Heavy Metal F.A.K.K.2
di
Oltre alle combo, é presente anche la mira automatica già vista nei quattro episodi della serie Tomb Raider che, qui come nella saga Eidos, non asseconda sempre in maniera perfetta le scelte del giocatore. Durante i combattimenti, la testa di Julie si volterà verso la minaccia che LEI ritiene incombente, puntandole contro, di conseguenza, l'arma che al momento tiene in mano. Questo sistema crea diversi problemi nelle situazioni in sui si é attaccati da più parti, ma vedremo l'entità precisa di questi problemi più avanti, nella solita disamina tecnica. Quello che dobbiamo affrontare ora é lo svolgimento vero e proprio della produzione Ritual, che sin dalle prime battute si propone come l'arcade/adventure "definitivo" che i giocatori PC stavano aspettando da tempo immemore
In realtà, dell'arcade adventure e del già citato Zelda: Ocarina of Time, il nuovo Heavy Metal ha solo parte dell'aspetto estetico, mentre il grosso dell'azione si svolge secondo i canoni più classici degli action game e degli sparatutto da cui ha ereditato lo stesso engine. L'impostazione di gioco, pur considerando le possibilità di variare in minima parte il proprio percorso all'interno dei livelli, é assolutamente lineare e "scripted" ovvero legata agli avvenimenti progettati dal team di sviluppo per la trama. L'intera storia si svolge secondo un copione studiato per suscitare meraviglia nel giocatore (molti eventi puntano più alla spettacolarità grafica che alla rivelazione di dettagli importanti) ed evidenziare l'uso creativo che la Ritual ha fatto dell'ottimo engine di Quake III Arena. Blocchi da spostare, bonus da scovare in luoghi sperduti e mostri da affettare o crivellare di colpi sono feature già viste in quasi tutti gli esponenti della categoria e qui come nei suoi "colleghi" non si incontra nulla di particolarmente vario o innovativo. L'eccezione che conferma la regola arriva dagli scontri con i boss di fine livello, che necessitano di una buona dose di inventiva per essere superati, dimostrando ottima creatività dalla parte degli sviluppatori
In realtà, dell'arcade adventure e del già citato Zelda: Ocarina of Time, il nuovo Heavy Metal ha solo parte dell'aspetto estetico, mentre il grosso dell'azione si svolge secondo i canoni più classici degli action game e degli sparatutto da cui ha ereditato lo stesso engine. L'impostazione di gioco, pur considerando le possibilità di variare in minima parte il proprio percorso all'interno dei livelli, é assolutamente lineare e "scripted" ovvero legata agli avvenimenti progettati dal team di sviluppo per la trama. L'intera storia si svolge secondo un copione studiato per suscitare meraviglia nel giocatore (molti eventi puntano più alla spettacolarità grafica che alla rivelazione di dettagli importanti) ed evidenziare l'uso creativo che la Ritual ha fatto dell'ottimo engine di Quake III Arena. Blocchi da spostare, bonus da scovare in luoghi sperduti e mostri da affettare o crivellare di colpi sono feature già viste in quasi tutti gli esponenti della categoria e qui come nei suoi "colleghi" non si incontra nulla di particolarmente vario o innovativo. L'eccezione che conferma la regola arriva dagli scontri con i boss di fine livello, che necessitano di una buona dose di inventiva per essere superati, dimostrando ottima creatività dalla parte degli sviluppatori