ISS PRO EVOLUTION

di Redazione Gamesurf
Le sensazioni migliori che questo titolo sa dare rimangono comunque l'alto tasso di realismo, grazie al quale sembra sempre di giocare una partita vera e propria e la varietà e la complessità delle situazioni di gioco
THE BEST JUST GOT BETTER?
Ma passiamo al terzo confronto, ovvero ciò che manca al questo ISS Pro Evolution per raggiungere la perfezione. La prima cosa che salta agli occhi é la pessima qualità della localizzazione: errori di traduzione sono sempre dietro l'angolo, e anche se spesso non sono clamorosi e tanto ci siamo abituati, stupiscono e sembrano fuori luogo in un gioco che sfiora la perfezione come questo. Il commento non é male, ma spesso sfiora la surrealità e la comicità e non si può sapere quanto questo effetto sia voluto oppure causato da una qualità mediocre. Discrete invece sia le musiche che gli effetti sonori, migliorati rispetto al prequel

Purtroppo i difetti non si fermano certo qui: a minare il realismo verso il quale tende il gioco ci sono tutta una serie di piccole cose che non tornano, e che, considerate tutte assieme, intaccano in parte il prodotto. Forse all'inizio neppure si notano, ma col tempo si fanno sempre più evidenti e danno sicuramente fastidio. L'impressione é che questa volta alla Konami abbiano cercato di fare una cosa troppo grande anche per dei maestri come loro e che non gli sia perfettamente riuscita. Evidentemente simulare perfettamente la realtà é ancora prematuro in un gioco di calcio e i ragazzi del team KCET sono andati dritti a sbattere contro questo muro... La prima cosa che salta agli occhi é l'enorme facilità con la quale si riesce a rubare palla. Per i poveri attaccanti é praticamente impossibile dribblare l'uomo, anche se vi trovate con un Ronaldo (forza campione, ritornerai grande!) contro un difensore di 15 anni dell'Iraq. E' veramente incredibile la facilità con la quale vi ruberà palla e non si potrà far nulla per evitarlo. Quindi i giocatori tecnici saranno veramente penalizzati nel gioco, a discapito di quelli veloci, in quanto più che saltare l'uomo sarà importante riuscire a sfuggirgli. In secondo luogo, come si diceva prima, l'azione di gioco é stata volutamente rallentata, e fin qui nulla di male, ma alcuni dubbi sorgono vedendo la lentezza dei giocatori nella risposta ai comandi. Qui é grande l'incertezza se si sia voluta ricreare una fisica reale, nella quale i calciatori non si possono fermare di colpo o cambiare direzione repentinamente o, piuttosto, se siano sottoposti a tutte una serie di animazioni preordinate, che li rendono meno reattivi ai comandi. Ma la cosa che più lascia esterrefatti, in un titolo di questa caratura, é la pochezza dell'intelligenza artificiale dei nostri compagni. Aspettano sempre la palla, con il risultato di farsi spesso anticipare, non fanno movimento neanche a pagarli e le poche volte che si lanciano in uno scatto non si fermano più finendo in fuorigioco o mettendosi nell'impossibilità di essere serviti. Talvolta discutibili, poi, le decisioni della CPU nell'assegnare l'uomo da usare in determinati momenti. Capiterà sempre che venga assegnato il calciatore più vicino alla palla, anche se magari é dietro all'attaccante avversario, mentre sarebbe molto più comodo far chiudere in diagonale un altro giocatore