Heretic 2
di
L'alchimia riuscita alla Raven é quella di aver ben calibrato il gioco e i suoi elementi; l'azione é principalmente incentrata sulla carneficina, e meno sull'esplorazione, e la trama si svela a poco a poco, con colpi di scena e svolte a sorpresa, sempre interessante e mai esclusivamente finalizzata a "giustificare" un altro livello di blastaggi e massacri, vero limite di tanti sparatutto condannati all'oblio
Tecnicamente, poi, non ci si é limitati a costruire qualche mappa alla bell'e meglio, ad inventarsi una decina di armi come capita e ad assemblare il tutto, ma ognuno di questi aspetti é stato curato e pensato in maniera accurata, e le mappe (all'aperto e al chiuso) sono sempre varie e in tono con le diverse ambientazioni in cui si muove Corvus, mentre le armi sono da un lato intonate con il tema fantasy di Heretic II, dall'altro calibrate per adattarsi allo speciale tipo di azione che la visuale in terza persona impone, caratterizzato da una precisione oggettivamente inferiore rispetto a quella offerta dalla prima persona, e da una visuale ampliata che consente e obbliga a destreggiarsi tra attacchi contemporanei su più lati da risolvere con salti, riflessi e mouse pronti
Quanto alla varietà nulla da dire: l'ambientazione ha consentito agli autori di discostarsi dall'abituale alternanza di pistolone di varia misura, proponendo armi da taglio, magie (di gran lunga le armi più spettacolari) ed archi, oltre a una serie di magie difensive attivabili indipendentemente come meteore che ci fluttuano attorno per scagliarsi contro nemici, onde d'energia che allontanano gli avversari mettendoli a "distanza di sicurezza" o la metamorfosi dei nemici. Infatti così come nel primo Heretic, anche in questo seguito é possibile trasformare l'incauto avversario in un animale da cortile, in questo caso un povero polletto che, inutile dirlo, può opporre una resistenza assai minore che se avesse artigli o se sparasse dardi esplosivi
Tra l'altro la metamorfosi risulta essere uno spasso quando utilizzata nelle partite in multiplayer, sia a farla sia a subirla. Non vi dico che gusto gli inseguimenti forsennati o le fughe disperate tra lo sbattere di ali e lo svolazzare di piume bianche
Tecnicamente, poi, non ci si é limitati a costruire qualche mappa alla bell'e meglio, ad inventarsi una decina di armi come capita e ad assemblare il tutto, ma ognuno di questi aspetti é stato curato e pensato in maniera accurata, e le mappe (all'aperto e al chiuso) sono sempre varie e in tono con le diverse ambientazioni in cui si muove Corvus, mentre le armi sono da un lato intonate con il tema fantasy di Heretic II, dall'altro calibrate per adattarsi allo speciale tipo di azione che la visuale in terza persona impone, caratterizzato da una precisione oggettivamente inferiore rispetto a quella offerta dalla prima persona, e da una visuale ampliata che consente e obbliga a destreggiarsi tra attacchi contemporanei su più lati da risolvere con salti, riflessi e mouse pronti
Quanto alla varietà nulla da dire: l'ambientazione ha consentito agli autori di discostarsi dall'abituale alternanza di pistolone di varia misura, proponendo armi da taglio, magie (di gran lunga le armi più spettacolari) ed archi, oltre a una serie di magie difensive attivabili indipendentemente come meteore che ci fluttuano attorno per scagliarsi contro nemici, onde d'energia che allontanano gli avversari mettendoli a "distanza di sicurezza" o la metamorfosi dei nemici. Infatti così come nel primo Heretic, anche in questo seguito é possibile trasformare l'incauto avversario in un animale da cortile, in questo caso un povero polletto che, inutile dirlo, può opporre una resistenza assai minore che se avesse artigli o se sparasse dardi esplosivi
Tra l'altro la metamorfosi risulta essere uno spasso quando utilizzata nelle partite in multiplayer, sia a farla sia a subirla. Non vi dico che gusto gli inseguimenti forsennati o le fughe disperate tra lo sbattere di ali e lo svolazzare di piume bianche