JoJo's Bizarre Adventure HD
di
Quando Dio é il cattivo di turno
Nel mare di prodotti che stanno invadendo il mercato attuale e che arrivano direttamente dalle scorse generazioni, giunge oggi anche JoJo's Bizarre Adventure HD, rivisitazione in alta definizione di uno dei picchiaduro bidimensionali più sorprendenti dell'epoca della prima PlayStation e del Dramcast. Stiamo parlando di un videogame magistralmente dedicato alla terza serie del manga omonimo, opera principale della vita produttiva del mangaka Hirohiko Araki, genio indiscusso del panorama del fumetto mondiale, irrimediabilmente appassionato di musica e dell'Italia tanto da inserire sistematicamente elementi presi da entrambe le due passioni nelle sue tavole. Inutile dire che il prodotto in questione, sebbene forte di una solida base di gameplay, si offre quasi totalmente al nutrito pubblico delle Bizzarre Avventure di JoJo, facendo venire un tuffo al cuore a chi conserva gelosamente volumetti, puntate dell'anime e gadget vari.
Mettersi in questo luogo a parlare della trama di questo manga a chi non lo conoscere sarebbe quantomai folle: parliamo di un'opera generazionale (cioé che tratta delle avventure delle varie generazioni della famiglia Joestar) che continua ad uscire più o meno ininterrottamente dal 1987 e che vede, proprio in questi mesi, la nascita dei primi volumetti di quella che é la sua settima serie. Se proprio siete completamente digiuni a riguardo, vi basti sapere che un gruppo di eroi capeggiato da Joseph Joestar e Jotaro Kujo si lanceranno alla ricerca del malvagio Dio Brando per salvare i propri familiari e la sicurezza del mondo intero. La particolarità dei nostri eroi e dei loro antagonisti é che per combattere non usano particolari mosse o armi, ma gli Stand. Cos'é uno Stand? Lo Stand é un essere virtuale dalle forme più varie che “vive” sepolto e nascosto tra i poteri psichici delle persone. Chi riesce a dominare e utilizzare a piacimento il proprio Stand ne acquisisce i poteri che, nel puro stile di Araki, sono di una varietà e quantità incredibili. Inizia così un'avventura che porterà Jotaro e soci ad attraversare mezzo mondo per raggiungere Dio, passando per situazioni intricatissime e ai limiti dell'umano.
Capcom, all'epoca della prima uscita, riuscì a realizzare un prodotto, come dicevamo, semplicemente sorprendente. Tutto gira sulle classiche basi del picchiaduro ad incontri, ma riesce a sfruttare i racconti di Araki grazie ad una solida modalità storia avviabile per tutti e 22 i personaggi disponibili, in cui troviamo situazioni che esulano dai combattimenti uno contro uno, regalando qualche interessante sprazzo di varietà. Non mancano poi, ovviamente, le possibilità di giocare liberamente o di allenarsi per apprendere al meglio i propri poteri e, per la gioia dei più competitivi, arriva oggi anche il multiplayer online, elemento imprescindibile per il successo di un titolo simile nel mercato odierno. Ovviamente la domanda che é d'obbligo porsi é: il passaggio di due generazioni é stato indolore?
Dalle onde concentriche agli Stand!
Una cosa é certa: il gameplay si porta in dote tutto il buono che Capcom aveva sviluppato e cade a pennello sul Dualshock 3 di PlayStation 3. D'altro canto, sebbene la versione su Dreamcast fosse decisamente più performante dal punto di vista tecnico, giocare col pad della primissima PlayStation era una sicurezza già nel 1999. I tasti del gamepad ci permettono di utilizzare colpi deboli, medi e potenti, senza contare la possibilità di far uscire il nostro Stand o di richiamarlo, visto che anche lui avrà una sua energia. Attenzione però: un colpo ricevuto dallo Stand minerà la nostra salute esattamente come se avessero dato un calcio in faccia al nostro personaggio. Oltre ad una discreta presenza di colpi speciali non mancheranno anche le Super, cioé mosse “esagerate” che potrebbero ribaltare l'andazzo di un incontro altrimenti già compromesso. Queste saranno gestite da una barra che si troverà nella parte bassa dello schermo e che si riempirà in base ai colpi che porteremo e a quelli che subiremo. La barra non si fermerà quando sarà colma, ma andrà avanti creando uno svariato numero di cariche. Inutile dire che più avremo energia da spendere, più potremmo avere risultati devastanti dalle nostre Super. Provare per credere!
