Just Cause 2

di Fabio Fundoni
Rico Rodriguez, licenza di demolire
Tra i tanti freeroaming giunti sul mercato negli ultimi anni, Just Cause seppe farsi notare per un'impostazione decisamente affascinante legata all'impersonare Rico Rodriguez, un agente speciale americano con il compito di infiltrarsi in un'isola tropicale per scatenare il caos sabotando e distruggendo ogni cosa gli capitasse sott'occhio, in modo da minare la tranquillità del luogo e distruggere dalle fondamenta l'impero di un pericoloso dittatore. Nonostante alcune buone idee il gioco non decollò, complice un comparto tecnico approssimativo e altri problemi sparsi.

Dalla fredda Stoccolma il team Avalanche ci riprova, forte dell'esperienza maturata e di nuove trovate da gettare sul piatto. É sempre Rico il nostro eroe, ma questa volta l'Agenzia per cui lavora, adibita dal governo degli Stati Uniti a svolgere i cosiddetti “lavori sporchi”, ha deciso di spedirlo a Panau, isola paradisiaca situata nel pericoloso Sud-Est Asiatico. Padre-padrone del luogo é Baby Panay, tiranno sanguinario a cui anche solo la parola “libertà” provoca una terribile orticaria. Il solito ruolo da destabilizzatore per il buon Rico? Non proprio, a Panau si é rifugiato anche Tom Sheldon, membro di spicco dell'Agenzia e mentore dello stesso Rico solo che, con enorme sorpresa di tutti, sembra essersi schierato con un gruppo di fuorilegge dediti a terrorismo e amenità varie. Insomma questa volta, oltre a scatenare qualche bel disastro, dovremo anche vedercela con un pezzo del nostro passato, tra l'altro estremamente pericoloso e ben armato.



Più demolitore che agente segreto, il nostro Rico é più in forma che mai, pronto a recitare qualche sferzante battuta tra una granata e l'altra, sebbene la prospettiva di incontrare Sheldon da nemico non lo metta troppo a suo agio. Lanciatosi (nel vero senso della parola) su Panau é pronto a cercare informazioni utili per i suoi scopi e, il modo migliore per farlo, é attirare l'attenzione dei gruppi sovversivi dell'isola per entrare nelle loro grazie. Arriverà così ad essere in contatto con gli indigeni Ular, ferventi sostenitori dello slogan “Panau ai suoi abitanti”, desiderosi di cacciare qualsiasi straniero dalla loro terra natia, con i Reaper, fedeli ad una estremizzazione degli insegnamenti della Cina comunista e con i Roach, la classica famiglia mafiosa che sembra essere uscita da un film di Francis Ford Coppola. Forse, conquistando la loro fiducia, si riuscirà a raccimolare qualche notizia di prima mano, senza contare che più le fazioni si rafforzeranno, più la terra si sgretolerà sotto il trono di Baby Panay... anche questa volta c'é del lavoro per Rico!

Il mio regno per un rampino
Agganciati i nostri contatti a Panau, ci troveremo in una classica cornice freeroaming, dove potremo decidere se passare il nostro tempo a visitare l'isola o portando a termine le missioni disponibili, suddivise tra incarichi richiesti dalle fazioni malavitose e quest necessarie ai fini della trama. Oltre a questo, come in ogni gioco di tal genere che si rispetti, avremo un buon numero di altre cose da fare, come cercare particolari oggetti, scoprire nuove località o partecipare a sfide di velocità su percorsi prestabiliti. Quello che però regnerà sovrano in ogni nostra azione, sarà l'indicatore Caos. Ogni volta che compiremo una azione “distruttiva” come abbattere un'infrastruttura governativa o demolire una vettura, il valore complessivo di caos scatenato su Panau salirà. Questo ci servirà per minare il potere di Panay e, ai fini del gameplay, sbloccherà nuove missioni e nuovi oggetti da comprare al mercato nero. Insomma, più guai faremo, meglio sarà.

Logicamente, per compiere la nostra encomiabile opera, avremo a disposizione (o meglio “potremo procurarci”) un arsenale di tutto rispetto, composto da armi da fuoco di ogni tipo, tra pistole, fucili, esplosivi, mitragliatori e persino lanciarazzi. Da non sottovalutare la possibilità di sfruttare tutto quello che riusciremo a prelevare all'esercito di Panay, comprese postazioni fisse composte di armi pesanti che potremo anche staccare e portarci in giro per seminare un po' di sano terrore nei fedelissimi del dittatore. La vera novità di Just Cause 2 é però rappresentata dal rampino installato sul braccio sinistro di Rico, una vera arma dai molteplici utilizzi.

