Journey to the Savage Planet Employee of the Month Edition, la recensione
I bravi impiegati ricevono un bel premio. Forse.
Sono passati tre anni da quel gennaio 2020, mese in cui tra le altre cose abbiamo avuto modo di recensire per PS4 Journey to the Savage Planet (la cui recensione potete leggere a questo link), un videogioco in soggettiva centrato sull’esplorazione, arricchito da innesti da FPS ed enigmi ambientali.
Da allora di tempo ne è passato oggettivamente molto, nel mezzo c’è stata una pandemia che fa sembrare il periodo trascorso quasi un’eternità, ed è proprio per la trasposizione sulle console di nuova generazione che siamo di nuovo qui a parlarne: vediamo se gli sviluppatori di Typhoon Studios sono stati abili nello sfruttare la potenza aggiuntiva dell’hardware della PS5 per proporre un titolo all’altezza delle nostre aspettative.
Le strane fattezze di Journey to the Savage Planet
Si comincia con la selezione delle fattezze del vostro personaggio, scelta comunque velleitaria in quanto, essendo la visuale in prima persona, non vi capiterà di scorgere il volto del vostro avatar neanche per sbaglio. La scelta potrà avvenire tra una manciata di visi prefissati, uno più strambo dell’altro, tra cui è anche presente il muso di un cagnolino a testimonianza dell’irriverenza che caratterizza il gioco.
Quindi vi ritroverete sul luogo del misfatto, ovvero nell’area dove è avvenuto l’atterraggio (forse il termine schianto calzerebbe meglio, in questo caso) della vostra navicella spaziale su Ary-26, un pianeta alieno su cui siete stati spediti senza carburante per il viaggio di ritorno, e senza equipaggiamento per difendersi o esplorare i dintorni. L’unico oggetto utile a vostra disposizione è l’ormai inflazionatissima stampante 3D, strumento fondamentale per produrre elementi di equipaggiamento, a patto però di avere a disposizione i progetti e le risorse necessarie.
Il vostro obiettivo, manco a dirlo, è quello di esplorare il pianeta per determinarne l’abitabilità.
Esplorazione protagonista
Vi accorgerete ben presto di come l’esplorazione si riveli essere l’assoluta protagonista del gameplay, abbinata a un pizzico di grinding per accumulare le risorse, quanto basta di combattimenti in classico stile FPS che vi vedranno impegnati contro varie forme di vita alieba, a partire da sorte di meduse volanti che vi sparano addosso proiettili colorati, delle sottospecie di tacchini a due teste che non fanno altro che correre urlando, oppure suna sorta di palla con becco che incontrerete all'inizio dell'avventura, quando l'unica arma a vostra disposizione sarà un potente schiaffone. Raccogliendo risorse riuscirete poi a mettere insieme armi più potenti ed efficaci con cui proseguire.
A condire il tutto ci pensano anche fasi platforming e gli enigmi ambientali che terranno impegnato il vostro cervello impegnandovi nel lanciare animali alieni in particolari orifizi per far inceppare meccanismi, piuttosto che sfondare barriere di cristalli per proseguire
Senza essere spaesati
Il tutto è ben amalgamato con alcune aggiunte intelligenti, a dimostrazione dell’attenzione rivolta dagli sviluppatori alla prevenzione della sensazione di spaesamento: è sempre possibile, infatti, richiamare la bussola che vi indicherà il prossimo obiettivo, così come si rivela provvidenziale la presenza di portali di teletrasporto utili ad evitarvi letterali sfacchinate per tornare alla navicella dopo aver esplorato in lungo e in largo l’area di gioco.
Il tutto è condito da una serie di filmati che potrete visionare all’interno della navicella, costellati da una comicità irriverente che caratterizzerà la storia intera.
Le piccole aggiunte del Employee of the month edition
La versione PS5 si distingue da quella recensita tre anni fa per l’aggiunta di alcuni filmati del CEO della vostra azienda spaziale (la famigerata Kindred Aerospace), di alcune missioni secondarie utili solamente per sbloccare gli elementi di equipaggiamento come i rampini, il doppio salto, oppure armi più potenti e così via.
Sono state inserite infine opzioni relative alla modalità foto, come filtri aggiuntivi e dettagli di poco conto. Ogni elemento fa pensare alla volontà degli sviluppatori di toccare il meno possibile un gameplay collaudato che ci aveva convinto all’epoca, arricchendo il tutto con qualche elemento di contorno e una nuova veste grafica capace di gestire fluidamente il 4k a 60 Hz con una grafica sgargiante, davvero bella a vedersi. Osservare le coloratissime ambientazioni piuttosto che la fauna locale è davvero una gioia per gli occhi, anche se non manca qualche perplessità per una eccessiva reattività della telecamera.
Va detto che chi ha acquistato la versione PS4 del gioco potrà effettuare l'upgrade alla versione PS5, anche se i salvataggi purtroppo non saranno trasferibili in quanto non compatibili.
Manca infine la traduzione in italiano del parlato (mentre sono presenti i sottotitoli correttamente trasposti), che visto il tempo trascorso e la mole certamente non impossibile di dialoghi ci saremmo aspettati un minimo sforzo aggiuntivo per colmare una piccola lacuna.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione
Journey to the Savage Planet
Journey to the Savage Planet: Employee of the Month Edition porta su PS5 quanto di buono mostrato tre anni fa sulla vecchia PS4 arricchendolo di una nuova veste grafica, qualche missione secondaria aggiuntiva, qualche dettaglio della modalità foto e poco altro. Il risultato è convincente al netto di piccoli difetti (la mancata traduzione in italiano dei dialoghi, la gestione troppo brusca della telecamera e la mancanza di innovazione), cosa che lo rende un titolo sicuramente appetibile, anche se difficilmente sarete invogliati a rigiocarlo qualora abbiate già completato la versione PS4.