Heavy Rain

Heavy Rain
Nell'autunno del 2011 la città è oppressa da una pioggia continua, noiosa e torrenziale. In questo scenario umido ed uggioso si muove un individuo deviato che rapisce i bambini, li lascia affogare nell'acqua piovana e li fa poi ritrovare con un origami in mano, da cui il titolo "Assassino dell'Origami". Questa è la storia di quattro personaggi: un padre che ha già perso un figlio ed è deciso a superare qualsiasi prova pur di non perdere il secondo, un criminologo dell'FBI chiamato a risolvere l'intricato caso, un investigatore privato rude ma compassionevole ed una giornalista che non teme di farsi coinvolgere direttamente nelle storie di cui scrive. E naturalmente è la storia di un assassino...

La felicità é una moglie innamorata, due figli sani e una giornata di sole
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Gli origami costituiranno un'inquietante presenza per tutto il gioco
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La scienza al servizio della comunità: il sistema ARI é veramente fenomenale
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Era addirittura l'E3 del 2006, in concomitanza con la prima presentazione della PS3, che fu mostrato un primo filmato riguardante il progetto Heavy Rain. Da allora, David Cage e il suo team di sviluppo Quantic Dreams (vi dice niente "Farhenheit"?) hanno continuamente solleticato la nostra curiosità, rilasciando poco alla volta filmati, spezzoni di giocato, financo una beta-demo ancora acerba, e ad ogni comunicato stampa le nostre aspettative crescevano. Ora la lunga attesa è giunta al termine, ed abbiamo finalmente messo le mani su uno dei giochi più discussi di questi anni.

In realtà il termine "gioco" risulta quasi inappropriato per Heavy Rain: gli stessi sviluppatori lo chiamano "Dramma Interattivo" (traduzione un po' forzata di "Interactive Drama"), e mai definizione è stata più azzeccata. Per quanto nel titolo siano infatti presenti effettivamente delle parti di gioco vero e proprio, quelle insomma dove l'abilità del giocatore è posta sotto esame, ciò che fa da padrone è l'intreccio delle varie storie che saremo chiamati a vivere sullo schermo, sentendoci contemporaneamente attori e coautori di un vero e proprio film.

Andando con ordine, non possiamo esimerci da uno sterile esame delle meccaniche di gioco: nella fasi di esplorazione potrete orientare il vostro alter-ego con l'analogico sinistro, ma per farlo camminare dovrete premere R2. Ogni qualvolta un elemento attivo entrerà nel vostro campo d'azione (ad esempio, avvicinandosi ad una porta o voltandosi verso un oggetto posato su una scrivania) compariranno sullo schermo le icone relative alle azioni da compiere per interagirvi. Queste solitamente si esplicheranno in movimenti da eseguire tramite l'analogico destro: si va dalla semplice pressione di una direzione (raccogliere un oggetto), alla pressione mantenuta (guardare dalla finestra), ad una rotazione (aprire uno sportello), fino al movimento lento e progressivo, corrispondete ad azioni delicate (posare un oggetto fragile).

Il classico confronto tra il criminologo accademico e il rude ed esperto poliziotto
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Suggestivo... qui la fede trascende nel fanatismo
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Un investigatore privato di provata esperienza é perfettamente in grado di gestire una simile situazione
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Interagendo con determinati elementi, oppure al verificarsi di eventi-trama di qualsiasi genere, dalla scazzottata all'inseguimento allo scontro a fuoco, anche tutti gli altri comandi del controller appariranno sullo schermo, e sarà nostro compito quello di premerli nella misura e nella quantità giusta. Anche in questo caso, il tasto potrebbe dover essere semplicemente cliccato prima che l'icona sparisca, oppure tenuto premuto per un certo tempo, oppure ancora pestato ripetutamente, soprattutto in azioni che comportano sforzo fisico o velocità. Nelle fasi più avanzate del gioco questi tipi di controlli cominceranno a sovrapporsi: ci siamo trovati a dover premere ripetutamente un tasto mentre ne tenevamo bloccati altri tre, impugnando il controller anche in maniera inconsueta.

L'efficienza del giocatore in queste scene, unitamente alle scelte che saremo chiamati a compiere in prima persona, influenzeranno l'andamento generale della trama. Talvolta ci sembrerà quasi che il risultato sia comunque scontato, soprattutto nelle prime scene della storia, ma in seguito scopriremo come andare a destra piuttosto che a sinistra conduce ad un'evoluzione differente della trama, così come sbagliare uno o due tasti durante un contrasto porterà a bernoccoli ed ecchimosi sul personaggio, mentre un numero maggiore a risultati spiacevoli, o addirittura alla sua morte. In questi casi la trama prosegue "normalmente", anche con un personaggio in meno: la vicenda può terminare anche con tutti i protagonisti morti, ma naturalmente in questo caso non potremo certo parlare di "lieto fine".

La realizzazione tecnica di Heavy Rain pone un'attenzione particolare nella cura dei visi e delle espressioni dei personaggi, con risultati a dir poco superbi: ogni protagonista, ma anche la maggior parte dei personaggi principali (non richiediamo la stessa cura per il crew), è realizzato in maniera a dir poco fotorealistica, evidente soprattutto nei numerosi primi piani, e con un'espressività veramente eccellente; non esitiamo a dire che paragonando il modello all'attore che ha prestato le fattezze, di primo acchito si può non notare la differenza. Le animazioni sono eccellenti in tutte le scene d'azione, che ovviamente sono precalcolate in funzione del timing di pressione dei tasti; nelle fasi esplorative i modelli si muovono in maniera più compassata, un po' robotica.

La stessa cura è posta nella realizzazione degli ambienti, con sempre due possibili inquadrature per poter visualizzare ogni elemento dell'angolatura migliore. Ovviamente, anche in questo caso non sarà possibile interagire liberamente con tutti gli elementi, come spostare sedie e tavoli o aprire tutti gli scomparti, ma solamente con quegli elementi in corrispondenza dei quali compariranno i comandi, ma in ogni caso il livello di dettaglio è estremamente alto. Nel movimento del crew assistiamo a routine piuttosto efficienti che permettono ai modelli di evitarsi; purtroppo, e questo è l'unico vero difetto che abbiamo registrato nella grafica, in alcune scene al passaggio dal random al precalcolato capita sovente che i modelli si compenetrino come se non esistessero. Fortunatamente, è un problema ininfluente ai fini della giocabilità.

Al cospetto con lo piscologo: sarà veramente interessato al nostro caso?
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Padre e figlio: un rapporto difficile... occhio a tutti gli elementi dell'ambiente circostante
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La folla in molte situazioni costituirà un ostacolo opprimente
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Heavy Rain
9

Voto

Redazione

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Heavy Rain

David Cage e i Quantic Dreams ci hanno fatto aspettare a lungo: si pensi che Heavy Rain fu presentato la prima volta quando ancora la PS3 aveva il controller “a banana”. Ma l'attesa adesso é finita, ed é stata premiata con un risultato veramente ottimo: il Dramma Interattivo (non é infatti lecito chiamarlo semplicemente “gioco”) presenta una realizzazione tecnica fenomenale, con una ricostruzione facciale fotorealistica, con un sistema di gestione delle scene d'azione preciso e una molteplicità di sviluppo della bellissima trama. Certo, per potersi accostare ad Heavy Rain occorrono tanti requisiti, tra cui maturità, sangue freddo, esperienza di gioco, pazienza, riflessi e capacità d'immedesimazione, ma se possedete tutti queste caratteristiche non esitate a farvi avvolgere da questa pioggia incessante.