Homefront
di
Giuseppe Schirru
Il primo impatto con Homefront é traumatico. Lo é ancora di più per l'ignaro utente convinto di trovarsi di fronte ad un prodotto realmente in grado di rivaleggiare armi alla pari con i titoli di riferimento del genere. Un'esaltazione che alla luce delle nostre prove pare più un "mirror climbing" generato dai media, che sembrano chiudere gli occhi di fronte ad evidenti carenze sotto qualsivoglia aspetto del prodotto dei Kaos Studio. Singolo scialbo, multiplayer privo di idee così forti da strappare utenza a giochi come Battlefield e Call of Duty. No, non é così che si conquistano i giocatori. Eppure Homefront era partito sotto i migliori auspici.
Partiamo proprio dalla premessa di fondo, forse l'aspetto più positivo dell'intera produzione. Siamo nel 2027 e agli USA in ginocchio per la crisi economica si contrappongono le due Coree che, appese al chiodo le ostilità e unitesi sotto l'altisonante nome di Greater Korean Republic, emergono prepotentemente come nuova superpotenza desiderosa di fagocitare in toto i poveri States. E noi siamo proprio lì, in una San Francisco piegata e in rovina, tra le fila della resistenza, perennemente in fuga e braccati dall'esercito invasore e più che mai desiderosi di fargli il bip a strisce.
Una trama che, constatate le buone premesse (e l'ottima ambientazione), non riesce purtroppo a concretizzarsi per via di quella mancanza di coinvolgimento che ne riduce la portata, l'empatia con i comprimari e l'atmosfera che scema fin dalle prime battute. Homefront non appassiona, non "buca" lo schermo e senza quel rapporto emozionale che lega il giocatore alla causa per cui lotta siamo di fronte a un fps come tanti. E non saranno certo un paio di scene forti sparpagliate lungo tutta la durata della disavventura a cambiare le carte in tavola.
Si parte con la solita fuga rocambolesca da una morte sicura, un rapido ringraziamento ai nostri salvatori e poi coreani a frotte, sparpagliati qui e la per l'unica strada percorribile. Ma altro che fuga, pare un sentiero filoguidato. Bisogna peccar di lassismo per non imprecare contro un sistema di mira alquanto approssimativo e spudoratamente copincollato per filo e per segno dal compagno d'ami CoD (in quanto a mappatura dei tasti).E si prova un senso di vero sconforto quando ci si rende conto di essere accompagnati in questa avventura da compagni d'arme che appare come il classico accompagnamento di facciata. Praticamente inutili per sfoltire le linee nemiche e imbarazzanti da osservare mentre vengono bellamente sforacchiati da migliaia di proiettili avversari, uscendone sempre indenni. E' questo il castello di realismo messo in campo da Kaos?
Un peccato che altri shooter in prima persona sono riusciti a far passare quasi sotto traccia, rendendolo quasiveniale ma che in Homefront risulta talmente evidente da diventare quasi imbarazzante e indifendibile. Frutto di una intelligenza artificiale veramente al di sotto della media che fa il paio con il trattamento riservato ai nostri nemici.Traduciamo: ad oggi non si possono vedere simili banalità. Non é infatti concepibile pensare ad un fps valido sacrificando la bontà delle sparatorie. L'essenza dell'fps é sintetizzabile nel continuo scambio di pallottole tra noi e il nemico. É giocoforza perciò concludere che laddove Homefront metta in scena scontri col nemico soporiferi, tradisca il principio primo di ogni sparatutto che si rispetti. Il concetto é semplice: in mancanza di una componente sparatutto con i cosiddetti, deve assolutamente negarsi la qualità stessa del gioco, indubbiamente compromessa nella sua essenza. Ed é bene sottolineare che sempre secondo chi scrive, pur tenendo conto del genere in questione, trama e atmosfera non sono certo elementi accessori.
Tra comportamenti indecifrabili dei comprimari, scene grottesche di ostili dotati di intelligenza artificiale pari a zero, sembra di avere di fronteun gruppo di bassa manovalanza con pistole in mano. A tutto questo si deve associareuna campagna monotona ed ultra scriptata che é la sagra del già visto e che può essere portata a termine approssimativamente in quattro ore dai giocatori più smaliziati (in un CoD qualsiasi la campagna é ridotta ai minimi termini, ma quantomeno é confezionata con gran lusso). Avete letto bene: non é un refuso. I programmatori altro non han fatto che creare un solo e unico percorso da seguire, riproponendo trite e ritrite situazioni standard che affollano tutti gli fps sul mercato. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi. La piattezza degli obiettivi proposti e la mancanza di momenti veramente epici troncano ogni incertezza: Homefront non solo svolge superficialmente quel che svariati colleghi han fatto meglio negli anni passati, per giunta, impigrito e in pigiama sul divano, erra presentando meccaniche vecchie e stantie senza la minima velleità di svecchiarle o di mostrare qualcosa di innovativo o quantomeno diverso. O che non sia già visto. E giusto nel finale si ridesta e mostra un minimo d'impegno, quando purtroppo però é troppo tardi per sovvertire l'esito l'andazzo generale. E la rigiocabilità? Non pervenuta.