Un discorso a parte é da fare riguardo ai personaggi presenti e al loro bilanciamento. La fantasia di Araki ha dato vita ad un cast di tutto rispetto, estremamente vario ed eterogeneo, tanto che vedrete protagonisti di ogni tipo. Fatti salvi alcuni eroi e antieroi abbastanza classici sono presenti alcune figure a dir poco... particolari. Citiamo, per onore di cronaca e amore della serie, Iggy, il boston terrier amante della gomma da masticare e dotato di uno Stand ferocissimo, Vanilla Ice, possessore di uno Stand che lo ingloba e lo trasporta in una dimensione alternativa, Mariah, capace di rendere magnetici i propri avversari al punto da potergli scagliare contro persino automobili o, per concludere questa parziale carrellata, un infante ancora in fasce (puzzolenti) con uno Stand
manipolatore di sogni.
Facile capire come, con tutte queste varianti, il bilanciamento dei vari protagonisti non sia stato un lavoro semplice per gli sviluppatori originali. Ad ogni modo il risultato non lascia a desiderare, sebbene sia abbastanza chiaro come due o tre personaggi abbiano una marcia in più e possano risultare semplicemente devastanti se usati al massimo delle proprie possibilità. Chi ha letto il manga (o visto l'anime) si ritroverà in un turbine di citazioni e situazioni conosciute, con il risultato di un divertimento assicurato in puro stile Araki, mentre gli altri faranno una fatica immane per capire i vari riferimenti e le correlazioni tra personaggi perché, diciamolo chiaramente, a parte qualche schermata nella modalità Storia, il gioco non fa davvero nulla per provare a rendersi accessibile, nemmeno nell'apprendimento delle proprie meccaniche, dove manca un reale tutorial e si segnalano solo alcune schermate statiche per le funzioni dei tasti e una modalità in cui testare le mosse contro avversari più o meno animati.
Disegnato da Rohan Kishibe?
Graficamente parlando, il gioco si porta dietro un bagaglio direttamente derivato da due generazioni fa. In termini semplici parliamo di poco più di dieci anni, ma per quanto riguarda il mondo dei videogame siamo davanti ad uno scarto temporale che rappresenta quasi un'era geologica. I ragazzi di Capcom, come sempre in queste situazioni, hanno applicato delle bande laterali a tema per adattare il prodotto agli schermi in 16:9, lasciando quindi l'immagine alle misure native e hanno dato la possibilità di usare la grafica originale o quella modernizzata in alta definizione. La prima é un tuffo nel passato a base di pixel, mentre la seconda é più che gradevole, beandosi anche dell'utilizzo di un filtro per le ombre che ben si sposa con i disegni originali. Le animazioni non deludono e non ci sono problemi di sorta, ma parliamo comunque di un impatto che arriva direttamente dal biennio 1999/2000. Due volti per il sonoro: le musiche non avevano brillato nemmeno in origine e oggi, riportate praticamente di peso, continuano a non lasciare il segno. Meglio le voci dei personaggi... cosa sarebbe scatenare il potere di Star Platinum senza sentire il classico “HORA HORA HORA!”? Soddisfazione allo stato massimo.
Dobbiamo poi fare un discorso particolare per la longevità. La scelta di proporre sin da subito tutti i personaggi, anche quelli segreti, sbloccati riduce l'impatto della modalità Storia che, invece, poteva essere davvero utile e interessante ai fini del single player. C'é poi la classica possibilità di scegliere un personaggio e giocare, di volta in volta, contro una sequenza di avversari per capire quanto si riesce ad andare avanti, senza contare il multiplayer contro un amico in locale. Piatto forte é il multiplayer online che permette di scontrarsi contro giocatori di ogni angolo del globo e di entrare nel ranking mondiale per dimostrare il proprio valore. Oltre alla partita veloce potrete aprire le vostre stanze o entrare nelle lobby altrui, decidendo come impostare i match grazie ad alcune opzioni. In questi giorni abbiamo avuto l'opportunità di giocare quasi esclusivamente con utenti giapponesi e americani, registrando un buon funzionamento del codice che solo in una manciata di casi su decine e decine di partite ha mostrato problemi di lag.
Insomma, andare alla ricerca di Dio Brando per mettere a tacere le sue mire di dominio é una avventura che può far gola solo a chi conosce già le Bizzarre Avventure di JoJo e apprezza il lavoro del geniale Araki. Gli altri non avranno motivo per acquistare la copia digitale del gioco anche perché, a conti fatti, la spesa richiesta é davvero alta: 19.99 €, una cifra che stride con il rapporto qualità/prezzo di molti altri prodotti presenti sugli store delle attuali console. Il gioco mostra indubbie qualità, ma resta da capire quanti saranno così motivati da comprarlo a queste condizioni.
