James Cameron's Avatar: Il Gioco

di Tommaso Alisonno
Pandora: una luna boscosa su cui gli umani devono sopravvivere, strappando giorno per giorno metri di terreno alla foresta, agli animali mostruosi che la abitano e agli autoctoni, quei Na'vi dalla pelle blu alti tre metri e armati di archi e asce letali. Su questo planetuncolo giunge un giorno il soldato scelto Ryder dell'RDA, esperto in comunicazioni e selezionato per il progetto “Avatar”, che prevede di trasferire la coscienza di un essere umano in un corpo Na'vi artificiale, in modo da poter sopravvivere senza respiratore e affrontare meglio i pericoli ambientali. Ma quando scoppierà, inevitabile, la guerra tra Na'vi ed RDA, Ryder dovrà decidere da che parte schierarsi.



Mentre nelle sale americane viene proiettato il film di James Cameron che arriverà in Europa solo a gennaio, il gioco di Avatar - che non ricalca la trama della pellicola e quindi non implica spoiler - fa la sua comparsa nei negozi di tutto il mondo. Principalmente, l'opera si configura come un TPS (come un FPS ma in terza persona), ma la presenza di qualche sporadico elemento platform e di armi da corpo a corpo lo avvicina anche al genere Action. Il protagonista della storia sarà il succitato Ryder, il quale dopo aver superato le prime missioni di tutorial sia come RDA sia come Avatar-Na'vi si troverà a dover scegliere il suo posto tra le due fazioni in guerra.
In entrambi i casi avremo a disposizione quattro armi a scelta rapida (associate alla croce direzionale) di cui una fissa, ossia le pistole per l'RDA e l'arco per i Na'vi. Le altre armi saranno comunque sempre disponibili nell'inventario, e pertanto potranno essere equipaggiate in qualsiasi momento del gioco: l'RDA dispone di armi da fuoco sia automatiche si di grosso calibro come lanciagranate o lanciafiamme, mentre i Na'vi assoceranno all'arco e alla balestra spade, asce, mazze e lance, più un'unica mitragliatrice sottratta al progetto Avatar.

Va da sé che per gli RDA i numerosi combattimenti avranno sempre il sapore di un FPS, mentre i Na'vi dovranno sfruttare il territorio, la furtività e la mobilità per arrivare a colpire con le armi da mischia. I personaggi avranno a disposizione anche alcune abilità speciali, le quali una volta utilizzate andranno ricaricate col tempo: molte saranno pressoché identiche, come la guarigione, l'invisibilità, lo scudo protettivo o l'esplosione di disimpegno, mentre altre saranno maggiormente differenziate, come lo scatto dell'RDA e la distorsione dei Na'vi, fino a quelle totalmente diverse, alias il bombardamento aereo o l'evocazione di animali.
A parte queste differenze, le due esperienze di gioco sono molto simili: volta per volta riceverete delle missioni da svolgere in sequenza, le quali essenzialmente si riassumono nel raggiungere determinate locazioni, talvolta a bordo di particolari mezzi (meccanici per l'RDA, cavalcature per i Na'vi) o sconfiggere nemici-chiave. La scelta della fazione stabilirà anche in che forma affronterete l'intera avventura: non passerete, insomma, ripetutamente dalla forma umana a quella Na'vi. Anche la trama, sebbene con personaggi, luoghi e filosofie differenti, vi porterà essenzialmente a perseguire il medesimo obiettivo: la raccolta dei cristalli necessari a ottenere le onde armoniche dei salici sacri, con lo scopo di individuare il “pozzo delle anime dormiente”.

