IL-2 Sturmovik: Birds of Prey
di
Marco Modugno
Chiudete gli occhi e immaginatevi la situazione. 1940, Inghilterra, aeroporto di Biggin Hill. Siete vestiti di tutto punto, tuta, casco di pelle e occhialoni, sciarpa di seta al collo e maschera ad ossigeno pronta, seduti nell'abitacolo del vostro Hurricane. Uno stormo di bombardieri tedeschi sta per raggiungere una postazione rada sulla costa e bisogna decollare subito, se si vuole salvarla dalle bombe. Lasciate il tettuccio aperto, nel caso che qualcosa vada storto durante il decollo e vi tocchi uscire in fretta dall'aereo, e date un'ultima occhiata agli strumenti. Tutto a posto, gli indicatori sono sul verde e siete pronti a partire. Il vostro meccanico vi fa cenno con il pollice alzato. Contatto! Aprite la levetta d'alimentazione del motore e premete il comando d'accensione, aspettandovi d'essere gratificati dallo scoppiettio, seguito dal rombo vigoroso del Rolls-Royce Merlin da 12 cilindri, mentre l'elica comincia a girare e sbuffi di fumo azzurrino pettinano la fusoliera, uscendo dagli scarichi sui due lati della capottatura.
Invece niente. Silenzio. L'aereo resta inerte come un pezzo di alluminio inutile e voi guardate sconsolati i vostri compagni di squadriglia che vi rullano accanto, diretti verso l'azione.
Ora riaprite gli occhi. Spero che questa breve digressione onirica in tema aeronautico sia riuscita a rendervi l'idea di come mi sono sentito quando, per la seconda volta, ho provato ad inserire un codice che avrebbe dovuto, nelle intenzioni del distributore, consentirmi di scaricare il gioco dal PSN per la recensione. Due tentativi, due fallimenti. In entrambi i casi mi sono scontrato con un messaggio che mi segnalava come il codice fosse errato on non più valido. Armato della necessaria dose di pazienza, di cui ho scoperto inaspettatamente di essere dotato ben oltre quanto credessi, merito senz'altro dell'età non più adolescenziale che mi ha portato, per qualche istante, a rimpiangere i tempi delle cartucce dell'Intellivision (!!) che le inserivi e giocavi, senza caricamenti, errori critici, dischi non leggibili o codici non validi, ho fatto il punto della situazione.
Il dovere di cronista m'imponeva di recensire comunque il gioco affidatomi, per non “bucare” su una recensione attesa da una fascia d'utenza catturata, in questi giorni, dalla novità della nuova PSP Go per la quale il gioco é stato reso disponibile. Per fortuna siamo in Italia e non nell'Inghilterra sotto scacco tedesco, nei giorni dell'omonima battaglia. Da noi, nel bene e nel male, s'impara ancora in fasce l'arte di arrangiarsi e io così ho fatto recandomi dal solito negoziante amico e chiedendogli in prestito una copia del gioco da provare. Poco importa che ora mi toccherà invitarlo a cena in una pizzeria dove fanno il karaoke (che lui ama e io detesto) e che mi toccherà ascoltarlo per una serata di seguito, mentre tesse le lodi dell'ultimo JRPG (vedi sopra). Cosa non si farebbe per non scontentare i propri lettori, alla fine?...
Ed ora veniamo alla recensione della versione portatile di Il-2 Sturmovik: Birds of Prey, che d'ora innanzi abbrevierò in BOP per non ritrovarmi le falangi anchilosate alla fine della stesura del pezzo.
Meglio togliersi subito il dente che duole. BOP non é un simulatore di volo. Prima che ora qualcuno di voi alzi la mano e si metta a fare il pierino, osservando che, a meno di non abilitare i controlli realistici e sviluppare a tempo di record una morbosa fobia per il volo nello scoprire quanto sia difficile nella realtà far volare dritto un apparecchio, anche la versione per PC e console da tavolo presentava non pochi aspetti arcade. Un momento, però. Un conto é dire simulazione di volo arcade e un altro é parlare di vero e proprio shooter aeronautico, sullo stile dell'indimenticato 1942 della Capcom. L'introduzione della terza dimensione e della visualizzazione da dietro l'aereo, invece dello scorrimento dall'alto, non riesce comunque a differenziare il gameplay di BOP da quello delle vecchie glorie dell'era delle sale giochi.
