Il regno di Ga'Hoole - La leggenda dei guardiani
di
Davvero niente male, non ce lo aspettavamo. In casi simili, quando ci si appresta a recensire l'ennesimo tie-in del solito film per bambini, ci si appella a qualunque santo perché la tortura sia rapida e indolore. Trovarsi con certi prodotti tra le mani, all'apparenza, può sembrare quasi come una punizione divina, dove il regnante supremo di Gamesurf (non nominatelo invano, sennò é bestemmia), nascosto nell'ombra, ride maleficamente nutrendosi della disperazione dei suoi sottoposti. Il Regno di Ga'Hoole non é davvero niente male però, come dicevamo prima. Forse dovremmo smetterla di partire prevenuti che ogni gioco ispirato a lungometraggio sia spazzatura.
Il film, a sua volta influenzato da una collana di libri per ragazzi, parla della leggendaria guerra tra Gufi Guardiani e Puri per la difesa del Regno di Ga'Hoole. Pur mantenendo lo stesso background, il gioco propone una trama sostanzialmente diversa. Al comando di uno dei quattro gufi disponibili (ognuno differente per caratteristiche), ci immergeremo nel magico mondo già sapientemente tracciato dagli altri “mass media”, prendendo parte alle epiche guerre che fanno da sfondo alla saga letteraria. Partiamo da un presupposto: chiunque non conosca la storia originale, farà fatica a comprendere appieno le vicende del videogame. I filmati di intermezzo saranno anche magistralmente proposti come dipinti disegnati a mano, ma racchiudere una sceneggiatura talmente corposa in un così poco spazio non si é rivelata un'idea vincente. Su questo sì, il Regno di Ga'Hoole si accoda a tutti gli altri tie-in, offrendo una storyline godibile appieno solo da chi ha già metabolizzato l'originale, con il giocatore “novizio” costretto a proseguire senza mai capire troppo di quello che sta accadendo. Ma vabbé.
Scelto il protagonista, il primo ostacolo sarà quello di apprendere i rudimenti di guida del pennuto. L'impossibilità di toccare terra e la costrizione di dover sempre e comunque volare ad una certa velocità può risultare frustrante nei primi minuti, ma é un problema che si risolverà con un po' di pratica. Il volo stesso, una volta padroneggiato, diventerà il più grande pregio del titolo, grazie alla spettacolarità delle movenze e ad un'ottima sensazione di velocità. Cinque i mondi disponibili, tutti ben caratterizzati. In ordine cronologico: il Grande Albero, il Deserto, la Foresta, i Ghiacciai e la Fortezza nemica. La campagna principale si dipanerà attraverso una sequela di missioni primarie affidateci di volta in volta dalla CPU, alla conclusione di cui le nostre gesta verranno premiate con medaglie o denaro (utile per acquistare nuove armature dall'apposito negozio). Una volta terminato un livello, saremo anche liberi di esplorarlo a piacere, a mò di free-roaming, così da poterci impegnare in qualche missione secondaria (di sopravvivenza o di corsa che sia).
I combattimenti non richiedono chissà quale abilità, ma semplicemente riflessi e tempismo. Come già sappiamo, in prodotti dal gameplay così poco “user-friendly”, inserire anche tante abilità ed altrettanti comandi non si é mai rivelato una scelta vincente. Lair vi dice nulla? Il Regno di Ga'Hoole é doppiamente furbo: non solo snellisce le battaglie per andare maggiormente incontro ad un pubblico più giovane, ma risulta nel complesso anche più godibile per chiunque altro abbia abbandonato lo stesso Lair (tanto per citarne uno) in preda alla frustrazione. Il risultato é un gioco dalle basse pretese, ma sempre spettacolare ed accattivante. I combattimenti corpo a corpo, in fin dei conti, si risolvono inquadrando il nemico con L1, aspettando che il mirino diventi rosso e poi attaccando con uno dei tre tasti principali. Una volta messo a segno il primo colpo, potremo anche continuare la combo a piacimento, a patto di pigiare i pulsanti d'attacco - ancora una volta - quando l'obbiettivo é rosso. Facendo le penne (letteralmente) ai nemici, guadagneremo col tempo anche nuove tecniche, come il Turbo, la virata di 180 gradi e nuove abilità d'attacco, più o meno utili contro talune categorie di antagonisti. Qualche volta potrà anche capitare di dover contrattaccare un volatile che ci abbia preso come bersaglio. In quel caso, basterà aguzzare la vista e premere a tempo il tasto che apparirà su schermo.
