Jagged Alliance: Rage!
Immaginate un gruppo di mercenari (per quanto una coppia possa definirsi un gruppo) scelti tra un manipolo di sei scavezzacollo. Immaginate che tali soldati siano stati inviati nei meandri di una sperduta isola tropicale per quella che apparentemente è poco più di una vacanza con un piccolo compito da portare a termine. Peccato tuttavia che vengono immediatamente imprigionati da un gruppo di guerriglieri che rispondono a un potente signore della droga, dando il via alle loro vicissitudini..
Immaginate infine che tali militari riescano a scappare dai loro aguzzini, scoprendo man mano di avere a che fare con delle situazioni degne di un film d’azione, con tanto di aspiranti dittatori alla conquista dell’isola e (a seguire) del mondo.
Quanto accennato è la trama (davvero poco ispirata, a dire il vero) di questo Jagged Alliance Rage!, uno strategico a turni che scava per riesumare un nome dal notevole appeal (quello della serie Jagged Alliance, appunto), ma che fallisce proprio l’obiettivo di donare continuità alla serie. Ma andiamo con ordine.
No editor
Come accennato, si comincia con la selezione di due dei 6 personaggi disponibili, ciascuno dei quali caratterizzato da abilità specifiche che li rendono particolarmente utili nel medicare piuttosto che nello sgattaiolare senza essere visto dai nemici. Già qui tuttavia compaiono le prime note dolenti: una volta scelta la coppia di avatar non vi sarà possibile cambiarli, se non ricominciando daccapo l’intera campagna. Per quanto si possa intuire la volontà degli sviluppatori di promuovere la rigiocabilità del titolo, va tuttavia detto che difficilmente l’utente sarà invogliato a rigiocare il titolo una seconda volta, specialmente se la selezione iniziale non sarà capace di lasciare un’impronta determinante all’esperienza di gioco.
Un altro lato negativo consiste nella mancanza di un editor di personaggi: in un’epoca in cui vengono proposti editor anche per i più improbabili racing (dove il pilota nemmeno si vede una volta sceso dal suo veicolo) in questo caso sarebbe stato più che auspicabile avere la possibilità di plasmare a propria immagine e somiglianza il proprio giocatore.
Action, stealth e survival
Quindi passiamo al gameplay, che come detto è uno strategico a turni che miscela elementi survival e stealth all’azione pura: ciascuna missione, infatti, potrà essere affrontata all’arrembaggio piuttosto che alla “Metal Gear Solid”. Ogni volta che avrete il modo di sfruttare il vostro turno potrete decidere di muovervi sulla scacchiera che compone l’ambientazione, attaccare piuttosto che rovistare tra gli armadi o frugare i caduti sul campo alla ricerca di elementi utili al vostro obiettivo.
Tra un attacco e l’altro avrete anche la necessità di mantenere in salute i vostri personaggi, avendo cura di dissetare e disinfettare le ferite al fine di non perire miseramente.
Gli sconti a fuoco comprendono una notevole varietà di armi, con anche un sistema di mira che vi dà la possibilità di scegliere se mirare alla testa piuttosto che al busto o alle gambe, ciascuna opzione corredata dall’indicazione di percentuale della riuscita del tiro.
A tutto ciò si aggiungono le abilità speciali, che si possono utilizzare a mezzo di punti abilità accumulati con l’uccisione di nemici, le quali vi conferiscono vantaggi importanti per primeggiare temporaneamente sulla già poco brillante AI, che tuttavia va detto si mantiene a livelli bassissimi eccetto alcuni impiegabili picchi che rendono particolarmente frustrante il gioco.
Tecnica e affini
Tecnicamente il gioco non fa nulla per nascondere il basso budget disponibile, con uno stile cartoonesco che sembra provenire dalla macchina del tempo di Ritorno al Futuro direttamente da un paio di generazioni fa di console.
Il level design è anch’esso poco ispirato, viziato dall’appeal piatto delle ambientazioni, tutte simili tra di loro e prive di mordente.
Stesso discorso per il sonoro, contraddistinto da un doppiaggio da dimenticare e da una serie di dialoghi che sfiorano la banalità assoluta.
Chiudiamo con un multiplayer cooperativo per giocare con un amico, che poco riesce ad aggiungere a uno scenario davvero poco invitante.