Il Signore degli Anelli: l'avventura di Aragorn
di
Nonostante siano passati quasi otto anni da “Il ritorno del Re”, e “Lo Hobbit” sia ancora lontano dall'essere completato, la monumentale saga de “Il Signore degli Anelli” ha un fascino tale che può trascendere dall'importante “traino” cinematografico. Con “L'avventura di Aragorn”, al giocatore viene concessa per la prima volta la possibilità di rivivere tutti i più importanti eventi della trilogia, dal punto di vista di uno dei personaggi più carismatici ed amati dell'intera Compagnia: Grampasso, Estel o Aragorn solo per citare alcuni dei nomi con cui é conosciuto il futuro re Elessar.
L'intera storia viene narrata sotto forma di flashback dalla viva voce di Samvise Gangee, per intrattenere i propri figli proprio durante i festeggiamenti per l'atteso arrivo del re ad Hobbiville. Questo pretesto viene sfruttato in maniera intelligente, perché tra un capitolo e l'altro dove saremo invece impegnati a combattere contro Sauron e le sue forze oscure, potremo “riposarci” prendendo parte (nei panni di Frodo, il figlio di Sam) in piccole missioni, ed in minigiochi che in molti casi sono in realtà dei tutorial neanche tanto ben celati. Se c'é un elemento di cui “L'avventura di Aragorn” non ha un gran bisogno, questo é forse proprio l'allenamento, principalmente per via di un livello di difficoltà piuttosto morbido e per la semplicità delle mosse a disposizione.. L'intera produzione é certamente indirizzata ad un pubblico giovane e ciò lo si può denotare anche dalle tinte maggiormente fiabesche che oscure rispetto all'opera originale ed agli altri giochi ad essa dedicati. Ciò non é di per sé un male, anche perché l'affascinante atmosfera della Terra di Mezzo non viene comunque snaturata da questo approccio.
Se in epoca di commistioni tra i generi può avere ancora senso classificare certi tipi di titoli, “L'avventura di Aragorn” può essere inquadrata in un picchiaduro a scorrimento, con una spruzzata di elementi avventurosi e da gioco di ruolo. La maggior parte del tempo lo si passa certamente menando fendenti a destra e a manca, per avere la meglio sui nemici (parliamo ovviamente di goblin, ragni giganti, troll, cavalieri neri e tanti altri), spesso in superiorità nemica rispetto alla Compagnia, ma non ugualmente determinati. Accanto a queste sezioni c'é in alcuni livelli un buon margine di esplorazione, che permetterà al giocatore di ottenere dei soldi (spendibili poi per dei potenziamenti di vario genere), ma anche oggetti ed altri elementi nascosti, utili sia a scopo “collezionistico” per sbloccare bonus, e sia per completare alcune missioni secondarie. Tutto sommato l'avventura si dipana in maniera lineare, e basterà premere il pulsante A per farsi indicare in ogni momento la strada da seguire. Le numerose sottoquest proposte, seppur utili ai fini della longevità, in alcuni casi tenderanno a rallentare eccessivamente il ritmo di gioco, rendendo tediose queste fasi, che raramente si discosteranno dal semplice muoversi da un punto all'altro della mappa.
Gli elementi per così dire “ruolistici” possono essere individuati nei già citati potenziamenti del personaggio. Diciamo che per l'esigua difficoltà del titolo essi non si rivelano particolarmente determinanti, però la possibilità di personalizzazione é pur sempre una nota positiva. In un titolo come il suddetto, dove i combattimenti “recitano” un ruolo così preponderante, il sistema di controllo é certamente una delle caratteristiche da tenere in maggiore considerazione. Sotto questo aspetto “L'avventura di Aragorn” mostra qualche alto e basso; il mancato supporto del Wii Motion Plus può suscitare qualche perplessità, il protagonista difatti si lancerà in poche tipologie di colpi, principalmente affondi, e fendenti verticali ed orizzontali.
