Jeremy McGrath supercross world
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In generale, gli urti e le collisioni ricordano scene ridicole di memoria fantozziana e fanno scaturire grasse risate.
Ma per renderci conto della cattiva realizzazione tecnica che sta dietro a questo titolo bisogna citare l'esempio, ribattezzato della "mina": ogni qualvolta proviamo ad attaccarci con la ruota anteriore ad una delle strutture fisse del tracciato (sostegni, casse, alberi, cartelloni pubblicitari, ecc.) e a dare gas, dopo due, tre secondi si genera una sorta di esplosione e sia la moto che il povero pilota, vengono sbalzati con una violenza inaudita tale da far intendere che sia esploso un ordigno nelle vicinanze.
Anche gli effetti di contorno, come ad esempio la polvere sollevata dalle moto, sono lasciate al caso; questo effetto grafico, che dovrebbe essere curato in maniera adeguata, dato che si corre sullo sterrato, non è neanche lontanamente paragonabile con quello visto ad esempio, in Gran Turismo 3 o Wipeout Fusion.
Il gameplay non può che risentire in maniera negativa delle vistose carenze grafiche e anziché sopperire, aggiunge del suo per aumentare la frustrazione.
Iniziamo col parlare del sistema di controllo, troppo lento e macchinoso: le moto non rispondono esattamente come nella realtà, essendo questo un titolo di evidente impostazione arcade, ma i loro movimenti sono mal realizzati e, in generale non si avrà mai il controllo completo del mezzo, con sterzate troppo brusche, solo in parte ammorbidite dall'uso della levetta analogica. Per quanto riguarda poi le acrobazie, necessarie in alcuni tipi di competizione, esse sono abbastanza casuali e fortunose da eseguire, dato che non sarà immediata la risposta del nostro alter ego virtuale alla pressione del tasto per eseguirle.
Ci sono nel gioco tre diversi livelli di difficoltà, che corrispondono ad altrettanti livelli di frustrazione. Dato che le moto sono alquanto inguidabili gli errori compiuti durante una gara saranno parecchi e il più delle volte irrimediabili. Infatti se si commette più di un certo numero di sbagli la possibilità di recuperare sarà particolarmente bassa e il fastidioso effetto handicap non ci verrà in aiuto, anzi ne conseguirà un vantaggio per gli ostici avversari. Con questo non si vuole svalutare i giochi difficili; se però la difficoltà non scaturisce dall'impostazione del gioco ma da evidenti lacune del sistema di controllo si crea una assoluta mancanza di stimoli per continuare e la noia avanzerà fino a farci riporre giustamente il gioco nella custodia.
Per la fredda cronaca, il gioco, rovinato sotto molteplici aspetti, ha un'idea di base buona e le modalità a cui possiamo prendere parte sono parecchie: vi è la gara singola; la modalità carriera, per cominciare da zero e farci strada nelle varie competizioni aumentando le qualità del pilota e sbloccando nuovi mezzi; la modalità testa a testa, per sfidare un avversario umano a schermo diviso; infine vi è la modalità trofeo.
All'interno delle varie modalità, potremo prendere parte a gare di impostazione diversa, di velocità, acrobatiche, indoor e su percorsi esterni molto intricati.
Gli effetti sonori del gioco sono assai insipidi, a partire dai rombi dei motori delle motociclette che rassomigliano versi di animali in agonia, per continuare con la folla, piuttosto anonima, per finire con le urla dei piloti che cadono, più adatte per un film d'orrore che per una scivolata. Unica delle poche note positive del gioco è quella relativa alle musiche. Infatti la colonna sonora del gioco, adeguata ad un titolo del genere, è composta da brani di alcuni tra i migliori gruppi punk e hard rock della scena musicale, tra cui Millencolin, Sevendust, Hellacopter. Peccato che a un simile comparto sonoro non sia affiancato un comparto grafico di ugual livello.
Dopo una così critica analisi, ci viene da porci una domanda su questo JMM: cosa rimane se togliamo dal gioco tutti gli aspetti che lo hanno caratterizzato in negativo? È presto detto: un'ottima colonna sonora ed un gioco anonimo che caratterizzato da evidenti lacune insite nella realizzazione tecnica, pone grossi limiti a un titolo che dovrebbe essere semplice e immediato, divertente e godibile. Purtroppo non è così.
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