Uno degli elementi grafici che salta subito all'occhio sin dalle prime fasi di Avatar e si mantiene per tutte l'esperienza di gioco é l'imponente ricchezza delle ambientazioni: Pandora pullula di vegetali strani e bizzarri, grandi e piccoli, ed ogni ambiente ne é letteralmente pregno, e in concomitanza con le strutture RDA e i numerosi avvallamenti e massicci rocciosi non avrete mai la sensazione di piattezza o di desolazione. I modelli dei personaggi e dei nemici sono molto buoni quando si parla di Na'vi, un po' più ordinari nel caso degli RDA, dei mostri e delle strutture; in ogni momento, il motore grafico gestisce in tempo reale tutte le ombre, perlomeno rispetto al sole.
Gli effetti grafici sono nella norma, con forse qualche punta di eccellenza nella distorsione delle invisibilità e nel “noise” che compare all'avvicinarsi alla morte; l'intera grafica ha tinte molto accese, quasi pastello, che forse talvolta risultano un po' fastidiose ma sono proprie dell'ambientazione di Pandora. Il sonoro presenta continuamente dei brani di sottofondo orchestrati molto bene, presumibilmente parte della colonna sonora del film; i doppiaggi sono ottimi, con un unico difetto: quando i personaggi parlano attraverso un microfono (come ad esempio attraverso il respiratore), non sempre é stato applicato l'effetto fruscio.



Il sistema di controllo é pressoché immediato, visto che essenzialmente terrete i pollici sugli analogici e gli indici sullo sparo e sulla schivata: solo occasionalmente dovrete disimpegnarli per attivare abilità speciali, cambiare arma e saltare nelle occasionali fasi platform. La barra dell'energia si ricarica automaticamente solo in mancanza di nemici prossimi, e se si esaurisce é possibile utilizzare dei “recuperi” che però vanno raccolti faticosamente in giro, suddivisi in parti più piccole: se terminano i “recuperi” di scorta, vi tocca ripartire dall'ultimo checkpoint.
Man mano che svolgerete missioni o abbatterete nemici guadagnerete esperienza: al raggiungimento di determinate soglie si sbloccheranno volta per volta le abilità, le armi e le armature superiori, ma salvo agli inizi, quando assisterete all'arrivo di qualche novità, per il resto del gioco si tratterà esclusivamente di upgrade di ciò che già possedete. Per quanto sia indiscutibilmente utile avere progressivamente attacchi e difese migliori, é anche un po' paradossale quando di punto in bianco ed in mezzo alla foresta vi trovate a poter indossare una nuova armatura.

Una cosa piuttosto fastidiosa di Avatar é l'abuso che il gioco fa del respawn dei nemici: capita troppo spesso di essere aggrediti alle spalle da lupi-vipera sbucati dal nulla, o per meglio dire da zone appena esaminate proprio per stare tranquilli, e le esplorazioni si riducono spesso a snervanti lotte per sopravvivere a orde di nemici, talvolta più semplicemente evitabili con il movimento invisibile. Viceversa, i boss non presentano particolari problemi e con un uso piuttosto semplice delle abilità speciali vanno giù come frutti maturi (tranne l'odiosissimo bestione a sei zampe nella campagna RDA).
A parte lo svolgimento delle missioni della trama principale, il gioco prevede poche digressioni: in ogni area che attraverserete sarà presente la sfida della supremazia, solitamente composta dall'attivare tutti i teletrasporti e tutte le piazzole di reload, ammazzare un certo numero di nemici per tipo, trovare tutti gli oggetti nascosti e così via. A questo si accosta un sottogioco “conquista” a cui si accede tramite i teletrasporti e che consiste in uno strategico a turni dove dovrete costruire fabbriche e fortificazioni, schierare le truppe e cercare di strappare i territori agli avversari: un diversivo quasi trascurabile, ancora una volta identico tra le due fazioni, che ha l'unico pregio di garantirvi dei power-up interessanti per la missione standard.

Dall'inizio alla fine, l'esperienza di gioco impiega circa 5-6 ore per fazione (diciamo 6 o poco più con la prima con cui giocherete, compreso il tutorial, e poco meno di 5 con la seconda, ripartendo dal bivio della scelta), quindi un totale complessivo onesto ma niente di più. A questo si aggiunge la possibilità di cimentarvi in battaglie MultiPlayer online, nelle modalità Team Deathmatch, Conquista, Cattura la Bandiera e Re della Collina. In conclusione, Avatar é un gioco tutto sommato onesto, gradevole, divertente, con le sue pecche ma anche con qualche buon colpo di coda. Sicuramente diverrà più appetibile se, e solo se, il film dovesse riscuotere un grande successo...

1