Hellsweeper VR - la recensione del roguelike di Vertigo Games

Hellsweeper VR gioco action di Vertigo games per realtà virtuale

di Simone Marcocchi

Dire che la realtà virtuale è ancora agli esordi sarebbe una bestialità, eppure per tantissimi utenti è ancora così, ovvero quel tipo di esperienza che deve essere ancora assimilata in modo corretto e in tutto il suo potenziale. Per quanto noi gamer siamo diventati abilissimi con mouse e tastiera o pad alla mano, abbiamo comunque fatto un’enorme gavetta negli anni ’90, periodo nel quale siamo stati presi per mano e guidati verso un’esperienza sempre più complessa e matura, sia sul fronte dei contenuti, ma anche del modo di agire con questi “strumenti”.

Ho fatto questa premessa, perché nei giochi VR si sottovaluta spesso il giocatore, facendolo muovere poco o lasciandogli uno spiraglio di azione in cui non sfrutta pienamente il proprio corpo – salvo casi isolati – ma non è il caso di Hellsweeper VR. Sviluppato da Mixed Realms Pte Ltd, ha in dote come editore Vertigo Games, gente che conosce e sa modellare molto bene la materia grezza dei caschi di realtà virtuale e la dimostrazione è aver creduto in un progetto con questo.


Hellsweeper VR è di fatto un rogue-like, lo scopo del giocatore è affrontare una serie di livelli, generati in modo procedurale, cercando di sopravvivere il più possibile, guadagnare denaro, esperienza e arrivare al boss finale… tutto qui? Beh, ora vi spiego bene come funziona e vi farò ricredere.

Ambientato in un mondo fantasy, il giocatore si troverà in singoli livelli, simili ad arene, in cui dovrà risolvere specifiche quest – eliminare totem, nemici o collocare oggetti magici su totem, per fare alcuni esempi – e per questo avrà bisogno di un nutrito numero di armi oltre a muoversi in continuazione per restare vivo. La parte migliore è che sono tutte facilissime da usare e le cui abilità sono piuttosto elementari da apprendere e sfruttare sul campo, al netto del fatto che passando di livello guadagnerete statistiche utilissime anche nel modo in cui queste ultime avranno ripercussioni contro i nemici, scegliendo quelle che più preferite.

La parte meno riuscita però è che non tutte sono così pratiche da usare, facciamo degli esempi: le pistole sono quelle che meglio riescono ad essere gestite e sbaragliare le orde di nemici, la magia pura che fa scagliare danni elementari in ogni direzione non è sempre funzionale, il concetto proprio di lancio della magia prende delle direzioni inattese e non sempre precise. Non solo, ricaricare armi – che si possono anche rompere, quindi andranno sostituite – prevedono un movimento del polso che non sempre porta alla soluzione desiderata e dovrete eseguire movimenti più volte mentre siete circondati da un numero sempre crescente di amenità di vario tipo. 


Quest’ultima parte è un problema, ma si può comunque “risolvere”, dato che avere molte armi differenti può prevedere strategie che meglio si adattano ad alcuni contesti, sfruttare un’arma da mischia non permette solo di affettare i nemici, ma nel caso in cui facciate fatica a falcidiare le orde, potrete sempre lanciarla e prendere un altro oggetto da offesa, così come le magie che non sempre si scagliano alla perfezione, possono essere sempre sfruttate a corto raggio con effetti devastanti. È particolarmente piacevole poi vedere quanto sia efficace lo smembramento, fare a fette (tantissime fette!) gli abomini è gustosissimo – sono una persona orribile – ma anche giocando in sé è prevista una stratificazione degli upgrade delle armi particolarmente efficace; run dopo run si è sempre più forti e la curva di difficoltà diventa più dolce, oltre al fatto che ogni partita è unica nel suo genere.

Come vi ho detto sopra, questo brand è edito da Vertigo Games e come sapete quest’anno attendiamo tutti l’arrivo di Arizona Sunshine 2, gioco che ho spolpato in ogni sua parte, DLC compresi e di cui attendo con ansia il nuovo capitolo.