Come avrete capito, però, non stiamo parlando di niente di troppo profondo. Il combat system fila liscio come l'olio, vince pur non convincendo appieno, ma se é per semplificarci la vita allora chiudiamo anche un occhio. Purtroppo, la semplicità generale é una delle principali pecche del gioco. In tutta l'avventura non abbiamo mai visto il Game Over, né ci siamo andati lontanamente vicini. Se considerate che non si può neanche optare per un livello di difficoltà più alto, allora capirete che non é una gran cosa. Purtroppo, anche la longevità cede il fianco a pesanti critiche. Abbiamo impiegato solo quattro ore per arrivare ai titoli di coda, con tutte le missioni secondarie già svolte. Chiunque vorrà, potrà anche ripetere singoli spezzoni di avventura per tentare di vincere tutte le medaglia d'oro, ma qualunque giocatore minimamente esperto non ci metterà più di tanto. Non c'é neanche un multiplayer o qualsivoglia supporto online. Non stiamo neanche a dirvi perché é così grave, siamo sicuri che - come noi - abbiate abbastanza attaccamento al vile denaro per capirvelo da soli.
Tecnicamente, siamo su buoni livelli. Le ambientazioni sono tutte differenziate ed artisticamente riconoscibili, gli effetti di luce riescono a conferire quella sensazione di “magico” che in un prodotto simile assolutamente non doveva mancare. Nonostante si viaggi sempre ad alte velocità in una mappa di gioco anche piuttosto grande, il motore non cade quasi mai in rallentamenti o pop-up di sorta. Certo, sui primi piani non abbiamo lo stesso impatto, ma questo era anche un po' ovvio. Se rallentiamo si riescono facilmente ad intravedere textures in bassa definizione e strutture un po' spigolose, ma é davvero roba di poco conto quando alcuni panorami mozzano così tanto il fiato. Buone anche le colonne sonore, anche se il doppiaggio manca di enfasi in più di un'occasione.
Il film, a sua volta influenzato da una collana di libri per ragazzi, parla della leggendaria guerra tra Gufi Guardiani e Puri per la difesa del Regno di Ga'Hoole. Pur mantenendo lo stesso background, il gioco propone una trama sostanzialmente diversa. Al comando di uno dei quattro gufi disponibili (ognuno differente per caratteristiche), ci immergeremo nel magico mondo già sapientemente tracciato dagli altri “mass media”, prendendo parte alle epiche guerre che fanno da sfondo alla saga letteraria. Partiamo da un presupposto: chiunque non conosca la storia originale, farà fatica a comprendere appieno le vicende del videogame. I filmati di intermezzo saranno anche magistralmente proposti come dipinti disegnati a mano, ma racchiudere una sceneggiatura talmente corposa in un così poco spazio non si é rivelata un'idea vincente. Su questo sì, il Regno di Ga'Hoole si accoda a tutti gli altri tie-in, offrendo una storyline godibile appieno solo da chi ha già metabolizzato l'originale, con il giocatore “novizio” costretto a proseguire senza mai capire troppo di quello che sta accadendo. Ma vabbé.