Al che pare superfluo sollevar dubbi sul perpetuo e lampante respawn dei nemici, sulle troppe situazioni scriptate, sulla mancanza di libertà, sui troppi tempi morti o sulla marea di frigoriferi presenti dinnanzi a tanti checkpoint o su una campagna che pecca in longevità senza compensare con l'intensità. Passiamo dunque a un reparto multiplayer dalle dubbie attrattive grafiche che se non altro risolleva la longevità di un prodotto altrimenti già da riporre nel cassetto. Poche modalità di gioco e poche mappe non son certo un piatto ricco per i tempi che corrono, Homefront però ancora una volta scimmiotta il sensei Call of Duty, aumenta l'estensione delle arene e aggiunge i mezzi, contornando il tutto con un sistema di bonus e ricompense per sbloccare nuove armi e oggetti, la suddivisione in classi e i soliti noti. Il risultato finale é adrenalinico al limite del confusionario, e comunque la si guardi ci si trova dinnanzi a una brutta copia del multiplayer di CoD o a quella di Battlefield (senza distruttibilità del fondale).
Dal punto di vista prettamente grafico Homefront si affida all'Unreal Engine 3, instancabile veterano di guerra che abbiamo avuto modo di vedere in forma decisamente più smagliante che in questa sua ultima apparizione. Location ispirate e un universo di gioco credibile si contrappongono a un utilizzo altalenante delle texture, a modelli poligonali di amici e nemici sgraziati (e animazioni discutibili), e un impatto generale che cala drasticamente nell'esperienza in multiplayer, ancor più di quanto fosse lecito attendersi. Il reparto audio é poi compromesso dalla mancanza di una colonna sonora quantomeno ispirata, al che rimane un doppiaggio in italiano di discreta fattura ed effetti sonori nella media.
Partiamo proprio dalla premessa di fondo, forse l'aspetto più positivo dell'intera produzione. Siamo nel 2027 e agli USA in ginocchio per la crisi economica si contrappongono le due Coree che, appese al chiodo le ostilità e unitesi sotto l'altisonante nome di Greater Korean Republic, emergono prepotentemente come nuova superpotenza desiderosa di fagocitare in toto i poveri States. E noi siamo proprio lì, in una San Francisco piegata e in rovina, tra le fila della resistenza, perennemente in fuga e braccati dall'esercito invasore e più che mai desiderosi di fargli il bip a strisce.
Una trama che, constatate le buone premesse (e l'ottima ambientazione), non riesce purtroppo a concretizzarsi per via di quella mancanza di coinvolgimento che ne riduce la portata, l'empatia con i comprimari e l'atmosfera che scema fin dalle prime battute. Homefront non appassiona, non "buca" lo schermo e senza quel rapporto emozionale che lega il giocatore alla causa per cui lotta siamo di fronte a un fps come tanti. E non saranno certo un paio di scene forti sparpagliate lungo tutta la durata della disavventura a cambiare le carte in tavola.
Si parte con la solita fuga rocambolesca da una morte sicura, un rapido ringraziamento ai nostri salvatori e poi coreani a frotte, sparpagliati qui e la per l'unica strada percorribile. Ma altro che fuga, pare un sentiero filoguidato. Bisogna peccar di lassismo per non imprecare contro un sistema di mira alquanto approssimativo e spudoratamente copincollato per filo e per segno dal compagno d'ami CoD (in quanto a mappatura dei tasti).E si prova un senso di vero sconforto quando ci si rende conto di essere accompagnati in questa avventura da compagni d'arme che appare come il classico accompagnamento di facciata. Praticamente inutili per sfoltire le linee nemiche e imbarazzanti da osservare mentre vengono bellamente sforacchiati da migliaia di proiettili avversari, uscendone sempre indenni. E' questo il castello di realismo messo in campo da Kaos?