Come era logico aspettarsi, il rapino é utilizzabile per raggiungere posti lontani o normalmente inaccessibili, diventando per Rico indispensabile per fuggire da situazioni troppo calde o scalare torri e simili. Oltre ad essere utile, poter arrivare in cima a palazzi o grattacieli é estremamente piacevole, trasformandoci in tecnologici emuli di Spiderman. Più utile in combattimento é la possibilità di agganciare un nemico e trascinarlo giù dalla sua postazione facendolo schiantare al suolo o magari, semplicemente, portarlo a minor distanza da noi per poterlo poi freddare con un preciso colpo di pistola. Da non sottovalutare anche l'opzione “doppio rampino”, che ci permetterà di unire tra di loro due oggetti. Basterà visitare per qualche minuto Panau per capire le potenzialità della cosa, che andranno dal rimorchiare un veicolo finito in una scarpata oppure legare un soldato avversario ad una vettura in corsa diretta ad un burrone... forse una modalità un po' laboriosa per liberarsi di un antagonista scomodo, ma decisamente spettacolare!




Esagerato é bello
“Spettacolare” é infatti l'aggettivo che gli Avalanche hanno voluto instillare in ogni settore della loro ultima fatica. Il gioco é marcatamente d'ispirazione arcade, e Rico potrà compiere evoluzioni degne del miglior film d'azione. Altrettanto fuori misura é la superficie esplorabile nel gioco, dove l'isola di Panau si compone di centinaia i chilometri virtuali da visitare ed esplorare, tra montagne innevate, foreste e città, senza scordare di dare un'occhiata ai cieli e ai fondali marini. I veicoli a nostra disposizione superano il centinaio (senza licenze, ma ispirati a modelli realmente esistenti), e vanno dai bolidi più veloci agli scooter, con l'aggiunta di barche, vetture da combattimento e aereoplani di ogni genere. Potremo persino inscenare battaglie aeree o bombardare una base militare di Panay, senza scordare la possibilità di usare il nostro rampino per abbordare una pattuglia governativa in perlustrazione e appropriarci della loro automobile o quant'altro.

L'isola che farà da teatro alle nostre scorribande é realizzata in maniera encomiabile e, il nuovo motore grafico degli Avaanche, riesce a gestire ottimamente un'enorme mole di dati e poligoni. Solo raramente noteremo dei rallentamenti, mentre potremo sempre godere di ottimi colpi d'occhio e buoni modelli poligonali, sebbene qualche animazione si sia rivelata un po' legnosa. Se la grafica ci ha pienamente soddisfatti, altrettanto non é stato per il sonoro. Fatti salvi gli effetti audio e i temi musicali abbastanza anonimi presenti nel gioco, non possiamo non storcere il naso davanti al doppiaggio in italiano, davvero carente sotto molti punti di vista. I doppiatori non sono riusciti a dare la giusta enfasi ai dialoghi, dando vita ad un risultato quantomai artificioso e posticcio, dove si salva Pietro Ubaldi (voce storica del cinema e della televisione italiana), anch'esso però penalizzato nell'aver dovuto prestare la voce ad un numero esagerato de personaggi, tra protagonisti e comprimari.

Discreto il gameplay che, però, soffre di qualche imprecisione nell'uso del rampino e dell'intelligenza artificiale dei nemici, a tratti abbastanza deludente. Certo é che, quando bisogna mettere mano alle armi, tutto diventa divertente, mentre alcune fasi esplorative potrebbero annoiare viste le grosse porzioni inabitate di isola presenti, per fortuna potremo comunque usufruire di un sistema di “taxi aereo” che ci porterà a nostra discrezione in uno dei posti che avremo già scovato nella mappa.

Come dicevamo, la grandezza della mappa é di prim'ordine, assicurando molte ore di gioco dovute ad un buon numero di missioni principali e secondarie, più alcuni piccoli compiti da portare a termine in modo del tutto opzionale. L'importante sarà naturalmente entrare nell'ordine di idee che in Just Cause 2 a farla da padrone sono le piogge di proiettili e le follie a bordo di qualche auto o motocicletta. Senza la giusta predisposizione, ci si potrebbe annoiare davanti alla poca varietà delle quest e ai problemi elencati sin qui. Just Cause 2 non é dunque un titolo perfetto, ma un gioco che fa perno su una libertà d'azione quasi assoluta, dove i giocatori più in sintonia con la sua filosofia potranno divertirsi per molto tempo scalando qualche costruzione o studiando il modo più fantasioso per uccidere un nemico con l'ausilio del proprio rampino. Forse non saremo davanti ad una “rivoluzione”, ma quantomeno abbiamo tra le mani un gioco che molti troveranno maledettamente divertente.