Il titolo Dynamic Games, dietro l'aura di simulatore, nasconde una robustissima vocazione di sparatutto, e la cosa non necessariamente, trattandosi di un titolo portatile, rappresenta un peccato imperdonabile. Dopo tutto non c'é niente di male nel gustarsi un po' d'azione spensierata a bordo di uno dei numerosi aerei messi a disposizione (sbloccandoli via via) dal gioco, durante una delle parecchie missioni di caccia, bombardamento a terra, supporto aereo ravvicinato e così via, nelle diverse ambientazioni mutuate dalle battaglie più famose della 2GM. Come di prammatica, infatti, la trama della campagna mette il giocatore in condizione di cimentarsi in scontri senza quartiere nei cieli d'Inghilterra, Germania, Italia, Nord Africa e Unione Sovietica, a bordo delle più famose aeromobili dell'epoca, tutte doverosamente equipaggiate con mitragliatrici, cannoni, bombe a caduta e razzi non guidati. Il che rende il gioco tutto sommato abbastanza vario, per quanto lo possa essere un titolo del genere dove vi verrà richiesto, di volta in volta, di attaccare e abbattere altri aerei o di distruggere obiettivi a terra.
I dolori cominciano quando si parla del gameplay, affidato ad un'impostazione, lo dicevamo, decisamente troppo action-shooter. A partire dalla visuale, obbligatoria in terza persona senza possibilità di giocare da dentro il cockpit, fino al modello di volo che, affidato ai non certo precisissimi comandi della PSP (se avete una Go, o vi fare rimpicciolire le mani o saranno dolori...), deve necessariamente fare i conti con una gamma di manovre piuttosto ristretta. Scordatevi cardioidi, otto cubani e Immelmann ad alto numero di g con uscita in tonneau rovesciato e limitatevi, se proprio volete scrollarvi dalla coda un avversario troppo insistente, a sparare un bel looping a tutta canna o, in alternativa, ad una forbice stretta con il gas al minimo (tanto non rischierete lo stallo, visto il modello arcade). L'IA dei nemici, poi, non brilla per genialità e la sensazione di combattere contro cadetti alla loro prima uscita in solitario é costante, se si fa eccezione per i comportamenti suicidi degli stessi nei testa a testa che rendono il rischio di una collisione più elevato di quello che corre uno che percorra contromano l'Autosole alla vigilia di ferragosto. La soluzione, ovviamente, é elevare il livello di difficoltà. Il risultato é quello di avere a che fare con nemici più agguerriti ma non, purtroppo, con uno schema di gioco e di comandi più realistico (come invece avviene nella versione da tavolo, appunto).
Ultima nota sul gameplay riguarda il sistema di salvataggio.
Che é implementato seguendo la peggiore logica possibile, aggravata dal fatto che si tratta di un gioco portatile fatto per essere utilizzato, per sua definizione, in modo occasionale e per brevi periodi di tempo. L'approccio é infatti quello che o si riesce a finire la missione o si ripete la stessa per intero. Non fa niente che vi siate sbattuti a schivare ogni singolo colpo di contraerea e raffica nemica, abbiate liquidato il novantanove per cento degli obiettivi e stiate avviandovi sulla via di casa. Ecco che l'ultimo nemico, con un anelito di vita residuo, si tuffa a pesce sulla vostra cosa, mettendo fine alla sua inutile esistenza e procurandovi uno dei peggiori travasi di bile della vostra esistenza. L'inserimento quanto meno di qualche checkpoint qua e là non avrebbe davvero guastato, allora, salvando i vostri nervi e, nello stesso tempo, riducendo sostanziosamente la percentuale di utenti che si affretteranno a rivendere su eBay il gioco dopo pochissimo (ecco il punto di forza di possedere il benedetto UMD e peggio per voi se, tentati dalle nuove tecnologie, avete optato per la versione software scaricata dal PSN!).
Un buon paracadute (le similitudini aeronautiche proseguono) é rappresentato, di solito, dal comparto tecnico, ma anche qui, complice senz'altro l'hardware meno performante della piccola Sony, ma anche un lavoro non certo di fino degli sviluppatori, siamo lontani dallo stato dell'arte del settore, visto con Ace Combat X. Modelli sgranati degli aerei, qualche effetto di fumo ma niente danni ai velivoli colpiti e bersagli a terra che sembrano rubati dal plastico ferroviario Lima con cui il vostro babbo si divertiva tanto da piccino non rendono davvero giustizia alle potenzialità reali della PSP, così come effetti sonori nella media e musiche ritagliate e incollate alla meglio dalla versione da tavolo del gioco in quella portatile (trasformando la colonna sonora in una sorta di edizione demo), anche se di buona qualità, finiscono per non riuscire a dare un contributo sufficiente all'elevazione del voto finale.
Né, é giusto dirlo, ci riesce il multiplayer, limitato ad uno scontro uno contro uno in connessione locale, che vi obbligherà, qualora vogliate proprio sperimentarlo, a trovare un altro entusiasta possessore del gioco che sia disposto a sedersi accanto a voi e non abbia, in quel momento, davvero niente di meglio da fare. Che ne dite di un bel cinema, invece?