Un peccato che altri shooter in prima persona sono riusciti a far passare quasi sotto traccia, rendendolo quasiveniale ma che in Homefront risulta talmente evidente da diventare quasi imbarazzante e indifendibile. Frutto di una intelligenza artificiale veramente al di sotto della media che fa il paio con il trattamento riservato ai nostri nemici.Traduciamo: ad oggi non si possono vedere simili banalità. Non é infatti concepibile pensare ad un fps valido sacrificando la bontà delle sparatorie. L'essenza dell'fps é sintetizzabile nel continuo scambio di pallottole tra noi e il nemico. É giocoforza perciò concludere che laddove Homefront metta in scena scontri col nemico soporiferi, tradisca il principio primo di ogni sparatutto che si rispetti. Il concetto é semplice: in mancanza di una componente sparatutto con i cosiddetti, deve assolutamente negarsi la qualità stessa del gioco, indubbiamente compromessa nella sua essenza. Ed é bene sottolineare che sempre secondo chi scrive, pur tenendo conto del genere in questione, trama e atmosfera non sono certo elementi accessori.
Tra comportamenti indecifrabili dei comprimari, scene grottesche di ostili dotati di intelligenza artificiale pari a zero, sembra di avere di fronteun gruppo di bassa manovalanza con pistole in mano. A tutto questo si deve associareuna campagna monotona ed ultra scriptata che é la sagra del già visto e che può essere portata a termine approssimativamente in quattro ore dai giocatori più smaliziati (in un CoD qualsiasi la campagna é ridotta ai minimi termini, ma quantomeno é confezionata con gran lusso). Avete letto bene: non é un refuso. I programmatori altro non han fatto che creare un solo e unico percorso da seguire, riproponendo trite e ritrite situazioni standard che affollano tutti gli fps sul mercato. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi. La piattezza degli obiettivi proposti e la mancanza di momenti veramente epici troncano ogni incertezza: Homefront non solo svolge superficialmente quel che svariati colleghi han fatto meglio negli anni passati, per giunta, impigrito e in pigiama sul divano, erra presentando meccaniche vecchie e stantie senza la minima velleità di svecchiarle o di mostrare qualcosa di innovativo o quantomeno diverso. O che non sia già visto. E giusto nel finale si ridesta e mostra un minimo d'impegno, quando purtroppo però é troppo tardi per sovvertire l'esito l'andazzo generale. E la rigiocabilità? Non pervenuta.
Al che pare superfluo sollevar dubbi sul perpetuo e lampante respawn dei nemici, sulle troppe situazioni scriptate, sulla mancanza di libertà, sui troppi tempi morti o sulla marea di frigoriferi presenti dinnanzi a tanti checkpoint o su una campagna che pecca in longevità senza compensare con l'intensità. Passiamo dunque a un reparto multiplayer dalle dubbie attrattive grafiche che se non altro risolleva la longevità di un prodotto altrimenti già da riporre nel cassetto. Poche modalità di gioco e poche mappe non son certo un piatto ricco per i tempi che corrono, Homefront però ancora una volta scimmiotta il sensei Call of Duty, aumenta l'estensione delle arene e aggiunge i mezzi, contornando il tutto con un sistema di bonus e ricompense per sbloccare nuove armi e oggetti, la suddivisione in classi e i soliti noti. Il risultato finale é adrenalinico al limite del confusionario, e comunque la si guardi ci si trova dinnanzi a una brutta copia del multiplayer di CoD o a quella di Battlefield (senza distruttibilità del fondale).
Dal punto di vista prettamente grafico Homefront si affida all'Unreal Engine 3, instancabile veterano di guerra che abbiamo avuto modo di vedere in forma decisamente più smagliante che in questa sua ultima apparizione. Location ispirate e un universo di gioco credibile si contrappongono a un utilizzo altalenante delle texture, a modelli poligonali di amici e nemici sgraziati (e animazioni discutibili), e un impatto generale che cala drasticamente nell'esperienza in multiplayer, ancor più di quanto fosse lecito attendersi. Il reparto audio é poi compromesso dalla mancanza di una colonna sonora quantomeno ispirata, al che rimane un doppiaggio in italiano di discreta fattura ed effetti sonori nella media.
Homefront
6
Voto
Redazione
Homefront
Kaos Studios pecca di manierismo e sforna una brutta copia di Call of Duty. Homefront non é certo quell'esperienza ludica di alto livello sbandierato su più fronti. É anzi un progetto che per via della distanza tra il livello qualitativo decantato e quello reale é da ridimensionare, pesantemente, verso il basso. Pochi i motivi per giocarlo, tanti quelli per lasciarlo sullo scaffale.