediti infiniti, specie in un gioco che ammette il savegame piuttosto spesso, piuttosto che dare più mordente all'esperienza si limita ad aumentare i tempi di caricamento (ogni tot errori dovete ricaricare dall'ultimo save). E se anche doveste riuscire a giocarci e divertirvici, ci penserà la longevità piuttosto limitata e l'unico livello di difficoltà disponibile a farvelo abbandonare ben presto.
Insomma: un gioco fallito sotto quasi tutti i punti di vista, una licenza ufficiale sfruttata malissimo e, da parte nostra, il consiglio per chi volesse giocare ad un qualcosa di divertente su He-Man di cercarsi la versione per Intellivision del 1983: quello sì che era un gioco!