Invizimals: Il Regno Scomparso

di Davide Ottagono
In concomitanza con l'arrivo su PSVita, la saga di Invizimals intraprende un cammino tutto nuovo. Da oggi, infatti, le creature di Sony saranno disponibili per la primissima volta anche su console casalinga. Quanto sentissimo davvero il bisogno di questa manovra é altamente opinabile e, in effetti, premettiamo come il risultato non sia stato dei migliori. Il Regno Scomparso - questo il nome dell'episodio PS3 - si presenta comunque come un'avventura altamente derivativa di altre produzioni, nel bene e nel male.


Partiamo dal presupposto di come Il Regno Scomparso sia un gioco tuttosommato onesto, almeno nella sua offerta. L'avventura principale, anche piuttosto lunga, si snoda attraverso decine di livelli in cui combattimenti e salti da piattaforma in piattaforma la faranno da padrone. In pieno stile da classico action-adventure, il titolo ci metterà nei panni di Hiro, un ragazzino giapponese che ben presto si troverà a combattere una guerra ben più grande di lui. Costretto a salvare in contemporanea due interi mondi (il suo e, appunto, quello degli Invizimals), Hiro farà la conoscenza di numerose creature antropomorfe che spesso e volentieri lo aiuteranno nel corso della storia. Il racconto é palesemente rivolto ad un pubblico giovane e di certo non brilla né per fantasia né per costruzione. Eccezion fatta per un paio di sporadici dialoghi, l'intera vicenda potrebbe, infatti, riassumersi in un "seguiamo le tracce dei cattivoni di turno e sventiamo il diabolico piano che mette a repentaglio le vite di tutti". Ironicamente, forse é più il ragazzino che gli stessi Invizimals a risultare meglio tratteggiato. Questi ultimi in effetti fungeranno esclusivamente da fugaci comparse che, una volta sconfitte in un duello tete-a-tete, mai più riapriranno bocca. Ed é di certo una cosa triste, in un prodotto che punta il suo intero carisma su mostriciattoli che ben presto si rivelano avatar senza profondità né anima. Eccezion fatta per un paio di scenette, su questo aspetto c'é ben poco da salvare.



A livello di gameplay, questo Invizimals ripesca a piene mani dalle meccaniche già collaudate - per fare il primo esempio che ci viene in mente - di un God of War a caso. Telecamera fissa, frequenti combattimenti in arene delimitate da barriere e risoluzione di semplici enigmi ambientali misti ad una buona dose di scalate. Purtroppo, niente di tutto ciò funziona nel migliore dei modi. I combattimenti, ad esempio, diventeranno ben presto il vostro peggiore incubo, con animazioni corpo a corpo lente e farraginose che trasformano ogni battaglia in una danza slow-motion da latte alle ginocchia. Una volta capito che buona parte di questi scontri potrà essere saltata pié pari, niente vi tratterrà dall'evitare la maggior parte dei combattimenti e di correre verso gli obiettivi. Di certo, la semplicità di fondo ci mette del suo. Davvero un peccato, perché il team di sviluppo si é impegnato a ricreare quasi una decina di modelli di nemici diversi, ognuno con le proprie abilità e le proprie armi, ma raramente anche solo uno di questi avrà la possibilità di risultare pericoloso. Basterà sorprenderli con un primo attacco e rimarranno bloccati sul posto ad incassare sganassoni fino alla loro dipartita, senza possibilità alcuna di risposta. Restare in vita é altrettanto facile, visto che potremo trascinarci per l'intera avventura con la combo di base senza mai incontrare ostacolo alcuno. C'é persino un tasto per la parata, ma non l'abbiamo mai usato.

Ironia della sorte, tramite i soldi che guadagneremo dai forzieri sparsi in giro nei livelli, potremo potenziare ognuno dei nostri personaggi (che possiamo interscambiare al volo tramite il veloce menù contestuale) e sbloccare di conseguenza nuovi attacchi o tecniche segrete, alcune delle quali di indubbia utilità. Il problema é che, alle volte, si ha l'impressione che si fa prima a liberare la zona schiacciando il solito tasto, invece di impegnarsi a provare qualcosa di diverso, magari perdendo tempo a caricare un'apposita barra. Il fatto che, però, qualunque protagonista presenti l'agilità di un carrarmato bloccato in un pantano é tutto un altro paio di maniche. A lungo andare, persino distruggere i (fin troppo) numerosi forzieri diventa vagamente frustrante.


Tuttavia, Il Regno Scomparso ha anche una corposa fase esplorativa che, sinceramente, funziona molto meglio del resto. Ed é proprio nella fase esplorativa che le varie differenze tra gli Invizimals verranno a galla. Infatti, se in battaglia risultano essere uno la fotocopia dell'altro, durante le traversate dei livelli più volte ci capiterà di doverli interscambiare per poter proseguire. Il ghepardo Ocelotl, ad esempio, può utilizzare gli artigli per arrampicarsi sul fogliame e l'arpione per dondolarsi oltre i precipizi; Minotaur, invece, può sfondare le barricate a furia di cornate, mentre Tigershark può immergersi sott'acqua in caso di strada bloccata in superficie. In totale potremo prendere il controllo di circa dieci Invizimals, ognuno con una propria abilità speciale. Il Panda può usare la forza bruta per venire a capo di enigmi più "muscolari", la Pantera può ricostruire percorsi distrutti con la forza del pensiero, il Ninja può teletrasportarsi oltre barriere precise e così via. Niente di troppo innovativo, sia chiaro, ma la distribuzione di queste meccaniche oltre ad essere riuscita, dà anche un pizzico di varietà al tutto, tavolta regalando persino delle sequenze sinceramente interessanti.

Nonostante la lunghezza accettabile del single-player, il prodotto non é comunque chissà quanto rigiocabile. Certo, ogni mondo é pieno di vie secondarie stracolme di segreti, ma con un po' di accortenza sarà facile arrivare al 100% anche ad una prima "run". Qui entra in gioco la Battaglia, seconda modalità raggiungibile dal menù principale e forse vero perno portante dell'intera produzione. Qui, come in una sorta di strategico, potremo battagliare in 1vs1 amici (online e non) o CPU con i mostri catturati in precedenza o acquistati al negozio con le monete guadagnate nell'avventura. Il sistema diverte e, soprattutto per i più piccoli, sarà difficile staccarsi da questa versione di Pokemon made in PlayStation. Tra l'altro, può portare via anche molto tempo, tra mostri da far salire di livello e potenziamenti che continuano ad apparire in negozio con il passare delle ore.


Un'ultima nota dobbiamo spenderla sul comparto audio-visivo, tutt'altro che stellare. Oggettivamente, nonostante alcune ambientazioni dai toni piuttosto evocativi, siamo di fronte alla fiera delle texture slavate e del frame-rate ballerino. E senza neanche un valido motivo, tra l'altro, visto che sia ambienti che personaggi risultano poligonalmente piuttosto poveri. Colonne sonore altrettanto sottotono (letteralmente, a volte si riesce malapena a sentirle) ed effettistica generale piuttosto lacunosa completano il quadro. Il tutto viene salvato in calcio d'angolo da un discreto doppiaggio nostrano, ma di accettabile c'é poco altro.