Così come nel prossimo “Zelda”, al nunchuk (ovviamente deputato anche al movimento del giocatore tramite lo stick analogico) é legato l'utilizzo dello scudo, una scelta che si é rivelata comoda ed anche realistica. Lo scudo poi non lo utilizzeremo unicamente per difenderci ma altresì anche per spezzare le difese avversarie. In luogo della nostra difesa. il nunchuk potrà essere utilizzato anche per controllare la torcia, valida sia contro alcune tipologie di nemici che per risolvere alcuni semplici enigmi ambientali. Nel prosieguo dei capitoli avremo modo di utilizzare altre armi come la lancia e l'arco; quest'ultimo difetta in alcuni circostanze di precisione (oltreché di realismo) se utilizzato con la visuale in terza persona.
Soprattutto nelle fasi iniziali i combattimenti non richiederanno alcun tipo di approccio tattico, ma nella maggior parte dei casi basteranno pochi colpi ben assestati per avere la meglio; successivamente il gioco si arricchisce (anche con duelli a cavallo) e gli scontri acquisiscono un po' più di spessore. Il contributo degli altri personaggi nelle battaglie é altalenante, a volte si impegneranno (seppur senza una foga memorabile), mentre in altre circostanze si comporteranno più passivamente; dovremo comunque badare a loro e soccorrerli quando giaceranno feriti al suolo. In qualsiasi momento il primo giocatore potrà essere affiancato da un secondo nei panni di Gandalf; un multiplayer locale cooperativo piuttosto raro di questi tempi, che si rivela tutto sommato divertente anche se afflitto da qualche problema di visuale. La qualità altalenante del titolo si manifesta anche nella realizzazione grafica: gli ambienti si fanno apprezzare per la vastità ma non certo per il dettaglio, mentre le proporzioni dei personaggi non appaiono sempre ben adattate. I modelli dei protagonisti si rifanno alle fattezze degli attori del film, una scelta coerente soprattutto alla luce del doppiaggio (in italiano) estratto direttamente dalla “pellicola”.
Grazie a questa fonte d'ispirazione anche la colonna sonora non può che essere apprezzata per la via della presenza di numerosi brani, magnificamente evocativi, tratti dalla trilogia cinematografica. “L'avventura di Aragorn” non sarà certo ricordato come un prodotto memorabile, diversi aspetti avrebbero sicuramente necessitato di maggior cura, ed in generale il gioco pecca soprattutto per quel che riguarda la profondità. Nonostante ciò il gioco riesce comunque a ricreare la splendida atmosfera della saga Tolkeniana, e si rivela comunque come un divertente passatempo soprattutto per i giocatori più giovani, e per chi é alla ricerca di un titolo semplice ed immediato.
L'intera storia viene narrata sotto forma di flashback dalla viva voce di Samvise Gangee, per intrattenere i propri figli proprio durante i festeggiamenti per l'atteso arrivo del re ad Hobbiville. Questo pretesto viene sfruttato in maniera intelligente, perché tra un capitolo e l'altro dove saremo invece impegnati a combattere contro Sauron e le sue forze oscure, potremo “riposarci” prendendo parte (nei panni di Frodo, il figlio di Sam) in piccole missioni, ed in minigiochi che in molti casi sono in realtà dei tutorial neanche tanto ben celati. Se c'é un elemento di cui “L'avventura di Aragorn” non ha un gran bisogno, questo é forse proprio l'allenamento, principalmente per via di un livello di difficoltà piuttosto morbido e per la semplicità delle mosse a disposizione.. L'intera produzione é certamente indirizzata ad un pubblico giovane e ciò lo si può denotare anche dalle tinte maggiormente fiabesche che oscure rispetto all'opera originale ed agli altri giochi ad essa dedicati. Ciò non é di per sé un male, anche perché l'affascinante atmosfera della Terra di Mezzo non viene comunque snaturata da questo approccio.
