Chains of Freedom: Recensione di un gioco tattico ad ambientazione distopica
Chains of Freedom è un gioco tattico a turni di Nordcurrent
Un mondo ferito
La storia di fondo di Chains of Freedom è ambientata in un'Europa orientale post-apocalittica, dove un asteroide ha colpito la Terra, spargendo cristalli alieni che trasformano le persone in mutanti assetati di sangue (paura è?!). In questo scenario, un governo autoritario ha preso il controllo, imponendo ordine e disciplina a costo di violazioni dei diritti umani (come spesso ci è capitato di sentire). La trama segue una squadra d'élite militare che, dopo un incidente aereo, si ritrova nel cuore di una zona contaminata.
I sopravvissuti devono affrontare mutanti, civili belligeranti e tecnologie pericolose, mentre scoprono una cospirazione che minaccia la nazione. Le prime missioni hanno anche lo scopo di far prendere dimestichezza con i comandi, i nemici e le situazioni generali, oltre a seminare stralci di un canovaccio che non ha mai davvero colpi di scena, se non guidare il giocatore da una situazione di combattimento all'altra, per quanto lo script di base abbia comunque una discreta atmosfera di fondo.

Ci siamo giocati la demo non troppo tempo fa - se volete recuperarla andate qui - e come vi avevo accennato all'epoca, questo gioco fondamentalmente si basa su combattimenti tattici a turni (quasi sempre), esplorazione (e i più curiosi possono così facendo ricavare migliorie, armi extra, ecc.) e stealth (ovvero oltrepassare situazioni pericolose o guadagnare un bonus all'approccio del combattimento).
I giocatori controllano la squadra in tempo reale sulla mappa, perlustrare rovine e cespugli radioattivi fino a quando è il momento di ingaggiare i nemici. Il gioco finale permette di scendere in campo con diversi livelli di difficoltà, ma i primi due sono principalmente orientati a chi non vuole trovarsi in situazioni in cui il ragionamento la fa da padrone, dato che sono entrambi molto semplici, il terzo mette invece un po' in crisi il bilanciamento generale di un gioco che ha certamente bisogno di un po' di lavoro per essere raffinato e avere combattimenti adeguati.
Le zone in cui si combatte infatti è quasi sempre con poche zone di coperture, se non quelle standard e pochissime varianti che potrebbero determinare la svolta nell'azione. Più ancora però è il fatto che ci sono vari assalti in vari momenti e questo vi permette di fare poca strategia preventiva, ma da questo punto di vista ci può stare, peccato per la poca varietà e statistiche che vanno ad inficiare solo la fortuna-sfortuna di chi spara-viene colpito.
Combattere bene... il male!
Il gioco offre un sistema di progressione dei personaggi basato su equipaggiamenti e abilità. I giocatori possono armare la loro squadra con una gamma di armi, che vanno da ganci da carne - attenzione alle strate secondarie che possono nascondere armi utile - e asce a lanciafiamme e mortai. Inoltre, possono migliorare i personaggi con abilità uniche mescolando e abbinando biocristalli trovati nel mondo. Questi cristalli aumentano resistenza, precisione, punti vita o punti azione, a volte al costo di qualche malus (i migliori, ma da saper combinare per bene). La raccolta di munizioni e l'uso di consumabili come kit di guarigione e cocktail Molotov sono essenziali per sopravvivere. Il sistema di progressione permette una personalizzazione dettagliata delle statistiche dei personaggi, rendendo ogni membro della squadra unico e adattabile alle diverse situazioni di gioco.

Confermando quando ci siamo detti anche nell'anteprima, la grafica composta da un mix di realismo e cell shading, con effetti di luce in tempo reale. Le ambientazioni spaziano da paesaggi urbani abbandonati e sporchi a laboratori nascosti nelle foreste e basi militari fortificate. La musica del gioco è altrettanto immersiva, con colonne sonore che variano da toni inquietanti a melodie più intense durante i combattimenti. Gli effetti sonori e la musica contribuiscono a creare un'esperienza di gioco coinvolgente, sottolineando l'atmosfera post-apocalittica e la tensione delle missioni
Per i veterani mi permetto di accostare alcuni giochi storici a questo, per aiutare a comprendere al meglio il funzionamento. Tra questi diciamo che quelli più vicini sono XCOM 2 e Wasteland 3, che condividono il genere dei giochi di strategia a turni con elementi di sopravvivenza e gestione delle risorse. Rispetto a XCOM 2, Chains of Freedom offre una trama più oscura e post-apocalittica, con un'enfasi maggiore sulla narrativa e sui colpi di scena. Tuttavia, XCOM 2 eccelle nella varietà delle missioni e nella personalizzazione delle squadre, offrendo una maggiore profondità strategica. Wasteland 3, d'altra parte, si distingue per il suo umorismo nero e la libertà di scelta nelle decisioni di gioco, che influenzano significativamente la trama. Chains of Freedom si posiziona bene in termini di atmosfera e tensione, ma potrebbe beneficiare di una maggiore varietà nelle missioni e di un sistema di progressione più complesso.
Nel complesso devo dire che non mi è dispiaciuto giocare a questo titolo. Non aggiunge, né toglie nulla al genere, buona l'idea dei potenziamenti, carina anche l'idea della trama, anche se molto semplicistica. Peccato per la difficoltà non troppo studiata e per come quest'ultima si cala all'interno delle fasi d'azione e per situazioni di combattimento che avrebbero dovuto essere più ampie e sfaccettate, ma non vi troverete male se vi piace il genere.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Chains of Freedom
Questo non è il gioco che rivoluzione il genere, ma è quel titolo indie che potrebbe divertirvi per le ore necessarie a completare la trama principale. Francamente mi ero illuso fosse molto di più, ma nel complesso mi sono divertito e funziona anche bene se abbassate un po' il livello delle vostre aspettative. Un discreto indie che fa la propria parte e che dovreste considerare se vi piacciono i giochi tattici.