Nel mare di prodotti che stanno invadendo il mercato attuale e che arrivano direttamente dalle scorse generazioni, giunge oggi anche JoJo's Bizarre Adventure HD, rivisitazione in alta definizione di uno dei picchiaduro bidimensionali più sorprendenti dell'epoca della prima PlayStation e del Dramcast. Stiamo parlando di un videogame magistralmente dedicato alla terza serie del manga omonimo, opera principale della vita produttiva del mangaka Hirohiko Araki, genio indiscusso del panorama del fumetto mondiale, irrimediabilmente appassionato di musica e dell'Italia tanto da inserire sistematicamente elementi presi da entrambe le due passioni nelle sue tavole. Inutile dire che il prodotto in questione, sebbene forte di una solida base di gameplay, si offre quasi totalmente al nutrito pubblico delle Bizzarre Avventure di JoJo, facendo venire un tuffo al cuore a chi conserva gelosamente volumetti, puntate dell'anime e gadget vari.
Mettersi in questo luogo a parlare della trama di questo manga a chi non lo conoscere sarebbe quantomai folle: parliamo di un'opera generazionale (cioé che tratta delle avventure delle varie generazioni della famiglia Joestar) che continua ad uscire più o meno ininterrottamente dal 1987 e che vede, proprio in questi mesi, la nascita dei primi volumetti di quella che é la sua settima serie. Se proprio siete completamente digiuni a riguardo, vi basti sapere che un gruppo di eroi capeggiato da Joseph Joestar e Jotaro Kujo si lanceranno alla ricerca del malvagio Dio Brando per salvare i propri familiari e la sicurezza del mondo intero. La particolarità dei nostri eroi e dei loro antagonisti é che per combattere non usano particolari mosse o armi, ma gli Stand. Cos'é uno Stand? Lo Stand é un essere virtuale dalle forme più varie che “vive” sepolto e nascosto tra i poteri psichici delle persone. Chi riesce a dominare e utilizzare a piacimento il proprio Stand ne acquisisce i poteri che, nel puro stile di Araki, sono di una varietà e quantità incredibili. Inizia così un'avventura che porterà Jotaro e soci ad attraversare mezzo mondo per raggiungere Dio, passando per situazioni intricatissime e ai limiti dell'umano.
Capcom, all'epoca della prima uscita, riuscì a realizzare un prodotto, come dicevamo, semplicemente sorprendente. Tutto gira sulle classiche basi del picchiaduro ad incontri, ma riesce a sfruttare i racconti di Araki grazie ad una solida modalità storia avviabile per tutti e 22 i personaggi disponibili, in cui troviamo situazioni che esulano dai combattimenti uno contro uno, regalando qualche interessante sprazzo di varietà. Non mancano poi, ovviamente, le possibilità di giocare liberamente o di allenarsi per apprendere al meglio i propri poteri e, per la gioia dei più competitivi, arriva oggi anche il multiplayer online, elemento imprescindibile per il successo di un titolo simile nel mercato odierno. Ovviamente la domanda che é d'obbligo porsi é: il passaggio di due generazioni é stato indolore?
Dalle onde concentriche agli Stand!
Una cosa é certa: il gameplay si porta in dote tutto il buono che Capcom aveva sviluppato e cade a pennello sul Dualshock 3 di PlayStation 3. D'altro canto, sebbene la versione su Dreamcast fosse decisamente più performante dal punto di vista tecnico, giocare col pad della primissima PlayStation era una sicurezza già nel 1999. I tasti del gamepad ci permettono di utilizzare colpi deboli, medi e potenti, senza contare la possibilità di far uscire il nostro Stand o di richiamarlo, visto che anche lui avrà una sua energia. Attenzione però: un colpo ricevuto dallo Stand minerà la nostra salute esattamente come se avessero dato un calcio in faccia al nostro personaggio. Oltre ad una discreta presenza di colpi speciali non mancheranno anche le Super, cioé mosse “esagerate” che potrebbero ribaltare l'andazzo di un incontro altrimenti già compromesso. Queste saranno gestite da una barra che si troverà nella parte bassa dello schermo e che si riempirà in base ai colpi che porteremo e a quelli che subiremo. La barra non si fermerà quando sarà colma, ma andrà avanti creando uno svariato numero di cariche. Inutile dire che più avremo energia da spendere, più potremmo avere risultati devastanti dalle nostre Super. Provare per credere!
