Heroes of the Pacific
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La Seconda Guerra Mondiale è certamente il conflitto maggiormente rappresentato in ambito videoludico: non si contano, infatti, i titoli ambientati nel periodo che va dal 1939 al 1945, con anche un discreto popolamento di ottimi prodotti (se non altro per la teoria dei grandi numeri: tra centinaia di titoli ce ne dovrà pur essere qualcuno buono, no?). Tra questi figurano certamente Brothers in Arms e Call of Duty per quanto riguarda gli scontri terrestri, mentre per il genere delle battaglie aeree non c'è un vero e proprio titolone, se non il discreto Secret Weapon over Normandy (Crimson Skyes è ambientato in un altro periodo).
È in questo contesto che si colloca Heroes of the Pacific (da qui in poi HotP), che ambisce a portare sul vostro schermo i combattimenti che hanno visto impegnati Americani e Giapponesi nell'Oceano Pacifico.
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Duplice faccia
HotP vi proietta a Pearl Harbor nel tardo autunno del 1941, dove vestirete i panni di un pilota statunitense di nome William Crowe. Si comincia con l'addestramento mediante i tutorial (che però sono skippabili), molto utili per prendere dimestichezza con i comandi e, soprattutto, per decidere quale tipologia di imposizioni scegliere: sono infatti presenti due tipologie di "modello di guida", l'Arcade e il Professionale. Il primo rende il gioco immediato e appetibile a tutti semplificando le manovre di virata, per le quali è sufficiente inclinare la levetta analogica sinistra. Il secondo, invece, ha il merito di rispecchiare maggiormente la realtà: per cambiare rotta vi toccherà esibirvi in complicate manovre con lo stick, esattamente come dovreste fare se al posto del joypad aveste la cloche di comando di un aereo. In questo caso vi accorgerete ben presto che centrare un bersaglio si rivelerà un'impresa molto complicata, ma ripagata da un maggior senso di appagamento.
Remember Pearl Harbor
Tuttavia la situazione politica, resa particolarmente instabile a causa delle mire espansionistiche dell'Impero Giapponese, precipiterà di lì a poco: giusto dopo aver terminato i tutorial scoccherà l'alba del 7 dicembre 1941, data tristemente ricordata dai libri di storia come il giorno in cui il Giappone sferrò un attacco a sorpresa alla base di Pearl Harbor, decimando la Flotta del Pacifico statunitense. Ed è proprio in questo contesto che dovrete intraprendere la vostra prima missione, a bordo del vostro P40 Warhawk, consistente nel limitare i danni. Non illudetevi però di vincere tutte le battaglie: l'evoluzione del gioco, infatti, ripercorre fedelmente le vicende delle più importanti battaglie del Pacifico (comprendenti anche Wake Island, Guadalcanal, Iwo Jima, Midway, Leyte Gulf ed Mar dei Coralli), articolate in 26 missioni ben variegate tra loro, ciascuna delle quali organizzate in obiettivi principali e secondari. Come facilmente intuibile, gli obiettivi principali sono vincolanti per il prosieguo nella campagna, mentre quelli secondari (che consistono perlopiù nell'abbattere tot aerei nemici, affondare qualche incrociatore...) sono un'occasione per guadagnare qualche punticino in più.
L'arte dello sdoppiamento
Vi accorgerete ben presto, tuttavia, che a complicarvi la vita ci penserà il vostro comandante, in quanto spesso e volentieri vi affibbierà ben due compiti contemporaneamente, come ad esempio la missione in cui dovrete coprire la fuga terrestre di un vostro ammiraglio (distruggendo i fuoristrada giapponesi che lo inseguono) ma allo stesso tempo abbattere un bombardiere che sta sopraggiungendo dalla direzione opposta per distruggere un ponte, unica via di fuga per l'ufficiale.
In ogni caso il gioco non si rivela affatto frustrante, grazie anche ai quattro livelli di difficoltà selezionabili, che però differiscono anche nella generosità con cui a fine missione vi verranno elargiti i punti per potenziare i velivoli.
Una piccola nota di demerito se la merita invece la fase di atterraggio, che consiste nell'attraversare a velocità ridotta due cerchi colorati. Peccato che gli sviluppatori non abbiano pensato di inserire anche un modo realistico per il "rientro alla base", in cui affrontare tutte le difficoltà degli atterraggi sulle portaerei (magari inserendo un checkpoint per non correre il rischio di vanificare, in caso di schianto, anche l'ultima fase della missione).
