Jak and Daxter: The Precursor Legacy
di
UN MONDO FATATO?
Arriviamo finalmente al vero punto di forza di Jak and Daxter: The Precursor Legacy. A nostro (poco) modesto avviso, un gioco di piattaforme deve per forza di cose poter contare su almeno tre aspetti per poter puntare a una posizione di rilievo nel mercato: ottimo studio dei personaggi, sistema di controllo preciso e mai frustrante, atmosfera data dallo studio degli ambienti. Appurato che in buona parte i primi due punti sono soddisfatti dal gioco di Naughty Dog, arriviamo all'ultimo... l'atmosfera. In Jak and Daxter la sensazione di trovarsi realmente all'interno di un mondo da favola é resa come in pochissimi altri casi e, con i dovuti rapporti (anche dovuti al tempo e alle risorse tecnologiche), proprio solo in Mario 64 e nel duo di Banjo & Kazooie/Tooie si é potuto assistere a qualcosa di così riuscito e affascinante
Naughty Dog ha evidentemente speso interi mesi unicamente con l'intenzione di curare ogni dettaglio presente nel mondo di Jak and Daxter. I momenti migliori sono indubbiamente rappresentati dalle locazioni esterne, su tutte i primi due livelli ovvero il villaggio e la spiaggia iniziale e l'isola della nebbia. In questi due casi si assiste all'esemplificazione dell'otima sinergia "tecnologia/concezione" applicata all'intero gioco: utilizzo dei colori sognante, effetti (illuminazione, l'effetto calore che attornia una fiammella...), ideazione, panorami, particolari come fili d'erba, fiori o invece ossa, detriti, sabbia, nebbia. Tutto é davvero realizzato con grande attenzione e cura e in più momenti del gioco ci si sofferma in un angolo di un livello che semplicemente non ha alcuna funzione pratica se non quella di abbellire e perfezionare la "scenografia". Non mancano effetti atmosferici come pioggia e neve, particolarmente riuscito un effetto di pioggia contro la telecamera (quindi sullo schermo) che allieta la partita purtroppo solo per qualche istante, abbastanza per ricordarci degli ottimi effetti simili presenti in Wave Race: Blue Storm
Arriviamo finalmente al vero punto di forza di Jak and Daxter: The Precursor Legacy. A nostro (poco) modesto avviso, un gioco di piattaforme deve per forza di cose poter contare su almeno tre aspetti per poter puntare a una posizione di rilievo nel mercato: ottimo studio dei personaggi, sistema di controllo preciso e mai frustrante, atmosfera data dallo studio degli ambienti. Appurato che in buona parte i primi due punti sono soddisfatti dal gioco di Naughty Dog, arriviamo all'ultimo... l'atmosfera. In Jak and Daxter la sensazione di trovarsi realmente all'interno di un mondo da favola é resa come in pochissimi altri casi e, con i dovuti rapporti (anche dovuti al tempo e alle risorse tecnologiche), proprio solo in Mario 64 e nel duo di Banjo & Kazooie/Tooie si é potuto assistere a qualcosa di così riuscito e affascinante
Naughty Dog ha evidentemente speso interi mesi unicamente con l'intenzione di curare ogni dettaglio presente nel mondo di Jak and Daxter. I momenti migliori sono indubbiamente rappresentati dalle locazioni esterne, su tutte i primi due livelli ovvero il villaggio e la spiaggia iniziale e l'isola della nebbia. In questi due casi si assiste all'esemplificazione dell'otima sinergia "tecnologia/concezione" applicata all'intero gioco: utilizzo dei colori sognante, effetti (illuminazione, l'effetto calore che attornia una fiammella...), ideazione, panorami, particolari come fili d'erba, fiori o invece ossa, detriti, sabbia, nebbia. Tutto é davvero realizzato con grande attenzione e cura e in più momenti del gioco ci si sofferma in un angolo di un livello che semplicemente non ha alcuna funzione pratica se non quella di abbellire e perfezionare la "scenografia". Non mancano effetti atmosferici come pioggia e neve, particolarmente riuscito un effetto di pioggia contro la telecamera (quindi sullo schermo) che allieta la partita purtroppo solo per qualche istante, abbastanza per ricordarci degli ottimi effetti simili presenti in Wave Race: Blue Storm