I Puffi Dreams: la recensione del sogno videoludico di Peyo
Un titolo onirico e garbato non privo di profondità
I Puffi sono un brand che affonda le sue origini addirittura agli anni '50, quando il fumettista belga Peyo li introdusse come comparse nella sua opera Le Avventure di Jon e Solfamì per poi promuoverli a indiscussi protagonisti di una delle serie più longeve della storia. Recentemente, grazie anche a nuove opere cinematografiche, il brand sta vivendo una sorta di nuova giovinezza e negli ultimi anni gli strani ometti blu alti su per giù due mele o poco più [cit.] sono anche ricomparsi sulla nostre piattaforme di gioco. I Puffi Dreams è il titolo di questo nuovo capitolo, indipendente dagli altri, curato dalla francese Microids e sviluppato da Ocellus Studios. Vediamolo nel dettaglio.
I Puffi tra sogni e incubi
Il perfido Gargamella ne ha ideata un'altra delle sue per scovare il villaggio dei Puffi: ha cosparso nottetempo un sonnifero magico sulle loro amate puffbacche cosicché all'ora di colazione sprofondassero tutti in un sonno ricco di sogni che lo stregone può individuare col suo acchiappasogni e raggiungere così il villaggio. Ma il Grande Puffo [che evidentemente la mattina si accontenta di un puffcaffé] capisce subito l'inghippo e realizza immantinente un cuscino magico che consenta di tuffarsi nel Mare Astrale dei Sogni e da lì accedere al mondo onirico dei vari Puffi per risvegliarli ad uno ad uno. Ma chi mandare in missione? Il Puffo e/o la Puffa interpretati dai Giocatori, ovvio! Gli unici due che, evidentemente, stamattina non avevano ancora fatto colazione...
I Puffi Dreams si configura in generale come un Platform-Game con spiccati elementi di Puzzle: per molti versi l'impostazione strizza l'occhio ad alcune produzioni classiche, a cominciare dall'inquadratura preimpostata che rende di fatto lo stick analogico destro totalmente inerte ma che è fondamentale per dare corpo a certi enigmi. I comandi di base si limitano al tasto del salto e della corsa, due input molto comuni che sono però stati implementati in maniera piuttosto interessante: premendo il tasto di salto a mezz'aria, infatti, il Puffo [useremo per praticità il maschile anche se doveste scegliere il modello femminile] agiterà braccia e gambe in modo da prolungare la traiettoria, mentre premendo il tasto di corsa si circonderà per qualche secondo di una bolla che lo sosterrà sospeso in aria. Premendo, infine, il salto quando si è sospesi nella bolla si otterrà un balzo in avanti: questa manovra avanzata è l'unica che il tutorial non ci presenta e di fatto non è indispensabile per arrivare alla fine del gioco quanto piuttosto per raggiungere determinate aree segrete, ma se padroneggiata può aiutare parecchio anche nelle sessioni di platforming.
Un altro tasto permetterà di raccogliere oggetti ed utilizzarli: questi vanno da bacche esplosive che possiamo lanciare contro i nemici o determinati muri, a chiavi da trasportare fino alle apposite serrature, fino a veri e propri Item come il Martello del Costruttore, il Fucile di Melassa o la Lanterna. Il primo oggetto può abbattere certi ostacoli ma anche costruire determinate strutture in stile LEGO o Minecraft, il secondo è fondamentale per attivare interruttori altrimenti irraggiungibili, la terza può far comparire o scomparire determinate superfici (piattaforme o ostacoli) dando loro contestualmente consistenza.
