Jurassic World Aftermath Collection: recensione per PlayStation VR2
T-Rex in realtà virtuale
Che lo chiamiate Jurassic Park o Jurassic World cambia poco, un meraviglioso, classico Mondo Perduto in cui ritrovare gli antenati dei nostri tacchini (ma non ditelo al dr. Grant) che ora alimentano il carburante dei nostri motori. In questa avventura siamo invitati a tornare in quei luoghi paradisiaci – perché ci piace farci del male – in cui gli eroi-umani (o meno) di Jurassic World hanno già levato le tende da un pezzo dall’isola che li ha ospitati, lasciando che le strutture restino in totale degrado e alla mercé dei suoi pericolosi abitanti.
Jurassic World Aftermath Collection: T-Rex in VR
Come stranamente non capita mai in queste occasioni, il velivolo che ci riporta in quelle lande viene attaccato da un gruppo di pterodattili, con il conseguente atterraggio di fortuna sull’isola in questione. Il compito del giocatore è naturalmente quello di risolvere alcune quest, tra cui naturalmente organizzare la propria fuga. Per quanto esista su ogni piattaforma, averlo provato su PlayStation VR2 mi ha permesso comunque di sottolineare quanto questa sia effettivamente il modo migliore per vivere in modo più intenso le sensazioni di potenziale panico che possano scaturire dal gameplay e da ciò che gli sviluppatori hanno pensato per i propri utenti.
Dotato di una buona grafica in cell shading, quest’ultima è dotata di un piacevole impatto visivo. Il compito del giocatore è quello di addentrarsi tra i laboratori, risolvere piccoli enigmi, ma soprattutto scappare da diversi predatori in stile Alien: Isolation. In ciascuna stanza, corridoio o salone, grazie ad alcuni armadi - avevano quindi già previsto la fuga dei dinosauri? – ci si potrà intrufolare, attendendo che il raptor in questione (o gli altri pericolosi fratelli) decidano di allontanarsi, per poi eventualmente tornare al minimo rumore. L’idea in sé è valida, anche se un po’ riciclata, ma funziona in modo meno brillante di quanto ci si aspetti l’anonimato degli ambienti in cui muoversi, che talvolta sono anche ben costruiti, ma a volte sembrano poco caratterizzati.
Anche la paura che si respira, scema ben presto, nel momento in cui si devono fare e rifare le stesse cose affinché in modo matematico non si riesca a passare quel determinato ostacolo. È anche permissibile che, essendo fondamentalmente un gioco, ci siano delle quest legate all’apertura di certe serrature, ma spesso queste sono parecchio in contrasto con la logica minima nelle quali sono collocate – quando mai dovete premere per tre volte un tasto affinché un’onda si fermi in un rettangolo per sbloccare una serratura? – e oltretutto non è nemmeno così longevo. Di certo chi ama il brand si troverà a casa, con la possibilità di espandere la lore, vivere un’esperienza impegnativa e in VR ancora di più, oltretutto è anche nel complesso piacevole, ma di sicuro non è rigiocabile, non c’è una grande originalità di fondo e in alcuni casi annoia un po’.
Versione Testata: Playstation VR2
Voto
Redazione
Jurassic World Aftermath Collection: recensione per PlayStation VR2
Jurassic World Aftermath Collection funziona nel suo essere un gioco stealth incredibilmente derivativo, non del tutto geniale, ma certamente d’impatto sul fronte dell’ansia, soprattutto in VR. Non ha le caratteristiche per creare quella tipologia di feeling e cura certosina che invece riesce perfettamente ad Alien: Isolation e la parte puzzle talvolta stona con il contesto all’interno del quale viene inserito, unito al fatto che non dura nemmeno così tanto e fare e rifare le stesse operazioni, senza troppi guizzi di genio, portano più stanchezza emotiva, invece della paura. Certamente tra tutte le versioni esistenti di questo prodotto, se vi piace come ambientazione e genere, è stra-consigliato in realtà virtuale.