Hitman: Codename 47

Hitman Codename 47
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L'assassino: una figura sicuramente affascinante, se la guardiamo con gli occhi del videogiocatore. Nei nostri viaggi onirici davanti al monitor, infatti, abbiamo potuto impersonare praticamente qualunque personaggio: pirati debosciati, condottieri valorosi, piloti civili e militari, comandanti di potenti robottoni, ladri... quella dell'assassino, però, é sempre stata una "professione" per certi versi trascurata, almeno dal punto di vista strettamente "simulativo". Oggi Hitman: Pagato per Uccidere, ci mette negli scomodi panni di un mercenario della morte, che si troverà ad affrontare compiti piuttosto complessi per conto di una non ben meglio definita "Agenzia Internazionale Contratti"
Hitman: Codename 47
Gli specchi saranno l'unica possibilità che avremo(eccezion fatta per le scene d'intermezzo) per vedere in faccia il protagonista

ISPIRAZIONE CINEMATOGRAFICA
Il mondo del cinema ha recentemente riportato all'attenzione la professione del killer, dapprima con Léon, il bellissimo film di Luc Besson, e poi con l'americanissimo Assassins, dal quale (siamo pronti a scommetterci) gli sviluppatori di Hitman hanno tratto molti spunti interessanti per il loro prodotto
La storia del gioco ci vede nei panni di un recluso, che si trova - per motivi al momento poco chiari - in una cella di sicurezza. A un tratto il nostro innominato protagonista si troverà libero e una strana voce comincerà a condurlo attraverso alcuni stage di allenamento, con particolare attenzione all'uso di diversi tipi di armamento. Cosa sta succedendo? Non ci é dato saperlo, almeno inizialmente: in maniera assai cinematografica, infatti, appena concluso l'allenamento e completata la fuga dalla struttura in cui ci trovavamo reclusi, il gioco sposterà la narrazione degli avvenimenti in avanti di un anno, dove ritroveremo il nostro scarsocrinito a Hong Kong, pronto ad affrontare la sua prima missione da... assassino!

LA PIANIFICAZIONE DELLA MISSIONE
La prima cosa che vedremo, non appena avviata una nuova partita a Hitman, é la schermata del nostro portatile: é grazie a questo che riceveremo tutti i dettagli riguardanti le missioni da compiere. La prima schermata sarà dedicata a una sorta di breafing che ci illustrerà gli scopi della missione e quello che i nostri datori di lavoro sperano di ottenere con il nostro successo. Generalmente si tratta di compiti che comprendono l'assassinio, gli attentati, oppure più semplicemente di missioni tese a preparare la strada a successive infiltrazioni in basi nemiche. I dati presenti sul nostro portatile sono estremamente vari e ben congegnati: avremo sempre un filmato che ci mostrerà nel dettaglio quali dovranno essere le nostre vittime, oppure ci verrà illustrato nel dettaglio il compito che ci aspetta, con tanto di fotografie e filmati "rubati" da spie e informatori sui luoghi della missione. Non mancherà, inoltre, una mappa della zona in cui andremo ad operare, richiamabile anche durante il gioco vero e proprio, con eventuali segnali ad indicare zone di particolare interesse. Manca, purtroppo la possibilità di rappresentare una versione ridotta della mappa direttamente nella schermata di gioco, cosa piuttosto limitante visto che molte missioni si svolgeranno in ambienti semplicemente enormi
Hitman: Codename 47
6.5

Voto

Redazione

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Hitman: Codename 47

Hitman: Pagato per Uccidere, è in definitiva un gioco che presenta aspetti assai positivi, con qualche piccola caduta di stile che, sebbene comprensibile dal punto di vista della giocabilità, rende un po' meno credibili le azioni che dovremo compiere. Tecnicamente il gioco si assesta su un livello più che discreto, mentre la longevità è assicurata da sfide complesse ed elaborate. Hitman non è un gioco che si finisce in un pomeriggio piovoso: serve un minimo di applicazione e tanta, tanta pazienza. Se stavate aspettando un gioco immediato ma dotato di una buona profondità, beh, questo Hitman: Pagato per Uccidere potrebbe proprio fare al caso vostro. Non entriamo nemmeno nel campo "morale" che potrebbe essere toccato dal gioco: si tratta, per l'appunto, di un Videogioco e basta, e qualunque implicazione sociale ci pare, una volta di più, fuori luogo.