Jet Set Radio
di
Redazione Gamesurf
Perché tanti videogiocatori d'annata stanno esaltando (a volte ingiustamente e senza equilibrio) il Dreamcast e stanno attaccando senza ritegno (e a tratti senza la giusta obiettività) la PlayStation 2? Perché rappresentano Sega e Sony, rappresentano due modi d'essere e di realizzare videogiochi, non necessariamente uno migliore dell'altro, ma diversi. Quando si critica la Sony, la PlayStation e la neonata PS2 non si critica una console, ma una situazione: quella del monopolio totale. Nonostante la finta concorrenza del Nintendo 64 negli States (in realtà la console Nintendo é viva e vegeta grazie al fenomeno Pika-Pika Pokemon e ai suoi sempreverdi classici, ma non può considerarsi una macchina con un parco software completo a tutti gli effetti), la Psx ha ucciso ogni avversario esistente e imposto un'unica via ai videogiochi: semplice, pulita, lineare, A volte troppo lineare
Sega vuol dire un passato glorioso (per lunghi tratti) e incerto (per altrettanto lunghi momenti), ma vuol dire anche giochi che fanno dello stile e dell'innovazione il loro punto di forza, titoli tanto arcade all'apparenza e talmente semplici che possono addirittura essere sottovalutati. Prendete Crazy Taxy, Ecco Defender of the Future, Samba De Amigo e questo Jet Set Radio... Ora cancellateli dal mercato dei videogiochi di questo ultimo anno e vi rimarrà ben poco, oltre a Shen Mue, beninteso! Insomma, la pappardella iniziale che ho tirato avanti finora vuole basilarmente puntare a un unico obiettivo: l'esistenza di una reale concorrenza (e in questo senso, di una concorrenza portata dalla Sega) non solo é favorevole ma é anche auspicabile dai giocatori, perché senza la grande S (quella della Sega, ovviamente)... come dire... ci si divertirebbe di meno, molto di meno
E come si dice a Torino: hai detto cotiche!
ALL THE BOYZ IN THA HOUSE!
Inizialmente era un gioco in mezzo alla montagna di prodotti presentati dalla Sega al Tokyo Game Show autunnale del '99. Dopo qualche mese iniziarono a circolare le prime immagini e i primi demo giocabili, entro la primavera Jet Set Radio si guadagnò ritagli su più o meno tutte le riviste di videogiochi del globo, per un semplice motivo. L'aspetto grafico
Sega vuol dire un passato glorioso (per lunghi tratti) e incerto (per altrettanto lunghi momenti), ma vuol dire anche giochi che fanno dello stile e dell'innovazione il loro punto di forza, titoli tanto arcade all'apparenza e talmente semplici che possono addirittura essere sottovalutati. Prendete Crazy Taxy, Ecco Defender of the Future, Samba De Amigo e questo Jet Set Radio... Ora cancellateli dal mercato dei videogiochi di questo ultimo anno e vi rimarrà ben poco, oltre a Shen Mue, beninteso! Insomma, la pappardella iniziale che ho tirato avanti finora vuole basilarmente puntare a un unico obiettivo: l'esistenza di una reale concorrenza (e in questo senso, di una concorrenza portata dalla Sega) non solo é favorevole ma é anche auspicabile dai giocatori, perché senza la grande S (quella della Sega, ovviamente)... come dire... ci si divertirebbe di meno, molto di meno
E come si dice a Torino: hai detto cotiche!
ALL THE BOYZ IN THA HOUSE!
Inizialmente era un gioco in mezzo alla montagna di prodotti presentati dalla Sega al Tokyo Game Show autunnale del '99. Dopo qualche mese iniziarono a circolare le prime immagini e i primi demo giocabili, entro la primavera Jet Set Radio si guadagnò ritagli su più o meno tutte le riviste di videogiochi del globo, per un semplice motivo. L'aspetto grafico
Jet Set Radio
Jet Set Radio
Jet Set Radio riesce a riavvicinare qualsiasi giocatore in pensione ai videogiochi. JSR cattura l'essenza stessa del termine "divertimento elettronico", in maniera tanto elementare ma raffinata da rappresentare quasi un controsenso. Il sistema di controllo assolutamente semplicistico (con un tasto si accelera, con uno si graffitta, con uno si zompetta) rende il gioco accessibile fin da subito a chiunque, la curva di apprendimento graduale, veloce e azzeccata non procura mai frustrazione, la velocità di gioco, la spettacolarità, la libertà di movimento, tutto assicura un divertimento d'annata, pure e semplice. Non si può classificare JSR come un "giochino arcade", perché semplicemente è troppo "perfettino", curato, innovativo, originale, divertente per meritarsi un diminutivo, qualsiasi esso sia. Non pensate neanche per un momento a una spesa di cento e passa foglietti da mille per un gioco che riporrete sullo scaffale nell'arco di un weekend... No, perché JSR conquista e riesce a creare quella strana assuefazione che sembrava tipica di Crazy Taxi (e che, in effetti, lo è). Unendo al tutto una realizzazione tecnica magistrale, una colonna sonora da Billboard, si ottiene un gioco da avere. Niente di più, niente di meno. Peccato per la longevità non proprio monumentale e per alcuni problemi con le telecamere (comunque gestite in maniera più che ottimale).