Se in epoca di commistioni tra i generi può avere ancora senso classificare certi tipi di titoli, “L'avventura di Aragorn” può essere inquadrata in un picchiaduro a scorrimento, con una spruzzata di elementi avventurosi e da gioco di ruolo. La maggior parte del tempo lo si passa certamente menando fendenti a destra e a manca, per avere la meglio sui nemici (parliamo ovviamente di goblin, ragni giganti, troll, cavalieri neri e tanti altri), spesso in superiorità nemica rispetto alla Compagnia, ma non ugualmente determinati. Accanto a queste sezioni c'é in alcuni livelli un buon margine di esplorazione, che permetterà al giocatore di ottenere dei soldi (spendibili poi per dei potenziamenti di vario genere), ma anche oggetti ed altri elementi nascosti, utili sia a scopo “collezionistico” per sbloccare bonus, e sia per completare alcune missioni secondarie. Tutto sommato l'avventura si dipana in maniera lineare, e basterà premere il pulsante A per farsi indicare in ogni momento la strada da seguire. Le numerose sottoquest proposte, seppur utili ai fini della longevità, in alcuni casi tenderanno a rallentare eccessivamente il ritmo di gioco, rendendo tediose queste fasi, che raramente si discosteranno dal semplice muoversi da un punto all'altro della mappa.
Gli elementi per così dire “ruolistici” possono essere individuati nei già citati potenziamenti del personaggio. Diciamo che per l'esigua difficoltà del titolo essi non si rivelano particolarmente determinanti, però la possibilità di personalizzazione é pur sempre una nota positiva. In un titolo come il suddetto, dove i combattimenti “recitano” un ruolo così preponderante, il sistema di controllo é certamente una delle caratteristiche da tenere in maggiore considerazione. Sotto questo aspetto “L'avventura di Aragorn” mostra qualche alto e basso; il mancato supporto del Wii Motion Plus può suscitare qualche perplessità, il protagonista difatti si lancerà in poche tipologie di colpi, principalmente affondi, e fendenti verticali ed orizzontali.
Così come nel prossimo “Zelda”, al nunchuk (ovviamente deputato anche al movimento del giocatore tramite lo stick analogico) é legato l'utilizzo dello scudo, una scelta che si é rivelata comoda ed anche realistica. Lo scudo poi non lo utilizzeremo unicamente per difenderci ma altresì anche per spezzare le difese avversarie. In luogo della nostra difesa. il nunchuk potrà essere utilizzato anche per controllare la torcia, valida sia contro alcune tipologie di nemici che per risolvere alcuni semplici enigmi ambientali. Nel prosieguo dei capitoli avremo modo di utilizzare altre armi come la lancia e l'arco; quest'ultimo difetta in alcuni circostanze di precisione (oltreché di realismo) se utilizzato con la visuale in terza persona.
Soprattutto nelle fasi iniziali i combattimenti non richiederanno alcun tipo di approccio tattico, ma nella maggior parte dei casi basteranno pochi colpi ben assestati per avere la meglio; successivamente il gioco si arricchisce (anche con duelli a cavallo) e gli scontri acquisiscono un po' più di spessore. Il contributo degli altri personaggi nelle battaglie é altalenante, a volte si impegneranno (seppur senza una foga memorabile), mentre in altre circostanze si comporteranno più passivamente; dovremo comunque badare a loro e soccorrerli quando giaceranno feriti al suolo. In qualsiasi momento il primo giocatore potrà essere affiancato da un secondo nei panni di Gandalf; un multiplayer locale cooperativo piuttosto raro di questi tempi, che si rivela tutto sommato divertente anche se afflitto da qualche problema di visuale. La qualità altalenante del titolo si manifesta anche nella realizzazione grafica: gli ambienti si fanno apprezzare per la vastità ma non certo per il dettaglio, mentre le proporzioni dei personaggi non appaiono sempre ben adattate. I modelli dei protagonisti si rifanno alle fattezze degli attori del film, una scelta coerente soprattutto alla luce del doppiaggio (in italiano) estratto direttamente dalla “pellicola”.
Grazie a questa fonte d'ispirazione anche la colonna sonora non può che essere apprezzata per la via della presenza di numerosi brani, magnificamente evocativi, tratti dalla trilogia cinematografica. “L'avventura di Aragorn” non sarà certo ricordato come un prodotto memorabile, diversi aspetti avrebbero sicuramente necessitato di maggior cura, ed in generale il gioco pecca soprattutto per quel che riguarda la profondità. Nonostante ciò il gioco riesce comunque a ricreare la splendida atmosfera della saga Tolkeniana, e si rivela comunque come un divertente passatempo soprattutto per i giocatori più giovani, e per chi é alla ricerca di un titolo semplice ed immediato.