Vivono via da qui nell'incantata città
La realizzazione tecnica di I Puffi Dreams è, in una parola, ottima. Intendiamoci: non siamo certamente al cospetto di un fotorealismo da massime produzioni AAA, ma stiamo anche parlando di un gioco basato sui Puffi e dunque orientato verso un pubblico giovanile. I ragazzi di Microids e Ocellus Studios hanno comunque optato per il granitico Unreal Engine per realizzare il mondo onirico che il gioco prevede e non si è trattato assolutamente di una scelta eccessiva: soprattutto nei quattro sogni principali – quelli di Chef, di Puffetta, di Vanitoso e quello finale di cui non vi facciamo Spoiler – gli ambienti, le inquadrature, gli effetti, i fondali e insomma tutto ciò che ci circonda sembra veramente uscito dal mondo fatato dei Puffi. Il tutto con una realizzazione eccellente dei modelli e delle texture, assolutamente fluido anche sulla cara buona vecchia PS4. Ovviamente l'inquadratura preimpostata semplifica la vita al motore grafico, ma anche negli occasionali campi lunghi il dettaglio e la fluidità si mantengono ottimali.
E se la grafica ci ha convinti, quello che ci ha addirittura stupiti è l'ottima idea di realizzare il gioco in maniera indipendente dalla lingua: i personaggi infatti non parlano mai, nel gioco non c'è neppure una riga di dialogo né dunque un doppiaggio ed anche i Tutorial sono realizzati tramite cartelli con le icone dei comandi e la rappresentazione dell'azione. L'unico testo presente è quello dei menù di gioco, che è non di meno perfettamente tradotto in Italiano, ma nonostante questa mancanza di messaggi diretti tutto il gioco è perfettamente comprensibile tanto nelle meccaniche di gameplay quanto nella trama! Ma dove trovate una soluzione del genere nel 2024?
I Puffi Dreams, un bel gioco dura poco
I Puffi Dreams ci propone sì di svegliare tutti i Puffi del villaggio, ma in realtà limita l'avventura ai 4 sogni principali, ciascuno diviso in più capitoli successivi, più altri 8 mini-sogni a cui si accede raccogliendo sufficienti Funghi Astrali sparsi per i vari livelli. I sogni principali hanno tutti il loro taglio specifico: in quello di Chef esploreremo un mondo di torte, bigné e dolci, quello di Vanitoso è un meraviglioso palazzo con statue e specchi [bellissime le sessioni in cui ostacoli e piattaforme sono visibili solo tramite lo specchio sullo sfondo], quello di Puffetta inizia in una splendida spiaggia tropicale per poi trasformarsi in un incubo tempestoso man mano che ci si addentra nella sua psiche frammentata [per chi non lo sapesse, Puffetta nasce originariamente come omuncolo malvagio creato da Gargamella... questa è puffstoria, gente!].
I mini-sogni hanno invece un taglio più generico – se vogliamo “piatto” – ed in linea di massima riprendono le meccaniche proposte via via dai tre sogni principali ma con un'ottica particolare verso la componente puzzle, con il quarto sogno che è un po' la summa di tutte le cose, fino all'epico scontro finale con Gargamella [mai visto così minaccioso!]. Il tutto si porta però a conclusione in 6-8 ore e per i completisti potrebbero bastare un paio di ore in più per raccogliere tutti i funghi, tutti i rocchetti di filo necessari per gli abiti alternativi e insomma completare il gioco al 100% – al netto di due o tre trofei speciali comunque non particolarmente complessi da conseguire. Certo non è la longevità più lunga dell'universo ed anche il livello di difficoltà generale è decisamente modesto, ma torniamo a dire che stiamo parlando di un gioco con un'impostazione di gameplay da vecchia scuola orientato ad un pubblico piuttosto giovane ed inoltre offre la possibilità di giocarlo in co-op locale, permettendo così ad un genitore o a un fratello maggiore di accompagnare un bambino nella sua avventura.
In conclusione ci possiamo definire pienamente soddisfatti da I Puffi Dreams: Microids e Ocellus Studios hanno saputo cogliere l'essenza dell'opera di Peyo e realizzare un gioco dal sapore classico e i toni garbati, eppure ricco di chicche e di dettagli tutt'altro che banali. Bravi!