Indiana Jones e la tomba dell'imperatore
di
Andrea 'NeOAndY' Cani
Chiusa la piccola parentesi, riprendiamo il discorso sulle vicende che travolgeranno l'impavido Indy. Una volta recuperato il manufatto, comincerà la vera avventura, e i primi tasselli si posizioneranno per formare l'immagine della storia. L'antico oggetto appena recuperato con tanta fatica, sembra faccia gola ad un'organizzazione cinese chiamata la Triade del Drago Nero. Ma più che al manufatto appena scoperto, questi, sembrano essere interessati al cuore del drago, antico monile in grado di dare il potere di controllare le persone a chiunque lo possegga. Indy, viene "assunto" per portare a termine il non semplice compito, reso ulteriormente difficile dal fatto che per entrare nella tomba cinese nel quale il monile è nascosto, dovrà recuperare i pezzi di un sigillo (l'idolo di Kouru Watu non è altro che una parte dello stesso), necessario per accedere alla tomba. Inutile dire che per recuperare le varie parti, nascoste ai quattro angoli del pianeta, dovremo affrontare pericoli inimmaginabili e, si, ci sono anche loro, fila di nazisti pronti a tutto pur di metterci i bastoni tra le ruote. Il tutto sarà condito dalla immancabile presenza femminile, il cui ruolo non svelerò per non rovinare l'orientale sorpresa.
A fronte di un buon sistema di controllo (non scevro del difetto telecamera) e di un'ottima gestione dell'inventario, aspetti descritti accuratamente qualche riga sopra, la sensazione che si prova durante l'avventura è quella di trovarsi all'interno di luoghi che già conosciamo bene tanto quanto le nostre tasche; e ciò non è esattamente un bene. Ogni azione eseguita nel corso del gioco, sembra essere la stessa identica azione ripetuta milioni di volte in giochi precedenti. Il classico meccanismo trova la leva, tira la leva, è qui portato all'eccesso: gli enigmi, infatti, non propongono nulla di più. A dire il vero, il meccanismo di gioco di Indiana Jones e la Tomba dell'Imperatore è pesantemente spostato verso gli scontri con i nemici. L'esplorazione sembra quasi essere un pretesto, un riempitivo tra un combattimento e l'altro. Ma, per dare a Cesare quel che è di Cesare, i combattimenti sono la parte più riuscita del gameplay. Ogni oggetto può essere usato come corpo contundente per frenare gli impeti distruttivi (verso la nostra persona) degli avversari. C'è una bella vanga sopra un tavolo? Perché non usarla per sistemare i due brutti ceffi che sparlano alle nostra spalle nella stanza a fianco?
Ci sono delle sedie attorno al fuoco? Vediamo se sono più resistenti del cranio del nazista di turno. Oltre agli oggetti che troverà per strada, Indy potrà usare mezzi più "convenzionali" di combattimento, come la pistola, il fucile o i pugni se si dovesse trovare a secco di munizioni. La frusta, invece, può essere usata per disarmare l'avversario e magari, per finirlo poi con la stessa arma che gli abbiamo appena levato dalle mani. Non mancano, infine, le trappole tipiche come spuntoni, frecce che escono dai muri e lame rotanti, tutti marchingegni che dovremo scansare più con l'abilità nel maneggiare il pad, piuttosto che con l'intuito e la riflessione.
Una grossa nota di demerito va senz'altro al sistema di salvataggio adottato. In pratica, è stato inserito un sistema di check-point che, in linea di principio non sarebbe male. All'atto pratico, però, questi sono troppo distanti tra loro, e troppo spesso, è necessario ripetere diverse volte intere parti di livello a causa della mancanza di un sistema di salvataggio ottimale. Sarebbe bastato inserire più check-point o, meglio ancora, dare la possibilità di salvare il gioco in un punto qualsiasi, per risparmiare dosi di frustrazione al giocatore.
Indiana Jones e la tomba dell'imperatore
6.5
Voto
Redazione
Indiana Jones e la tomba dell'imperatore
Un tempo, Lara Croft tentava di fare l'Indiana Jones e riusciva ampiamente a convincere (almeno nelle sue prime incarnazioni tombraideresche). Oggi, il buon vecchio Indy, colto da crisi d'identità, tenta di entrare nei panni della collega/rivale non convincendo appieno. Nella vita, e così anche nei videogiochi, basta poco per spostare gli equilibri. In questo campo i migliori risultati possono essere ottenuti in due modi: o con l'innovazione oppure migliorando e portando al meglio ciò che già c'è. Con questo gioco, la Lucas non è riuscita a fare ne l'una e ne l'altra cosa, rimanendo in un limbo di sufficienza che Indy, col nome che porta, non merita. Nonostante tutto ci sono alcuni spunti interessanti ampiamente dibattuti in sede di recensione: il divertente sistema di combattimento ed il magistrale sonoro. Non mi sento di consigliare il gioco a scatola chiusa, se non ai fan più sfegatati che, in ogni caso, dovrebbero effettuare una buona sessione di prova, prima di ponderarne l'acquisto