Heavy Gear 2
di
Capita, facendo questo mestiere, il giornalista videoludico, d'imbattersi in giochi, in fase di lavorazione alpha, che lasciano subito un segno, un'impronta, nella mente del cronista. Passano i mesi, ci si scontra volte col classico balletto dei ritardi, eppure quel gioco torna a farsi vivo nella mente come uno di quei ricordi vividi che piacevolmente a volte precipitano nella routine quotidiana, mossi da chissà quale associazione mentale. Così é stato per Heavy Gear II, amore a prima vista sbocciatoa Londra, nel tiepido settembre dello scorso anno, com'é narrato nell'anteprima che pubblicammo molti mesi or sono. Un colpo di fulmine scoccato fra il mech game dell'Activision (scritto per riaffermare la supremazia nel genere della software house americana dopo l'affaire della perduta licenza di MechWarrior) e il sottoscritto che, può sembrare strano dopo tanti amorosi accenni, mai s'é interessato molto ai vari, MechWarrior, EarthSige ecc... Era apparso come un gioco dotato di una grafica accattivante, di un feeling ad alto tasso di giocabilità e di un mix fra azione e strategia, di grande interesse. Dopo aver dedicato negli ultimi giorni parecchie ore alla sospirata versione finale, con tanto di attenta lettura e rilettura del corposo e interessante manuale (112 pagine, quello in versione inglese), si possono da subito confermare le tre prime impressioni sopra citate
La grafica, powered by "Dark Engine" presenta scorci davvero bellissimi, in particolare tutto si svolge quasi sempre all'aria aperta, fra boschi di conifere, deserti giallo ocra o rosseggianti, fiumi di lava, ameni laghetti trasparenti, giochi d'acqua e ponticelli di legno degni di un giardino Zen, tutto illuminato, in tempo reale con tanto di ombre calcolate istante per istante, per non parlare delle diverse situazioni di luce diffusa (alba, pieno sole, tramonto, chiar di stelle) o delle condizioni atmosferiche, con una neve che incanterebbe anche Babbo Natale e una pioggia che mette in animo le sensazioni dei cupi giorni uggiosi. Il motore grafico é stato scritto basandosi API Direct 3D (per driver certificati con le DirectX 6.1 o superiori), ed é stato implementato mettendo la parte la classica (quanto pare fra poco si potrà dire "vecchia") abitudine di scrivere delle routine di rendering software (stessa scelta percorsa da id per il suo Quake III). Ancora sulla grafica, oltre agli elementi naturali, sono presenti, piccole città, strutture militari, avamposti, caratterizzati da toni pressoché monocromatici, da un design semplice, e funzionale, ma non per questo spartano; gigantesche installazioni e stazioni spaziali, invece, saranno gli scenari delle missioni che si svolgono nei freddi spazi stellati, lontano dalle superfici dei pianeti. Sul secondo aspetto evidenziato, la giocabilità, di Heavy Gear II, si potrebbe scrivere un piccolo trattato; questo gioco ha alcuni elementi caratterizzanti che danno un impronta e un sapore del tutto particolari al feeling di gioco: in primis bisogna ricordare che in HG2 si controlla un sofisticato robot, mezzo di battaglia costruito in metallo super corazzato e alto parecchi metri, che, benché capace di raggiungere ragguardevoli velocità di spostamento, non ha certo l'agilità di movimento che siamo abituati a "sentire" nei giochi d'azione che sempre più spesso affollano in nostri PC
La grafica, powered by "Dark Engine" presenta scorci davvero bellissimi, in particolare tutto si svolge quasi sempre all'aria aperta, fra boschi di conifere, deserti giallo ocra o rosseggianti, fiumi di lava, ameni laghetti trasparenti, giochi d'acqua e ponticelli di legno degni di un giardino Zen, tutto illuminato, in tempo reale con tanto di ombre calcolate istante per istante, per non parlare delle diverse situazioni di luce diffusa (alba, pieno sole, tramonto, chiar di stelle) o delle condizioni atmosferiche, con una neve che incanterebbe anche Babbo Natale e una pioggia che mette in animo le sensazioni dei cupi giorni uggiosi. Il motore grafico é stato scritto basandosi API Direct 3D (per driver certificati con le DirectX 6.1 o superiori), ed é stato implementato mettendo la parte la classica (quanto pare fra poco si potrà dire "vecchia") abitudine di scrivere delle routine di rendering software (stessa scelta percorsa da id per il suo Quake III). Ancora sulla grafica, oltre agli elementi naturali, sono presenti, piccole città, strutture militari, avamposti, caratterizzati da toni pressoché monocromatici, da un design semplice, e funzionale, ma non per questo spartano; gigantesche installazioni e stazioni spaziali, invece, saranno gli scenari delle missioni che si svolgono nei freddi spazi stellati, lontano dalle superfici dei pianeti. Sul secondo aspetto evidenziato, la giocabilità, di Heavy Gear II, si potrebbe scrivere un piccolo trattato; questo gioco ha alcuni elementi caratterizzanti che danno un impronta e un sapore del tutto particolari al feeling di gioco: in primis bisogna ricordare che in HG2 si controlla un sofisticato robot, mezzo di battaglia costruito in metallo super corazzato e alto parecchi metri, che, benché capace di raggiungere ragguardevoli velocità di spostamento, non ha certo l'agilità di movimento che siamo abituati a "sentire" nei giochi d'azione che sempre più spesso affollano in nostri PC