Sovrapopolato
Ma sono i combattimenti aerei la vera essenza di questo HotP, capace di trasportarli sullo schermo in tutta la loro drammaticità: le esplosioni della contraerea, le raffiche di mitragliatrici e le deflagrazioni delle bombe sono tute ben realizzate, così come sono ben riprodotti gli aerei e le navi che prenderanno parte alle varie battaglie. Una nota a parte se la merita il numero di velivoli che popolerà lo schermo: il motore grafico realizzato da Red Mile ha permesso di gestirne fino a 150 contemporaneamente e, anche se si avvicineranno in perfetta formazione (quindi quasi fossero un corpo solo), va detto che basterà perturbarli con una raffica di mitragliatrice per vederli distaccarsi dal gruppo ed animarsi ciascuno di una vita propria, con differenti manovre evasive. Ed è davvero impressionante guardare decine e decine di aerei muoversi alla rinfusa: da lontano l'impressione è quella di osservare uno sciame di vespe, ma basterà avvicinarsi un po' per riconoscere i vari modelli.
Tecnica sopraffina
Tecnicamente HotP è ineccepibile: il livello di dettaglio che il motore grafico riesce a gestire è elevato, sia per quanto riguarda le ambientazioni (particolarmente bella la superficie del mare), sia per ciascun elemento animato, sia per le nuvole che consentono anche di nascondersi e prendere di sorpresa gli avversari. Tutto ciò si paga, tuttavia, con qualche sporadico rallentamento causato non tanto dal numero di poligoni presenti sullo schermo, bensì dalle nuvole stesse. Il sonoro è ben realizzato e fa la sua parte nel coinvolgere il giocatore, con effetti davvero convincenti. Va però detto che i dialoghi sono interamente in inglese, tradotti in italiano da sottotitoli che spesso e volentieri non riuscirete a leggere (sarete troppo impegnati per distogliere lo sguardo) e che nascondono le imprecisioni tipiche di Codemasters.
Strategico
Chiude il quadro descrittivo di questo HotP l'approccio strategico: spesso sarete nominati comandanti di una squadriglia composta da altri 4 aerei, i quali non potranno essere abbattuti (se non quando scritto sul copione), ma che si riveleranno utilissimi in alcune circostanze. Ad esempio nella missione dell'assassinio di Yamamoto, in cui potrete ordinare ai compagni di occuparsi del primo gruppo di caccia giapponesi per permettervi di concentrare l'attenzione sul bombardiere con a bordo l'ammiraglio. Non è stato trascurato nemmeno il multiplayer, con sfide online fino a 8 giocatori contemporaneamente, oltre all'immancabile split-screen. In conclusione, HotP conquista meritatamente il trono del poco popolato genere di combattimenti aerei (almeno su console), forte di una realizzazione tecnica davvero ineccepibile e di un gameplay che, grazie all'assenza di missili a ricerca, si pone un gradino sopra a quello di Ace Combat per PS2. Un must per gli appassionati del genere, raccomandato a tutti gli altri.
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È in questo contesto che si colloca Heroes of the Pacific (da qui in poi HotP), che ambisce a portare sul vostro schermo i combattimenti che hanno visto impegnati Americani e Giapponesi nell'Oceano Pacifico.
table1
Duplice faccia
HotP vi proietta a Pearl Harbor nel tardo autunno del 1941, dove vestirete i panni di un pilota statunitense di nome William Crowe. Si comincia con l'addestramento mediante i tutorial (che però sono skippabili), molto utili per prendere dimestichezza con i comandi e, soprattutto, per decidere quale tipologia di imposizioni scegliere: sono infatti presenti due tipologie di "modello di guida", l'Arcade e il Professionale. Il primo rende il gioco immediato e appetibile a tutti semplificando le manovre di virata, per le quali è sufficiente inclinare la levetta analogica sinistra. Il secondo, invece, ha il merito di rispecchiare maggiormente la realtà: per cambiare rotta vi toccherà esibirvi in complicate manovre con lo stick, esattamente come dovreste fare se al posto del joypad aveste la cloche di comando di un aereo. In questo caso vi accorgerete ben presto che centrare un bersaglio si rivelerà un'impresa molto complicata, ma ripagata da un maggior senso di appagamento.
Remember Pearl Harbor
Tuttavia la situazione politica, resa particolarmente instabile a causa delle mire espansionistiche dell'Impero Giapponese, precipiterà di lì a poco: giusto dopo aver terminato i tutorial scoccherà l'alba del 7 dicembre 1941, data tristemente ricordata dai libri di storia come il giorno in cui il Giappone sferrò un attacco a sorpresa alla base di Pearl Harbor, decimando la Flotta del Pacifico statunitense. Ed è proprio in questo contesto che dovrete intraprendere la vostra prima missione, a bordo del vostro P40 Warhawk, consistente nel limitare i danni. Non illudetevi però di vincere tutte le battaglie: l'evoluzione del gioco, infatti, ripercorre fedelmente le vicende delle più importanti battaglie del Pacifico (comprendenti anche Wake Island, Guadalcanal, Iwo Jima, Midway, Leyte Gulf ed Mar dei Coralli), articolate in 26 missioni ben variegate tra loro, ciascuna delle quali organizzate in obiettivi principali e secondari. Come facilmente intuibile, gli obiettivi principali sono vincolanti per il prosieguo nella campagna, mentre quelli secondari (che consistono perlopiù nell'abbattere tot aerei nemici, affondare qualche incrociatore...) sono un'occasione per guadagnare qualche punticino in più.
