Il Pianeta delle Scimmie

di Redazione Gamesurf
La recente uscita nelle sale cinematografiche del remake de Il Pianeta delle Scimmie con alla regia il mito Tim Burton, poteva facilmente far prevedere l'uscita di giochi per computer ispirati alla pellicola campione d'incassi. Quello che invece stupisce é il fatto che l'avventura prodotta dalla Ubi Soft, non prenda come riferimento il film in questione, bensì il suo predecessore del 1968 interpretato da un eccezionale Charlton Heston. Il tono delle scenografie, la trama, il look delle scimmie, é proprio quello del film di allora e del suo seguito "L'altra faccia del Pianeta delle Scimmie", segno evidente che un classico di quel valore non può essere spodestato da nessuna produzione più recente, anche se la qualità degli effetti speciali di allora non possono assolutamente essere comparati a quelli di oggi

Anche il gioco de Il Pianeta delle Scimmie é un classico, infatti segue la struttura ormai tipica delle adventure. Ci si muove in più ambienti, si raccolgono oggetti utili, si parla con personaggi (umani o scimmie che siano), sino alla totale soluzione dell'avventura. La vera novità di questo game é sicuramente l'ambientazione, chi ha visto il film del 1968, sicuramente vi ritroverà le stesse atmosfere e soprattutto gli stessi personaggi, come Zira e Cornelius, con conseguente subitanea affinità con quanto raccontato dalla storia. Non può ovviamente mancare, come ben sanno gli appassionati della serio o dell'omonimo libro di Pierre Boulle, una parte dell'avventura giocata nella misteriosa "zona proibita"
UNA CACCIA FRUSTRANTE
Veniamo subito a quello che crediamo sia il difetto principale del gioco. Cosa strana per un adventure di tipo classico, non é possibile eseguire sempre il comando di salvataggio, bensì solo alla fine di un livello di gioco. Ciò vuol dire che se una scimmia ci mazzuola ben bene, cosa tutt'altro che rara, bisognerà cominciare di nuovo il livello ripetendo tutte le azioni già intraprese. Se poi si considera che spesso per essere fatti fuori basta semplicemente aprire una porta, senza che ci sia nessun indizio che si tratti di quella sbagliata, ecco evidente che la cosa può diventare decisamente frustrante. Può capitare di rigiocare di nuovo un livello decine di volte, prima di trovare la giusta composizione di azioni che permettono di completarlo felicemente. Non sappiamo se si tratti di una scelta filosofica o di una necessità tecnica, di fatto sicuramente non trova la nostra approvazione