I figli del Nilo

di Federico 'Chron' Bavastro
GRAFICA: EMOZIONE E FEDELTA'
Isonometria: una parola complicata per esprimere un concetto semplice, anzi un'immagine semplicissima, che permette di controllare lo spazio da una prospettiva tridimensionale che COTN personalizza al di là delle classiche manovre di spostamento-rotazione degli assi. Il plusvalore di COTN sgorga dall'opportunità di adoperare uno zoom che focalizza l'occhio fino a centrare lo schermo sulla figura intera di un contadino o del faraone stesso. Non è un vezzo grafico, perché col trascorrere del tempo e quindi l'aumento della complessità della nostra civiltà, diventa assolutamente necessario misurare il termometro dei bisogni e dei sentimenti diffusi, dai quali dipende in larga misura il successo della nostra strategia di "civilizzazione". Uno zoom di questa portata permette di scalare, non senza un certo stacco, dalle ampie vedute generali a quelle sui singoli abitanti, seguendone il comportamento come fossero individui dotati di una propria esistenza brandelli di bit o carne ed ossa, poco importa. E' un'edizione videoludica del Grande Fratello che spia le sue creature giocando con loro come topi in gabbia? Non proprio: i nostri sudditi, per quanto fedeli, sono capaci di inscenare cruenti ribellioni minacciando direttamente la sopravvivenza del faraone e della sua dinastia.


Anche se l'intelligenza artificiale avrebbe potuto sicuramente collimare meglio i momenti di crisi con la situazione effettiva dello sviluppo e della distribuzione delle risorse, riducendo gli spiacevoli casi di rivolte inspiegabili. I meriti del motore grafico di COTN sono certi: senza raggiungere picchi mostruosi nella rifinitura poligonale, la schermata di gioco è popolata da un mondo in miniatura all'interno del quale si muovono, con relativa naturalezza, una vastità di personaggi ognuno ottimamente caratterizzato, più storicamente che graficamente. E' soprattutto la palette cromatica che riesce ad affascinare l'occhio del giocatore, sfoggiando albe e tramonti che valorizzano il realismo, quindi il coinvolgimento. L'ambiente geografico è curato nei particolari della flora e della fauna, così come dettagliati sono gli insediamenti urbani. Anche da una visuale relativamente lontana è facile distinguere le singole tipologie di oggetti urbani, mentre la visibilità, e l'audio, delle persone si attiva solamente ad un certo grado di avvicinamento dello zoom. Emozione e fedeltà però non sempre fanno rima con qualità, e COTN conferma questa precisazione. La qualità c'è, si vede e si lascia vedere e applaudire, senza offrire però quell'innovazione tecnologica che avrebbe dato un'accelerazione verticale ad un titolo che vanta ottime credenziali. Sono gli effetti grafici a scarseggiare, soprattutto la resa dell'acqua eccessivamente rigida avrebbe potuto godere di maggior cura, come alcune animazioni dei personaggi.

VOCI DALL'ANTICO EGITTO
La colonna sonora evoca con suggestione l'ambientazione storica del gioco, adattandosi ai suoi ritmi anche se a lungo andare non riesce a scandire le differenti fasi di gioco, i momenti di prosperità da quelli di crisi, così come le differenti stagioni dell'anno. Lo zoom sui protagonisti ne attiva le voci con espressioni di vita quotidiana, di buona fattura ma ripetitive. I rumori del mondo naturale non fanno che estendere questa struttura sonora che diventa un pilastro della giocabilità.

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TIRANDO LE SOMME...
Tecnicamente affidabile, una giocabilità solida quanto basta ad intrattenere o, meglio, a far immaginare l'ampio ventaglio di opportunità offerte al giocatore, un apparato scenografico e storico di indubbia caratura. E poi? Scarseggia una salutare dose di carisma, di fascino che colpisca frontalmente il giocatore incollandone le articolazioni al mouse. Ma soprattutto: qual è l'incentivo che sprona a continuare nello sforzo di avanzare in una civiltà che resta dentro al perimetro di una "micro-poli" antica, senza elementi sovrannaturali? Il piacere di fare l'architetto, l'economista, il politico, ...insomma: giocare al faraone!