Hugo Bukkazoom
di
Tornando ai PowerUp, c'è da dire che gli sviluppatori hanno avuto un'idea carina: sparsi per il tracciato ne troverete solo di tre tipi, vale a dire il Missile, il Turbo e lo Scudo, ma se quando ne avrete raccolto uno deciderete di conservarlo fino a quando ne prenderete un secondo, i due si combineranno tra loro, generando così altre nove possibili combinazioni (potrete, infatti, anche prendere due volte lo stesso PowerUp per un effetto più che cumulativo, così come combinare due PowerUp diversi in un ordine piuttosto che nell'altro darà risultanti differenti), portando il totale a dodici. Qualcosa di simile l'avevo sinceramente già vista (come ad esempio in Chocobo Racing, dov'era possibile cumulare tra loro PowerUp di uguale natura), ma ciò non toglie che sia comunque un'idea carina e ben realizzata.
Dal punto di vista tecnico il gioco non difetta, ma neanche brilla. La grafica in stile cartoon è carina, simpatica, molto ben colorata, piuttosto curata dal punto di vista dei modelli e soprattutto, fatto molte apprezzato, per la maggior parte priva di Bug, se si fa eccezione per un po' di Bad Clipping, concentrato però nei punti in cui in teoria dovreste evitare di mandare ad incastrarsi il Kart. Purtroppo, però, salvo qualche esplosione e qualche effetto carino con scudi e effetti collaterali simili, manca un uso profondo di effetti speciali, e lo stesso dettaglio delle textures rimane abbastanza scarno.
La giocabilità è concettualmente semplice e immediata, ma è un po' penalizzata dai controlli, che pur essendo riassumibili in quattro tasti (Acceleratore, Freno/Retromarcia, Freno a Mano e Usa PowerUp) hanno un comportamento nervoso nel Kart, che in effetti è più paragonabile a una Dune Buggy impazzita, che ad ogni urto più che rallentare tende a capovolgersi nelle maniere più assurde, seguendo un fisica che solo nel mondo di Hugo ha evidentemente un senso. Diciamo che in linea di massima necessiterete di circa una quindicina di minuti per imparare a muovervi nelle arene senza finire ripetutamente a ruote all'aria (il riposizionamento è automatico), ma passato questo periodo dovreste cominciare ad apprezzare il gioco in quanto tale, ossia nella sua semplicità concettuale ma complessità effettiva. I tre livelli di difficoltà sono ben differenziati, e per trionfare al massimo dovrete prendere la giusta pratica e prepararvi a incassar mazzate su mazzate; a questo proposito, è da segnalare il fatto che l'IA, sia nel caso dei corridori sia nel caso di insetti e CheckPoint, tende a favorire chi si trova indietro in classifica e a ostacolare chi invece la conduce, cercando di riequilibrare la situazione. Questo in linea di massima non è male, se non fosse che al livello di difficoltà massimo si ha l'impressione che i corridori IA non giochino per vincere ma piuttosto per non far vincere il giocatore (come quando si viene colpiti da missili o altri attacchi pur trovandosi in situazioni di totale svantaggio); va bene farlo difficile, ma preferirei che rimanesse anche sensato...
Altra cosa fastidiosa è che giocando in MultiPlayer non è possibile escludere totalmente i corridori IA, rimanendo obbligati ad attivarne sempre almeno uno: secondo me questo è contrario al concetto semplice ed elementare di sfida tra due amici.
Il vero tallone d'Achille del gioco, a mio parere, è però la longevità: la mancanza di una vera e propria modalità Storia, magari con una serie di prove (chessò: corse a ostacoli, time trial con avversari che ci bersagliano, o più semplicemente dei veri circuiti per le corse) anche non obbligatoriamente riproducibili in sfida, rende il gioco piuttosto corto. Diciamo che potreste impiegare si e no una settimana a terminare il Campionato vincendo tutte le gare e sbloccando pertanto tutto quello che c'è da sbloccare, e che poi il gioco manterrà il suo fascino giusto per estemporanee sfide in Multy.
Concludendo, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea di bocciare Bukkazoom, perché innegabilmente si tratta di un gioco carino, divertente, nel suo piccolo ben realizzato e contornato da alcune idee veramente accattivanti, ma non posso negare che sarebbe potuto essere studiato indubbiamente in maniera molto più profonda.
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