Hydrophobia
di
Paura dell'acqua
Quando Thomas Malthus nel 1798 pubblicò il suo “Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società” migliaia di lettori in tutto il mondo rimasero molto colpiti dalle teorie dell'economista inglese che, in parole molto povere, aveva predetto la fine dell'umanità a causa del continuo aumento demografico e dell'impossibilità del pianeta di poter sfamare tutti i suoi futuri abitanti. Una previsione decisamente pessimistica che, per nostra fortuna, si é rivelata errata grazie alla capacità dell'ingegno umano di creare metodi artificiali per moltiplicare le capacità produttive della terra.
Ma, nel futuro immaginato dal team Dark Energy (che ricordiamo per aver lavorato ad una serie di giochi di biliardo), qualcuno ha preso più che sul serio i dettami di Malthus. Stiamo parlando dei Neo-Malthusiani, gruppo terroristico che aspira a prendere il potere per poter imporre rigide regole in grado di salvare il mondo dalla carestia perenne, partendo da un folle genocidio capace di ridurre drasticamente la popolazione. Quale migliore occasione per manifestare il proprio dissenso e le proprie intenzioni bellicose dei festeggiamenti per il decimo anno della Regina del Mondo, città galleggiante che rappresenta il lavoro della Nanocell, multinazionale impegnata nella ricerca di nuove fonti di sostentamento?
Ed infatti eccoci nei panni di Kate, ingegnere al lavoro sulla Regina del Mondo che si trova, suo malgrado, proprio in mezzo all'attacco dei feroci Neo-Malthusiani, in una corsa contro il tempo per salvarsi la vita e cercare di capire cosa sta effettivamente accadendo. Hydrophobia arriva, dopo uno sviluppo abbastanza travagliato, sul fiorente mercato dei videogame in digital delivery, abbracciando l'usanza di pubblicare il proprio lavoro in vari episodi. Il gioco in questione é un action in terza persona, dove Kate sarà impegnata tra combattimenti, esplorazione, qualche enigma e un pizzico di stealth.
Un buco nell'acqua
Logicamente, come il titolo suggerisce, l'elemento dominante di tutto il gioco é l'acqua che scorre copiosa tra le stanze della Regina del Mondo a causa dei sabotaggi terroristici, causando non pochi problemi alla nostra protagonista che, sebbene sappia nuotare meglio di un campione olimpico, ha il suo bel da fare per salvarsi la pellaccia. Da notare che gli sviluppatori hanno lavorato per anni a riguardo, dando vita all'HydroEngine, motore deputato alla gestione dei fluidi che si rivela più che buono, sebbene non rivoluzionario. Saremo in perenne contatto con Scoot, il nostro capo, che ci darà preziose indicazioni su quello che dovremo fare e ci terrà compagnia con qualche battuta, ma il nostro miglior amico si rivela il MAVI, uno strumento capace di decriptare i vari segnali di sicurezza della nave per aprire porte o compiere altre semplici azioni, anche tramite un sistema capace di scoprire i messaggi in codice lasciati dagli stessi Neo-Malthusiani.
Non essendo Kate una combattente di professione il suo approccio con le armi é abbastanza graduale, partendo da una pistola capace di sparare onde soniche non letali sino ad arrivare a proiettili di diverso tipo. La protagonista non pecca nella mira, ma basa i suoi attacchi su un particolare sistema di combo che fa perno sullo sfruttare vari elementi delle ambientazioni, come barili esplosivi, fughe di gas o cavi dell'alta tensione. Inutile dire che, colpendoli nelle vicinanze di un nemico, manderemo i nostri avversari all'altro mondo con un discreto stile.
L'idea alla base del gioco poteva anche funzionare, ma dopo qualche decina di minuti ci si rende conto dei vari limiti del prodotto. Per prima cosa i comandi si rivelano imprecisi, costringendoci spesso a premere più volte gli stessi tasti per eseguire alcune azioni come sfruttare un riparo (stile Gears of War, ma molto meno preciso e funzionale) o arrampicarci, con grande gioia del nemico che avrà il tempo necessario per impallinarci a dovere. Le azioni da compiere soffrono poi di una discreta ripetitività, passando tra corridoi e stanze sin troppo simili tra loro (con una mappa molto poco pratica) alla continua ricerca di codici da utilizzare per aprire la porta di turno, intervallando con qualche combattimento.
Tutto si ripete per la scarsa durata del gioco, cioé circa cinque ore, in linea con l'idea di dividere Hydrophobia in capitoli, ma non troppo con il prezzo che si attesta sui quindici euro, un po' troppi per l'esperienza offerta. Sebbene tecnicamente il gioco sia accettabile, sia nella grafica che nel sonoro (dove però la carenza di brani musicali é un vero peso), nessun elemento riesce ad emergere, facendo giungere la noia quasi subito. Una volta finito il gioco (in cui ci sono anche una serie di documenti e oggetti collezionabili, ma senza utilizzo nel gioco) avremo accesso alla stanza sfida, una arena dove affrontare nemici in sequenza per segnare il miglior punteggio possibile, ma nemmeno questo riesce a dare verve al prodotto, che si limita a raccogliere la semplice sufficienza, senza mai donare nemmeno un sussulto di tensione. Peccato.
