Ico
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Quando i videogiochi originali sono rari e il mercato si fa difficile, non basta un prodotto effimero per competere. Bisogna inserire l'originalità per migliorare ciò che milioni di poligoni in movimento e nuove tecnologie grafiche non riescono a colmare e ad offrire, approfittando dei vantaggi che le console della nuova generazione offrono. Giochi come Shenmue, Halo o i nuovi che promuovono il multiplayer (in ambito console) sono solo il primo passo, ma nella direzione giusta. Manca originalità, siamo stufi dei soliti giochi riciclati in tutte le salse, qualcosa dev'essere fatto. Ecco quindi Ico, che se non si propone come un prodotto alternativo, lungi dal dirlo, riesce almeno ad aggiungere a una buona realizzazione tecnica una buona dose di originalità, che ai giorni nostri non fa mai male.
Quando un gioco ha qualcosa di speciale, lo si capisce subito, e così è per Ico.
E' arrivato finalmente sulla nostra fida PS2 uno dei giochi più attesi della stagione. Gli elementi della storia, che possiamo apprendere dalla presentazione non sono tanti: in effetti capiamo nella splendida intro, che degli uomini a cavallo stanno portando Ico, un ragazzo con le corna in un castello per una sorta di sacrificio e il povero ragazzo viene chiuso in un contenitore particolare e lasciato in balia delle creature che infestano il castello. Poi da li possiamo assistere ad una serie di filmati che mostrano i poteri di una magica spada in grado di aprire speciali passaggi costituiti da degli idoli/statue. Il giovane ragazzo, tutt'altro che arresosi all'evidenza, riesce a liberarsi ed intento a fuggire, scorge una ragazza intrappolata in una gabbia e decide di liberarla. Da qui in poi ha inizio l'avventura che li avrà protagonisti. Essere giudicati per l'aspetto, piuttosto per quel che realmente si è, è brutto, e capita spesso. Stessa sorte è capitata a Ico, innocente ragazzino che nella storia viene cacciato dall'isola in quanto cornuto, non per via della fidanzata, ma delle due protuberanze che gli spuntano dai lati della scatola cranica.
Ico è un titolo assolutamente innovativo, che contiene in se elementi di esplorazione, platform e puzzle game, il tutto realizzato in uno splendido 3D con un'ambientazione fantasy/medievale. Le ragioni che portano a definirlo un ottimo titolo sono molteplici: l'impostazione, che comprende varie tipologie di gioco racchiuse in un solo titolo e le svariate azioni fattibili lo fanno risultare un gioco innovativo; l'atmosfera realizzata tra un ottimo mix di superba grafica e sonoro splendidamente adeguato rendono Ico non solo un ottimo gioco, ma addirittura una pietra miliare dell'intrattenimento ludico.
La grafica, come è già stato detto poc'anzi, è a dir poco fenomenale. A parte i personaggi che sono ottimamente realizzati, sono però i fondali che spiccano per magnificenza. La cura con cui sono realizzate le varie opere architettoniche fa gridare al miracolo e certe volte grazie all'atmosfera tipicamente medievale, sembra proprio di trovarsi al tempo dei cavalieri. Altro fattore caratterizzante del motore grafico, è costituito dall'effetto nebbia: sono passati ormai i tempi in cui il suddetto effetto veniva usato per mascherare i difetti e i limiti presenti nell'engine grafico. La sapienza con cui è utilizzato in questo gioco è davvero ottima e conferisce un tocco di atmosfera in più. Il voler definire però il gioco un capolavoro grafico è inadeguato e chiaramente fuori luogo senza prima aver fornito degli esempi e per questo è necessario citare alcune delle scene a cui potrete assistere giocandoci: in tutto il gioco in generale sembra di stare davanti ad un capolavoro architettonico, dato che le varie costruzioni e gli elementi che si trovano rasentano la perfezione. La cura con cui sono costruiti i castelli, le torri, le fortificazioni e i ponti richiamano precisamente l'epoca medioevale con un'attenzione al particolare davvero maniacale.
Ico
Ico
Se ci fanno divertire sono bei giochi, se ci coinvolgono e hanno una realizzazione tecnica molto curata sono bellissimi giochi, ma quando riescono a farci provare dei sentimenti, sono dei capolavori. Forse questo Ico non riesce a inserirsi appieno nella categoria "capolavoro", ma una cosa è certa: mai come in questo gioco si può respirare quell'area poetica e quell'alone che proprio lo avvolge, quasi a renderlo una fiaba, una poesia. Ci siamo un po' stufati di videogiochi dove bisogna ammazzare nemici, mostri o mutanti vari. Ci siamo annoiati di fare i duri, l'eroe di questo o di quel mondo. Quando al posto del classico macho dal cuore impavido si fa avanti un ragazzino per salvare la sua bella, non possiamo che fare largo e farlo passare, applaudirlo ed acclamarlo a gran voce. Giù il cappello, è arrivato Ico.