I tre regni 2: La battaglia di Red Cliffs
di
Di tanto in tanto potranno, poi, capitarvi delle calamità (come ad esempio il terremoto) che produrranno un certo numero di danni: a voi la scelta di aiutare o meno la popolazione colpita, scelta che influirà sulla vostra reputazione. Avendo a disposizione un Tempio, sarà anche possibile effettuare sacrifici per scongiurare o attenuare le calamità, ma anche, ad esempio, per migliorare i raccolti o avere altri vantaggi.
Il fine ultimo delle vostre fatiche sarà, ovviamente, quello di sconfiggere il nemico; oltre alle classiche missioni del tipo costruire la base e conquistare la città avversaria, ci saranno anche le (ormai) ugualmente classiche missioni in cui, comandando un manipolo di soldati, dovrete riuscire a raggiungere un qualche obbiettivo.
Oltre alle tre campagne avrete la possibilità di realizzare partite in skirmish, personalizzabili negli scenari e in altri dettagli di gioco; come da copione, ci sarà poi la modalità multiplayer via Lan o Internet.
Sottolineo subito l'ilarità causata dai dialoghi, sottotitolati in italiano, ma pronunciati in un (ritengo, ma non ne ho la certezza) perfetto cinese; avrete così modo di sentire l'esaltazione di questi guerrieri, il loro fortissimo senso dell'onore e la devozione al loro generale, tutte cose che renderanno i toni dei dialoghi molto accesi, in una maniera che noi occidentali difficilmente comprendiamo. Ripeto: personalmente li ho trovati molto divertenti, tuttavia le persone che, di tanto in tanto, mi erano vicine mentre giocavo non sono sempre state dello stesso parere, diventando motivo di pericolo per gli altoparlanti del mio sistema, in seguito a un mio rifiuto di abbassare il volume.
Il resto del reparto audio è formato da piacevoli musiche orientali e normali effetti sonori delle battaglie: niente di cui rimanere stupefatti.
Niente di cui rimanere meravigliati neanche per quanto riguarda l'aspetto video, anzi... Il motore di gioco è di tipo bidimensionale, ma in questo caso la mancata scelta di un motore tridimensionale è perdonabile, perché il gioco non sembra averne particolare bisogno (sebbene ritenga che ormai i motori alla Age of Empires abbiano fatto il loro tempo). C'è da dire, tuttavia, che, a parte le immagini statiche di buona fattura (in particolare i ritratti dei guerrieri e certe costruzioni), la grafica sembra mancare di una sua originalità propria: in sostanza è tutto abbastanza anonimo e neanche realizzato benissimo. Ad esempio i guerrieri non si distinguono poi tanto dai soldati normali e questo è grave, poiché, nei momenti concitati, o formate un gruppo esclusivamente per il vostro leader, oppure difficilmente riuscirete a sfruttarne le caratteristiche.
interruzione di pagina
Dove i Tre Regni mostra le sue carenze è soprattutto nel reparto giocabilità. Nonostante il gioco possa vantare una ricostruzione storica davvero molto curata, grazie appunto al romanzo storico già citato di cui vengono riportati dei pezzi all'inizio di ogni missione, e un'ambientazione molto affascinante, il titolo non decolla. Il motivo fondamentale è la difficoltà di gioco, che, anche a livello normale, risulta troppo frustrante, pure per un patito degli RTS. I problemi inizieranno sin dalle primissime missioni e vi costringeranno a ripeterle numerose volte; in particolare gli assalti alle città saranno davvero ardui. Non aiuta, poi, un sistema di fog of war alquanto strano, e il raggio visivo delle unità che risulta davvero troppo limitato. Senza dubbio, queste cose renderanno il gioco molto longevo, tuttavia lo rendono anche abbastanza frustrante.
Bisogna notare, inoltre, che le tre fazioni sono praticamente tutte uguali tra loro: non c'è infatti niente che possa anche lontanamente somigliare alla differenziazione che, ad esempio, c'era tra le razze di Starcraft. Certo, c'è da considerare che si tratta di un gioco tratto dalla realtà quindi non c'era molto spazio per l'inventiva, tuttavia si sarebbe dovuto studiare qualche meccanismo per fornire al giocatore forti motivi per continuare a giocare, oltre a quello di sapere come va a finire la storia. Altre pecche possono essere trovate nel fastidioso sistema di pathfinding e nella bassa intelligenza artificiale (sia delle vostre unità che di quelle nemiche). In conclusione non è completamente da buttare, soprattutto per quelle persone a cui piacciono i giochi che fanno tremare i mouse, ma in giro c'è molto di meglio, senza neanche stare a scomodare i grossi calibri come Warcraft III e compagnia.
Un'ultima nota: nella confezione originale è presente il libro "L'arte della guerra" scritto da Sun-tzu, il più antico trattato cinese di arte militare. Per molti questo potrebbe essere un vero valore aggiunto; per quanto mi riguarda, lo ritengo un buon modo per addormentarmi quando non ho sonno.