Quando Thomas Malthus nel 1798 pubblicò il suo “Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società” migliaia di lettori in tutto il mondo rimasero molto colpiti dalle teorie dell'economista inglese che, in parole molto povere, aveva predetto la fine dell'umanità a causa del continuo aumento demografico e dell'impossibilità del pianeta di poter sfamare tutti i suoi futuri abitanti. Una previsione decisamente pessimistica che, per nostra fortuna, si é rivelata errata grazie alla capacità dell'ingegno umano di creare metodi artificiali per moltiplicare le capacità produttive della terra.
Ma, nel futuro immaginato dal team Dark Energy (che ricordiamo per aver lavorato ad una serie di giochi di biliardo), qualcuno ha preso più che sul serio i dettami di Malthus. Stiamo parlando dei Neo-Malthusiani, gruppo terroristico che aspira a prendere il potere per poter imporre rigide regole in grado di salvare il mondo dalla carestia perenne, partendo da un folle genocidio capace di ridurre drasticamente la popolazione. Quale migliore occasione per manifestare il proprio dissenso e le proprie intenzioni bellicose dei festeggiamenti per il decimo anno della Regina del Mondo, città galleggiante che rappresenta il lavoro della Nanocell, multinazionale impegnata nella ricerca di nuove fonti di sostentamento?
Ed infatti eccoci nei panni di Kate, ingegnere al lavoro sulla Regina del Mondo che si trova, suo malgrado, proprio in mezzo all'attacco dei feroci Neo-Malthusiani, in una corsa contro il tempo per salvarsi la vita e cercare di capire cosa sta effettivamente accadendo. Hydrophobia arriva, dopo uno sviluppo abbastanza travagliato, sul fiorente mercato dei videogame in digital delivery, abbracciando l'usanza di pubblicare il proprio lavoro in vari episodi. Il gioco in questione é un action in terza persona, dove Kate sarà impegnata tra combattimenti, esplorazione, qualche enigma e un pizzico di stealth.
Un buco nell'acqua
Logicamente, come il titolo suggerisce, l'elemento dominante di tutto il gioco é l'acqua che scorre copiosa tra le stanze della Regina del Mondo a causa dei sabotaggi terroristici, causando non pochi problemi alla nostra protagonista che, sebbene sappia nuotare meglio di un campione olimpico, ha il suo bel da fare per salvarsi la pellaccia. Da notare che gli sviluppatori hanno lavorato per anni a riguardo, dando vita all'HydroEngine, motore deputato alla gestione dei fluidi che si rivela più che buono, sebbene non rivoluzionario. Saremo in perenne contatto con Scoot, il nostro capo, che ci darà preziose indicazioni su quello che dovremo fare e ci terrà compagnia con qualche battuta, ma il nostro miglior amico si rivela il MAVI, uno strumento capace di decriptare i vari segnali di sicurezza della nave per aprire porte o compiere altre semplici azioni, anche tramite un sistema capace di scoprire i messaggi in codice lasciati dagli stessi Neo-Malthusiani.
Non essendo Kate una combattente di professione il suo approccio con le armi é abbastanza graduale, partendo da una pistola capace di sparare onde soniche non letali sino ad arrivare a proiettili di diverso tipo. La protagonista non pecca nella mira, ma basa i suoi attacchi su un particolare sistema di combo che fa perno sullo sfruttare vari elementi delle ambientazioni, come barili esplosivi, fughe di gas o cavi dell'alta tensione. Inutile dire che, colpendoli nelle vicinanze di un nemico, manderemo i nostri avversari all'altro mondo con un discreto stile.
L'idea alla base del gioco poteva anche funzionare, ma dopo qualche decina di minuti ci si rende conto dei vari limiti del prodotto. Per prima cosa i comandi si rivelano imprecisi, costringendoci spesso a premere più volte gli stessi tasti per eseguire alcune azioni come sfruttare un riparo (stile Gears of War, ma molto meno preciso e funzionale) o arrampicarci, con grande gioia del nemico che avrà il tempo necessario per impallinarci a dovere. Le azioni da compiere soffrono poi di una discreta ripetitività, passando tra corridoi e stanze sin troppo simili tra loro (con una mappa molto poco pratica) alla continua ricerca di codici da utilizzare per aprire la porta di turno, intervallando con qualche combattimento.
Tutto si ripete per la scarsa durata del gioco, cioé circa cinque ore, in linea con l'idea di dividere Hydrophobia in capitoli, ma non troppo con il prezzo che si attesta sui quindici euro, un po' troppi per l'esperienza offerta. Sebbene tecnicamente il gioco sia accettabile, sia nella grafica che nel sonoro (dove però la carenza di brani musicali é un vero peso), nessun elemento riesce ad emergere, facendo giungere la noia quasi subito. Una volta finito il gioco (in cui ci sono anche una serie di documenti e oggetti collezionabili, ma senza utilizzo nel gioco) avremo accesso alla stanza sfida, una arena dove affrontare nemici in sequenza per segnare il miglior punteggio possibile, ma nemmeno questo riesce a dare verve al prodotto, che si limita a raccogliere la semplice sufficienza, senza mai donare nemmeno un sussulto di tensione. Peccato.