Il Padrino 2
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La serie Il Padrino aveva rimasto un debito da pagare alle nuove generazioni di console.
Quel debito era dovuto alla scarsa qualità tecnica di quel primo capitolo uscito tempo fa sia su PS3 che su 360, che in fondo altro non era se non una trasposizione in HD dello stesso gioco uscito sulle vecchie console PS2 e Xbox.
Debito ripagato grazie a questo secondo episodio, che finalmente sfoggia una grafica next-gen ed un gameplay piuttosto gratificante.
La sostanza di gioco é rimasta quella. Sulla falsariga dei classici free-roaming games si gira per le città, si cercano missioni da svolgere e, in questo caso, si conquista il territorio acquisendo le attività illegali che generano profitto.
Ovviamente profitto tutt'altro che legale. Ebbene sì, a quanto pare l'equazione free-roaming game = crime game pare diventare sempre più un dogma. Evidentemente il concetto di libertà accostato a quello di videogioco vede l'utente desideroso di azione tipicamente alla gangster, con lavoretti che evidentemente piacciono di più se vanno a "ravanare" nel torbido.
In questo caso non si tratta certo di una sorpresa, poiché in un gioco che trae ispirazione dalla famosa trilogia cinematografica del Padrino era difficile non aspettarsi di dover impersonare un qualche componente della "famiglia".
Ed infatti ancora una volta così é: si parte con la personalizzazione estetica del proprio alter-ego con una corposa serie di parametri: naso, orecchie, bocca, zigomi, muscolatura. C'é di che sbizzarrirsi anche se, va detto, alla fine la fisionomia del personaggio rimane spesso indistinguibile da una creazione all'altra, più facile differenziare molto lo stile degli abiti.
Una volta vestiti e pettinati veniamo introdotti al gioco. Dopo una breve introduzione filmata in quel di Cuba, partiremo aggirandoci per le vie di New York, dove a quanto pare dovremo di nuovo riconquistare la città. Tuttavia questo compito si rivelerà più semplice del previsto, dato che agiremo solo su una piccola parte della città (del tutto inventata). Una volta conquistate una manciata di attività passeremo in Florida, dove le cose cominceranno a farsi un po' più serie. Infine ci sarà Cuba, ma le tre location avranno continui intrecci e dovremo passare più volte da una all'altra.
Il nostro compito sarà quello di annientare le famiglie rivali, partendo con l'acquisire qualche loro racket per poi passare ad eliminare uno ad uno i capoccia ed arrivare così al boss della famiglia, che dovremo uccidere mediante un'incursione nella base della famiglia rivale.
Più o meno le meccaniche sono le stesse del primo episodio, ma sono state arricchite da una serie di extra che approfondiscono il gameplay, variegando le cose da fare e le opzioni da tenere sotto controllo.
Per conquistare un'attività rivale non dovremo far altro che recarci dove questa si trova, uccidere le guardie lasciate a protezione, e rintracciare il titolare dell'attività.
Dovremo poi minacciare questo per convincerlo a passare sotto la nostra protezione. I metodi di convincimento vanno dal pestaggio alla distruzione della sua proprietà o, ancora, al puntargli una pistola addosso. Più lo impauriremo e più denaro verserà sul nostro conto, ma se esageriamo rischiamo di ucciderlo o di farlo rivoltare, il che sospenderà la possibilità di acquisire l'attività e ci costringerà a riprovare in un secondo momento.
Quel debito era dovuto alla scarsa qualità tecnica di quel primo capitolo uscito tempo fa sia su PS3 che su 360, che in fondo altro non era se non una trasposizione in HD dello stesso gioco uscito sulle vecchie console PS2 e Xbox.
Debito ripagato grazie a questo secondo episodio, che finalmente sfoggia una grafica next-gen ed un gameplay piuttosto gratificante.
La sostanza di gioco é rimasta quella. Sulla falsariga dei classici free-roaming games si gira per le città, si cercano missioni da svolgere e, in questo caso, si conquista il territorio acquisendo le attività illegali che generano profitto.
Ovviamente profitto tutt'altro che legale. Ebbene sì, a quanto pare l'equazione free-roaming game = crime game pare diventare sempre più un dogma. Evidentemente il concetto di libertà accostato a quello di videogioco vede l'utente desideroso di azione tipicamente alla gangster, con lavoretti che evidentemente piacciono di più se vanno a "ravanare" nel torbido.
In questo caso non si tratta certo di una sorpresa, poiché in un gioco che trae ispirazione dalla famosa trilogia cinematografica del Padrino era difficile non aspettarsi di dover impersonare un qualche componente della "famiglia".
Ed infatti ancora una volta così é: si parte con la personalizzazione estetica del proprio alter-ego con una corposa serie di parametri: naso, orecchie, bocca, zigomi, muscolatura. C'é di che sbizzarrirsi anche se, va detto, alla fine la fisionomia del personaggio rimane spesso indistinguibile da una creazione all'altra, più facile differenziare molto lo stile degli abiti.
Una volta vestiti e pettinati veniamo introdotti al gioco. Dopo una breve introduzione filmata in quel di Cuba, partiremo aggirandoci per le vie di New York, dove a quanto pare dovremo di nuovo riconquistare la città. Tuttavia questo compito si rivelerà più semplice del previsto, dato che agiremo solo su una piccola parte della città (del tutto inventata). Una volta conquistate una manciata di attività passeremo in Florida, dove le cose cominceranno a farsi un po' più serie. Infine ci sarà Cuba, ma le tre location avranno continui intrecci e dovremo passare più volte da una all'altra.
Il nostro compito sarà quello di annientare le famiglie rivali, partendo con l'acquisire qualche loro racket per poi passare ad eliminare uno ad uno i capoccia ed arrivare così al boss della famiglia, che dovremo uccidere mediante un'incursione nella base della famiglia rivale.
Più o meno le meccaniche sono le stesse del primo episodio, ma sono state arricchite da una serie di extra che approfondiscono il gameplay, variegando le cose da fare e le opzioni da tenere sotto controllo.
Per conquistare un'attività rivale non dovremo far altro che recarci dove questa si trova, uccidere le guardie lasciate a protezione, e rintracciare il titolare dell'attività.
Dovremo poi minacciare questo per convincerlo a passare sotto la nostra protezione. I metodi di convincimento vanno dal pestaggio alla distruzione della sua proprietà o, ancora, al puntargli una pistola addosso. Più lo impauriremo e più denaro verserà sul nostro conto, ma se esageriamo rischiamo di ucciderlo o di farlo rivoltare, il che sospenderà la possibilità di acquisire l'attività e ci costringerà a riprovare in un secondo momento.