Un discorso a parte é da fare riguardo ai personaggi presenti e al loro bilanciamento. La fantasia di Araki ha dato vita ad un cast di tutto rispetto, estremamente vario ed eterogeneo, tanto che vedrete protagonisti di ogni tipo. Fatti salvi alcuni eroi e antieroi abbastanza classici sono presenti alcune figure a dir poco... particolari. Citiamo, per onore di cronaca e amore della serie, Iggy, il boston terrier amante della gomma da masticare e dotato di uno Stand ferocissimo, Vanilla Ice, possessore di uno Stand che lo ingloba e lo trasporta in una dimensione alternativa, Mariah, capace di rendere magnetici i propri avversari al punto da potergli scagliare contro persino automobili o, per concludere questa parziale carrellata, un infante ancora in fasce (puzzolenti) con uno Stand
manipolatore di sogni.
Facile capire come, con tutte queste varianti, il bilanciamento dei vari protagonisti non sia stato un lavoro semplice per gli sviluppatori originali. Ad ogni modo il risultato non lascia a desiderare, sebbene sia abbastanza chiaro come due o tre personaggi abbiano una marcia in più e possano risultare semplicemente devastanti se usati al massimo delle proprie possibilità. Chi ha letto il manga (o visto l'anime) si ritroverà in un turbine di citazioni e situazioni conosciute, con il risultato di un divertimento assicurato in puro stile Araki, mentre gli altri faranno una fatica immane per capire i vari riferimenti e le correlazioni tra personaggi perché, diciamolo chiaramente, a parte qualche schermata nella modalità Storia, il gioco non fa davvero nulla per provare a rendersi accessibile, nemmeno nell'apprendimento delle proprie meccaniche, dove manca un reale tutorial e si segnalano solo alcune schermate statiche per le funzioni dei tasti e una modalità in cui testare le mosse contro avversari più o meno animati.
Disegnato da Rohan Kishibe?
Graficamente parlando, il gioco si porta dietro un bagaglio direttamente derivato da due generazioni fa. In termini semplici parliamo di poco più di dieci anni, ma per quanto riguarda il mondo dei videogame siamo davanti ad uno scarto temporale che rappresenta quasi un'era geologica. I ragazzi di Capcom, come sempre in queste situazioni, hanno applicato delle bande laterali a tema per adattare il prodotto agli schermi in 16:9, lasciando quindi l'immagine alle misure native e hanno dato la possibilità di usare la grafica originale o quella modernizzata in alta definizione. La prima é un tuffo nel passato a base di pixel, mentre la seconda é più che gradevole, beandosi anche dell'utilizzo di un filtro per le ombre che ben si sposa con i disegni originali. Le animazioni non deludono e non ci sono problemi di sorta, ma parliamo comunque di un impatto che arriva direttamente dal biennio 1999/2000. Due volti per il sonoro: le musiche non avevano brillato nemmeno in origine e oggi, riportate praticamente di peso, continuano a non lasciare il segno. Meglio le voci dei personaggi... cosa sarebbe scatenare il potere di Star Platinum senza sentire il classico “HORA HORA HORA!”? Soddisfazione allo stato massimo.
Dobbiamo poi fare un discorso particolare per la longevità. La scelta di proporre sin da subito tutti i personaggi, anche quelli segreti, sbloccati riduce l'impatto della modalità Storia che, invece, poteva essere davvero utile e interessante ai fini del single player. C'é poi la classica possibilità di scegliere un personaggio e giocare, di volta in volta, contro una sequenza di avversari per capire quanto si riesce ad andare avanti, senza contare il multiplayer contro un amico in locale. Piatto forte é il multiplayer online che permette di scontrarsi contro giocatori di ogni angolo del globo e di entrare nel ranking mondiale per dimostrare il proprio valore. Oltre alla partita veloce potrete aprire le vostre stanze o entrare nelle lobby altrui, decidendo come impostare i match grazie ad alcune opzioni. In questi giorni abbiamo avuto l'opportunità di giocare quasi esclusivamente con utenti giapponesi e americani, registrando un buon funzionamento del codice che solo in una manciata di casi su decine e decine di partite ha mostrato problemi di lag.
Insomma, andare alla ricerca di Dio Brando per mettere a tacere le sue mire di dominio é una avventura che può far gola solo a chi conosce già le Bizzarre Avventure di JoJo e apprezza il lavoro del geniale Araki. Gli altri non avranno motivo per acquistare la copia digitale del gioco anche perché, a conti fatti, la spesa richiesta é davvero alta: 19.99 €, una cifra che stride con il rapporto qualità/prezzo di molti altri prodotti presenti sugli store delle attuali console. Il gioco mostra indubbie qualità, ma resta da capire quanti saranno così motivati da comprarlo a queste condizioni.