Jackie Chan Adventures
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Jackie Chan Adventures si ispira e trae tutto il suo aspetto estetico dalla serie animata del buon Jackie Chan, attore che da sempre condisce e contraddistingue le sue pellicole cinematografiche con arti marziali ed il giusto tocco di comicità. I cartoni animati in questione si annoverano nell'infelice e piatto limbo dell'animazione mondiale, ma evidentemente qualcosa (un cospicuo pubblico?) ha spinto qualcuno (Atomic Planet Entertainment) a sviluppare un videogioco che ne fosse la degna (e riuscita) trasposizione interattiva. La controparte ludica in analisi, così come nei cartoni animati apparsi anche in suolo italiano, vede come protagonista indiscusso Jackie Chan, accompagnato e spalleggiato dal saggio zio e dalla nipotina Jade, sempre pronta a cacciarsi in guai a base di ninja decisamente non adatti alla sua giovane età.
Perché lo zio sia detentore di saggezza lo scopriremo a inizio avventura, quando con pochi preamboli egli invierà il giovane combattente alla caccia di dodici preziosi talismani (tanti quanti sono i simboli dello zodiaco cinese) che, a mano a mano che si procederà nel gioco, aumenteranno la di per sé poliedrica gamma d'azioni di Jackie (capace di camminare sui muri e compiere balzi tra una parete e l'altra degni di Super Mario). Acquistare la facoltà di correre sopra la norma umana, divenire invisibili, aumentare la forza fisica, compiere un doppio salto, teletrasportarsi e via di questo passo: ecco cosa comporta la collezione degli ancestrali oggetti la cui serrata ricerca avrà inizio in un lontano tempio situato in Messico. Ovviamente, come tradizione insegna, non saremo gli unici novelli Indiana Jones nei paraggi ed un temibile gruppo praticante il ninjustu è pronto ad opporsi ai nostri comprimari. Dietro la Mano Nera capeggiata da Valmont vi è in sottofondo la leggenda del Chi, di mostri ed eroi mitologici cinesi le cui vicissitudini, inevitabilmente, impregneranno tutta la nostra cerca (alla quale si interessa anche il Sector 13, una sorta di servizio segreto governativo).
Visivamente il titolo è supportato dal selettore 50/60 hz e dalla modalità 16/9, mentre in negativo sono da segnalare alcune bizze fatte dalle telecamere che talvolta, nelle prossimità delle pareti e durante i salti, danno qualche problema. Il Cel Shading che domina ambienti e personaggi pur non essendo una delle grazie grafiche dell'attuale generazione è congeniale al progetto perché, pur nel suo evidente stato semplicistico e nella poca ricerca di particolari, esso si rifà fedelmente alla serie animata dalla quale si ispira. Il reparto sonoro è piatto e poco ispirato per quanto riguarda il parlato (presente anche nella nostrana lingua), con alcune composizioni che posseggono un'orecchiabile melodia (ad esempio quella a base di chitarra del villaggio messicano) e con altre del tutto anonime. Per quanto concerne le componenti prettamente ludiche Jackie Chan si presenta come una miscellanea fra generi, neppure uscita male ma che in fin dei conti è aliena a trovate che siano definibili propriamente innovative.
Basilarmente il gioco è un titolo action nei combattimenti (con una difficoltà tarata verso il basso, considerata anche l'utenza cui può riferirsi) con varie sezioni platform e con dei puzzle dalla facile soluzione.
Il sistema di belligeranze prevede calci e pugni, salti, parate e contromosse e si avvale di un utile target azionabile sui nemici mediante la pressione del tasto R1.
Ad intervallare le sezioni di gioco (è presente anche un'abbozzata componente esplorativa) si trovano infine dei minigiochi; alcuni dei quali, come presentato anche al passato E3, consentono il collegamento con la periferica Eye Toy. Ad uno dei minigiochi (il gioco di carte) è collegato anche un fattore collezione, laddove sparse per le locazioni si trovano le varie carte del mazzo e sarà inoltre possibile sfidare alcuni personaggi non giocanti (Jade in primis). La varietà, come constatabile, si attesta pertanto su un livello buono ed è incrementata anche dalle abilità testé accennate. L'utilizzo di tali tecniche consuma la barra verde posta in alto a sinistra dello schermo (una sorta di barra della magia), mentre i danni subiti (o dalle trappole o dai nemici diretti) infliggono perdite alla barra sovrastante di colore rosso (ovviamente indicante la vitalità del personaggio). A fini curativi e forse elargiti con troppa generosità troviamo contenitori di "gemme" rosse e verdi che risanano le perdite delle barre sopra descritte (le medesime gemme vengono rilasciate dai nemici sconfitti).