Invece niente. Silenzio. L'aereo resta inerte come un pezzo di alluminio inutile e voi guardate sconsolati i vostri compagni di squadriglia che vi rullano accanto, diretti verso l'azione.
Ora riaprite gli occhi. Spero che questa breve digressione onirica in tema aeronautico sia riuscita a rendervi l'idea di come mi sono sentito quando, per la seconda volta, ho provato ad inserire un codice che avrebbe dovuto, nelle intenzioni del distributore, consentirmi di scaricare il gioco dal PSN per la recensione. Due tentativi, due fallimenti. In entrambi i casi mi sono scontrato con un messaggio che mi segnalava come il codice fosse errato on non più valido. Armato della necessaria dose di pazienza, di cui ho scoperto inaspettatamente di essere dotato ben oltre quanto credessi, merito senz'altro dell'età non più adolescenziale che mi ha portato, per qualche istante, a rimpiangere i tempi delle cartucce dell'Intellivision (!!) che le inserivi e giocavi, senza caricamenti, errori critici, dischi non leggibili o codici non validi, ho fatto il punto della situazione.
Il dovere di cronista m'imponeva di recensire comunque il gioco affidatomi, per non “bucare” su una recensione attesa da una fascia d'utenza catturata, in questi giorni, dalla novità della nuova PSP Go per la quale il gioco é stato reso disponibile. Per fortuna siamo in Italia e non nell'Inghilterra sotto scacco tedesco, nei giorni dell'omonima battaglia. Da noi, nel bene e nel male, s'impara ancora in fasce l'arte di arrangiarsi e io così ho fatto recandomi dal solito negoziante amico e chiedendogli in prestito una copia del gioco da provare. Poco importa che ora mi toccherà invitarlo a cena in una pizzeria dove fanno il karaoke (che lui ama e io detesto) e che mi toccherà ascoltarlo per una serata di seguito, mentre tesse le lodi dell'ultimo JRPG (vedi sopra). Cosa non si farebbe per non scontentare i propri lettori, alla fine?...
Ed ora veniamo alla recensione della versione portatile di Il-2 Sturmovik: Birds of Prey, che d'ora innanzi abbrevierò in BOP per non ritrovarmi le falangi anchilosate alla fine della stesura del pezzo.
Meglio togliersi subito il dente che duole. BOP non é un simulatore di volo. Prima che ora qualcuno di voi alzi la mano e si metta a fare il pierino, osservando che, a meno di non abilitare i controlli realistici e sviluppare a tempo di record una morbosa fobia per il volo nello scoprire quanto sia difficile nella realtà far volare dritto un apparecchio, anche la versione per PC e console da tavolo presentava non pochi aspetti arcade. Un momento, però. Un conto é dire simulazione di volo arcade e un altro é parlare di vero e proprio shooter aeronautico, sullo stile dell'indimenticato 1942 della Capcom. L'introduzione della terza dimensione e della visualizzazione da dietro l'aereo, invece dello scorrimento dall'alto, non riesce comunque a differenziare il gameplay di BOP da quello delle vecchie glorie dell'era delle sale giochi.
Il titolo Dynamic Games, dietro l'aura di simulatore, nasconde una robustissima vocazione di sparatutto, e la cosa non necessariamente, trattandosi di un titolo portatile, rappresenta un peccato imperdonabile. Dopo tutto non c'é niente di male nel gustarsi un po' d'azione spensierata a bordo di uno dei numerosi aerei messi a disposizione (sbloccandoli via via) dal gioco, durante una delle parecchie missioni di caccia, bombardamento a terra, supporto aereo ravvicinato e così via, nelle diverse ambientazioni mutuate dalle battaglie più famose della 2GM. Come di prammatica, infatti, la trama della campagna mette il giocatore in condizione di cimentarsi in scontri senza quartiere nei cieli d'Inghilterra, Germania, Italia, Nord Africa e Unione Sovietica, a bordo delle più famose aeromobili dell'epoca, tutte doverosamente equipaggiate con mitragliatrici, cannoni, bombe a caduta e razzi non guidati. Il che rende il gioco tutto sommato abbastanza vario, per quanto lo possa essere un titolo del genere dove vi verrà richiesto, di volta in volta, di attaccare e abbattere altri aerei o di distruggere obiettivi a terra.