L'arte dello sdoppiamento
Vi accorgerete ben presto, tuttavia, che a complicarvi la vita ci penserà il vostro comandante, in quanto spesso e volentieri vi affibbierà ben due compiti contemporaneamente, come ad esempio la missione in cui dovrete coprire la fuga terrestre di un vostro ammiraglio (distruggendo i fuoristrada giapponesi che lo inseguono) ma allo stesso tempo abbattere un bombardiere che sta sopraggiungendo dalla direzione opposta per distruggere un ponte, unica via di fuga per l'ufficiale.
In ogni caso il gioco non si rivela affatto frustrante, grazie anche ai quattro livelli di difficoltà selezionabili, che però differiscono anche nella generosità con cui a fine missione vi verranno elargiti i punti per potenziare i velivoli.
Una piccola nota di demerito se la merita invece la fase di atterraggio, che consiste nell'attraversare a velocità ridotta due cerchi colorati. Peccato che gli sviluppatori non abbiano pensato di inserire anche un modo realistico per il "rientro alla base", in cui affrontare tutte le difficoltà degli atterraggi sulle portaerei (magari inserendo un checkpoint per non correre il rischio di vanificare, in caso di schianto, anche l'ultima fase della missione).
Sovrapopolato
Ma sono i combattimenti aerei la vera essenza di questo HotP, capace di trasportarli sullo schermo in tutta la loro drammaticità: le esplosioni della contraerea, le raffiche di mitragliatrici e le deflagrazioni delle bombe sono tute ben realizzate, così come sono ben riprodotti gli aerei e le navi che prenderanno parte alle varie battaglie. Una nota a parte se la merita il numero di velivoli che popolerà lo schermo: il motore grafico realizzato da Red Mile ha permesso di gestirne fino a 150 contemporaneamente e, anche se si avvicineranno in perfetta formazione (quindi quasi fossero un corpo solo), va detto che basterà perturbarli con una raffica di mitragliatrice per vederli distaccarsi dal gruppo ed animarsi ciascuno di una vita propria, con differenti manovre evasive. Ed è davvero impressionante guardare decine e decine di aerei muoversi alla rinfusa: da lontano l'impressione è quella di osservare uno sciame di vespe, ma basterà avvicinarsi un po' per riconoscere i vari modelli.
Tecnica sopraffina
Tecnicamente HotP è ineccepibile: il livello di dettaglio che il motore grafico riesce a gestire è elevato, sia per quanto riguarda le ambientazioni (particolarmente bella la superficie del mare), sia per ciascun elemento animato, sia per le nuvole che consentono anche di nascondersi e prendere di sorpresa gli avversari. Tutto ciò si paga, tuttavia, con qualche sporadico rallentamento causato non tanto dal numero di poligoni presenti sullo schermo, bensì dalle nuvole stesse. Il sonoro è ben realizzato e fa la sua parte nel coinvolgere il giocatore, con effetti davvero convincenti. Va però detto che i dialoghi sono interamente in inglese, tradotti in italiano da sottotitoli che spesso e volentieri non riuscirete a leggere (sarete troppo impegnati per distogliere lo sguardo) e che nascondono le imprecisioni tipiche di Codemasters.
Strategico
Chiude il quadro descrittivo di questo HotP l'approccio strategico: spesso sarete nominati comandanti di una squadriglia composta da altri 4 aerei, i quali non potranno essere abbattuti (se non quando scritto sul copione), ma che si riveleranno utilissimi in alcune circostanze. Ad esempio nella missione dell'assassinio di Yamamoto, in cui potrete ordinare ai compagni di occuparsi del primo gruppo di caccia giapponesi per permettervi di concentrare l'attenzione sul bombardiere con a bordo l'ammiraglio. Non è stato trascurato nemmeno il multiplayer, con sfide online fino a 8 giocatori contemporaneamente, oltre all'immancabile split-screen. In conclusione, HotP conquista meritatamente il trono del poco popolato genere di combattimenti aerei (almeno su console), forte di una realizzazione tecnica davvero ineccepibile e di un gameplay che, grazie all'assenza di missili a ricerca, si pone un gradino sopra a quello di Ace Combat per PS2. Un must per gli appassionati del genere, raccomandato a tutti gli altri.