E' evidente, in definitiva, che Jackie Chan Adventures si proponga in totale modestia; i suoi limiti sono il fattore innovativo nullo e la bassa difficoltà di enigmi e combattimenti, i suoi pro potrebbero essere riassunti nella varietà che si è cercato di apportare. L'esperienza globale potrebbe essere adatta ad un solo ramo d'utenza, che è poi, guarda caso, quello medesimo della serie animata.
Perché lo zio sia detentore di saggezza lo scopriremo a inizio avventura, quando con pochi preamboli egli invierà il giovane combattente alla caccia di dodici preziosi talismani (tanti quanti sono i simboli dello zodiaco cinese) che, a mano a mano che si procederà nel gioco, aumenteranno la di per sé poliedrica gamma d'azioni di Jackie (capace di camminare sui muri e compiere balzi tra una parete e l'altra degni di Super Mario). Acquistare la facoltà di correre sopra la norma umana, divenire invisibili, aumentare la forza fisica, compiere un doppio salto, teletrasportarsi e via di questo passo: ecco cosa comporta la collezione degli ancestrali oggetti la cui serrata ricerca avrà inizio in un lontano tempio situato in Messico. Ovviamente, come tradizione insegna, non saremo gli unici novelli Indiana Jones nei paraggi ed un temibile gruppo praticante il ninjustu è pronto ad opporsi ai nostri comprimari. Dietro la Mano Nera capeggiata da Valmont vi è in sottofondo la leggenda del Chi, di mostri ed eroi mitologici cinesi le cui vicissitudini, inevitabilmente, impregneranno tutta la nostra cerca (alla quale si interessa anche il Sector 13, una sorta di servizio segreto governativo).
Visivamente il titolo è supportato dal selettore 50/60 hz e dalla modalità 16/9, mentre in negativo sono da segnalare alcune bizze fatte dalle telecamere che talvolta, nelle prossimità delle pareti e durante i salti, danno qualche problema. Il Cel Shading che domina ambienti e personaggi pur non essendo una delle grazie grafiche dell'attuale generazione è congeniale al progetto perché, pur nel suo evidente stato semplicistico e nella poca ricerca di particolari, esso si rifà fedelmente alla serie animata dalla quale si ispira. Il reparto sonoro è piatto e poco ispirato per quanto riguarda il parlato (presente anche nella nostrana lingua), con alcune composizioni che posseggono un'orecchiabile melodia (ad esempio quella a base di chitarra del villaggio messicano) e con altre del tutto anonime. Per quanto concerne le componenti prettamente ludiche Jackie Chan si presenta come una miscellanea fra generi, neppure uscita male ma che in fin dei conti è aliena a trovate che siano definibili propriamente innovative.
Basilarmente il gioco è un titolo action nei combattimenti (con una difficoltà tarata verso il basso, considerata anche l'utenza cui può riferirsi) con varie sezioni platform e con dei puzzle dalla facile soluzione.
Il sistema di belligeranze prevede calci e pugni, salti, parate e contromosse e si avvale di un utile target azionabile sui nemici mediante la pressione del tasto R1.
Ad intervallare le sezioni di gioco (è presente anche un'abbozzata componente esplorativa) si trovano infine dei minigiochi; alcuni dei quali, come presentato anche al passato E3, consentono il collegamento con la periferica Eye Toy. Ad uno dei minigiochi (il gioco di carte) è collegato anche un fattore collezione, laddove sparse per le locazioni si trovano le varie carte del mazzo e sarà inoltre possibile sfidare alcuni personaggi non giocanti (Jade in primis). La varietà, come constatabile, si attesta pertanto su un livello buono ed è incrementata anche dalle abilità testé accennate. L'utilizzo di tali tecniche consuma la barra verde posta in alto a sinistra dello schermo (una sorta di barra della magia), mentre i danni subiti (o dalle trappole o dai nemici diretti) infliggono perdite alla barra sovrastante di colore rosso (ovviamente indicante la vitalità del personaggio). A fini curativi e forse elargiti con troppa generosità troviamo contenitori di "gemme" rosse e verdi che risanano le perdite delle barre sopra descritte (le medesime gemme vengono rilasciate dai nemici sconfitti).
E' evidente, in definitiva, che Jackie Chan Adventures si proponga in totale modestia; i suoi limiti sono il fattore innovativo nullo e la bassa difficoltà di enigmi e combattimenti, i suoi pro potrebbero essere riassunti nella varietà che si è cercato di apportare. L'esperienza globale potrebbe essere adatta ad un solo ramo d'utenza, che è poi, guarda caso, quello medesimo della serie animata.