I dolori cominciano quando si parla del gameplay, affidato ad un'impostazione, lo dicevamo, decisamente troppo action-shooter. A partire dalla visuale, obbligatoria in terza persona senza possibilità di giocare da dentro il cockpit, fino al modello di volo che, affidato ai non certo precisissimi comandi della PSP (se avete una Go, o vi fare rimpicciolire le mani o saranno dolori...), deve necessariamente fare i conti con una gamma di manovre piuttosto ristretta. Scordatevi cardioidi, otto cubani e Immelmann ad alto numero di g con uscita in tonneau rovesciato e limitatevi, se proprio volete scrollarvi dalla coda un avversario troppo insistente, a sparare un bel looping a tutta canna o, in alternativa, ad una forbice stretta con il gas al minimo (tanto non rischierete lo stallo, visto il modello arcade). L'IA dei nemici, poi, non brilla per genialità e la sensazione di combattere contro cadetti alla loro prima uscita in solitario é costante, se si fa eccezione per i comportamenti suicidi degli stessi nei testa a testa che rendono il rischio di una collisione più elevato di quello che corre uno che percorra contromano l'Autosole alla vigilia di ferragosto. La soluzione, ovviamente, é elevare il livello di difficoltà. Il risultato é quello di avere a che fare con nemici più agguerriti ma non, purtroppo, con uno schema di gioco e di comandi più realistico (come invece avviene nella versione da tavolo, appunto).
Ultima nota sul gameplay riguarda il sistema di salvataggio.
Che é implementato seguendo la peggiore logica possibile, aggravata dal fatto che si tratta di un gioco portatile fatto per essere utilizzato, per sua definizione, in modo occasionale e per brevi periodi di tempo. L'approccio é infatti quello che o si riesce a finire la missione o si ripete la stessa per intero. Non fa niente che vi siate sbattuti a schivare ogni singolo colpo di contraerea e raffica nemica, abbiate liquidato il novantanove per cento degli obiettivi e stiate avviandovi sulla via di casa. Ecco che l'ultimo nemico, con un anelito di vita residuo, si tuffa a pesce sulla vostra cosa, mettendo fine alla sua inutile esistenza e procurandovi uno dei peggiori travasi di bile della vostra esistenza. L'inserimento quanto meno di qualche checkpoint qua e là non avrebbe davvero guastato, allora, salvando i vostri nervi e, nello stesso tempo, riducendo sostanziosamente la percentuale di utenti che si affretteranno a rivendere su eBay il gioco dopo pochissimo (ecco il punto di forza di possedere il benedetto UMD e peggio per voi se, tentati dalle nuove tecnologie, avete optato per la versione software scaricata dal PSN!).
Un buon paracadute (le similitudini aeronautiche proseguono) é rappresentato, di solito, dal comparto tecnico, ma anche qui, complice senz'altro l'hardware meno performante della piccola Sony, ma anche un lavoro non certo di fino degli sviluppatori, siamo lontani dallo stato dell'arte del settore, visto con Ace Combat X. Modelli sgranati degli aerei, qualche effetto di fumo ma niente danni ai velivoli colpiti e bersagli a terra che sembrano rubati dal plastico ferroviario Lima con cui il vostro babbo si divertiva tanto da piccino non rendono davvero giustizia alle potenzialità reali della PSP, così come effetti sonori nella media e musiche ritagliate e incollate alla meglio dalla versione da tavolo del gioco in quella portatile (trasformando la colonna sonora in una sorta di edizione demo), anche se di buona qualità, finiscono per non riuscire a dare un contributo sufficiente all'elevazione del voto finale.
Né, é giusto dirlo, ci riesce il multiplayer, limitato ad uno scontro uno contro uno in connessione locale, che vi obbligherà, qualora vogliate proprio sperimentarlo, a trovare un altro entusiasta possessore del gioco che sia disposto a sedersi accanto a voi e non abbia, in quel momento, davvero niente di meglio da fare. Che ne dite di un bel cinema, invece?
IL-2 Sturmovik: Birds of Prey
6
Voto
Redazione
IL-2 Sturmovik: Birds of Prey
Dire che si poteva fare di più sarebbe come mitragliare un aereo da trasporto disarmato. Carente nel comparto tecnico e in quello del gameplay, Birds of Prey in versione portatile manca il bersaglio più importante: quello dell'utenza che gioca nel bus, in treno o negli intervalli di studio e lavoro, e che richiede necessariamente un approccio particolare di progettazione. Gli utenti di questa particolare fascia si meriterebbero missioni brevi, tanti salvataggi ravvicinati e un gameplay immediato che renda piacevoli e soddisfacenti anche sessioni di cinque-dieci minuti per volta, spingendo il giocatiore ad attendere impaziente la prossima occasione di gioco. Il sistema senza checkpoint o punti di salvataggio intermedi scelti da BOP, e le sue missioni brevi ma non certo corte, fa sì che accada l'esatto contrario. Si gioca sperando di farcela, per una volta, a finire. Poi, all'ennesimo fallimento ad un passo dalla fine, solo perché si deve scendere dal mezzo o perché suona la campanella, subentra l'inevitabile abbandono del titolo.