Scelto il protagonista, il primo ostacolo sarà quello di apprendere i rudimenti di guida del pennuto. L'impossibilità di toccare terra e la costrizione di dover sempre e comunque volare ad una certa velocità può risultare frustrante nei primi minuti, ma é un problema che si risolverà con un po' di pratica. Il volo stesso, una volta padroneggiato, diventerà il più grande pregio del titolo, grazie alla spettacolarità delle movenze e ad un'ottima sensazione di velocità. Cinque i mondi disponibili, tutti ben caratterizzati. In ordine cronologico: il Grande Albero, il Deserto, la Foresta, i Ghiacciai e la Fortezza nemica. La campagna principale si dipanerà attraverso una sequela di missioni primarie affidateci di volta in volta dalla CPU, alla conclusione di cui le nostre gesta verranno premiate con medaglie o denaro (utile per acquistare nuove armature dall'apposito negozio). Una volta terminato un livello, saremo anche liberi di esplorarlo a piacere, a mò di free-roaming, così da poterci impegnare in qualche missione secondaria (di sopravvivenza o di corsa che sia).
I combattimenti non richiedono chissà quale abilità, ma semplicemente riflessi e tempismo. Come già sappiamo, in prodotti dal gameplay così poco “user-friendly”, inserire anche tante abilità ed altrettanti comandi non si é mai rivelato una scelta vincente. Lair vi dice nulla? Il Regno di Ga'Hoole é doppiamente furbo: non solo snellisce le battaglie per andare maggiormente incontro ad un pubblico più giovane, ma risulta nel complesso anche più godibile per chiunque altro abbia abbandonato lo stesso Lair (tanto per citarne uno) in preda alla frustrazione. Il risultato é un gioco dalle basse pretese, ma sempre spettacolare ed accattivante. I combattimenti corpo a corpo, in fin dei conti, si risolvono inquadrando il nemico con L1, aspettando che il mirino diventi rosso e poi attaccando con uno dei tre tasti principali. Una volta messo a segno il primo colpo, potremo anche continuare la combo a piacimento, a patto di pigiare i pulsanti d'attacco - ancora una volta - quando l'obbiettivo é rosso. Facendo le penne (letteralmente) ai nemici, guadagneremo col tempo anche nuove tecniche, come il Turbo, la virata di 180 gradi e nuove abilità d'attacco, più o meno utili contro talune categorie di antagonisti. Qualche volta potrà anche capitare di dover contrattaccare un volatile che ci abbia preso come bersaglio. In quel caso, basterà aguzzare la vista e premere a tempo il tasto che apparirà su schermo.
Come avrete capito, però, non stiamo parlando di niente di troppo profondo. Il combat system fila liscio come l'olio, vince pur non convincendo appieno, ma se é per semplificarci la vita allora chiudiamo anche un occhio. Purtroppo, la semplicità generale é una delle principali pecche del gioco. In tutta l'avventura non abbiamo mai visto il Game Over, né ci siamo andati lontanamente vicini. Se considerate che non si può neanche optare per un livello di difficoltà più alto, allora capirete che non é una gran cosa. Purtroppo, anche la longevità cede il fianco a pesanti critiche. Abbiamo impiegato solo quattro ore per arrivare ai titoli di coda, con tutte le missioni secondarie già svolte. Chiunque vorrà, potrà anche ripetere singoli spezzoni di avventura per tentare di vincere tutte le medaglia d'oro, ma qualunque giocatore minimamente esperto non ci metterà più di tanto. Non c'é neanche un multiplayer o qualsivoglia supporto online. Non stiamo neanche a dirvi perché é così grave, siamo sicuri che - come noi - abbiate abbastanza attaccamento al vile denaro per capirvelo da soli.
Tecnicamente, siamo su buoni livelli. Le ambientazioni sono tutte differenziate ed artisticamente riconoscibili, gli effetti di luce riescono a conferire quella sensazione di “magico” che in un prodotto simile assolutamente non doveva mancare. Nonostante si viaggi sempre ad alte velocità in una mappa di gioco anche piuttosto grande, il motore non cade quasi mai in rallentamenti o pop-up di sorta. Certo, sui primi piani non abbiamo lo stesso impatto, ma questo era anche un po' ovvio. Se rallentiamo si riescono facilmente ad intravedere textures in bassa definizione e strutture un po' spigolose, ma é davvero roba di poco conto quando alcuni panorami mozzano così tanto il fiato. Buone anche le colonne sonore, anche se il doppiaggio manca di enfasi in più di un'occasione.