Kaku: Ancient Seal, tentarle tutte per non azzeccarne una – Recensione PC

La ricetta cinese per ammiccare un po' a tutti senza convincere davvero nessuno

Kaku Ancient Seal tentarle tutte per non azzeccarne una  Recensione PC

In questo periodo tutti i riflettori sono puntati di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, ma nei ritagli di tempo c’è sempre spazio per una nuova avventura dal panorama indie. Esce in questi giorni su Steam in early access Kaku: Ancient Seal, dal team cinese BINGOBELL. Il titolo è previsto anche per PlayStation 4 e 5, e Xbox One, ma noi ci assicureremmo di tenerlo qualche altro mese o due sul fuoco, se capite cosa intendiamo. 

Kaku: Ancient Seal, tentarle tutte per non azzeccarne una – Recensione PC

Non è carne, non è pesce, Kaku sa solo quello che non è

A guardarlo in azione, Kaku: Ancient Seal sembra la reincarnazione in chiave moderna di quella pletora di platform usciti tra le fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni ‘00, quando numerosi titoli “doppia A” seguivano le orme dei “big”, ognuno con la sua mascotte e la sua personale interpretazione di meccaniche già rodate, nella speranza di sfondare; molti ci hanno provato, pochi ci sono riusciti, creandosi un piccolo seguito che però sopravvive tuttora. 

Nel caso di Kaku, è palese l’ispirazione a un certo Breath of the Wild, con l’immenso mondo di gioco suddiviso in 4 macroaree, esplorabili a piacimento e in qualunque ordine, ognuna contraddistinta da un particolare tema e una sua storia. La mappa è inoltre tappezzata da piccoli templi, che propongono rompicapi in cui combinare materia grigia e abilità ginniche, con tanto di ricompensa al termine. 

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Ma si può ravvisare anche un po' di Darksiders, per l’articolato sistema di combattimento che combina sequenze di attacchi in mischia con tecniche assortite e colpi a distanza; e un po' di Star Fox Adventures, per la presenza di una “spalla” che segue il protagonista e lo aiuta in alcune circostanze, ma anche per il gran numero di materiali e risorse da recuperare, tutte dall’utilizzo estremamente specifico, e una geografia che collega regioni fondamentalmente diverse tra loro senza troppi complimenti.  

Ma potremmo citare altri esponenti del genere per dettagli più o meno minori (dalla regia mi comunicano Immortals Fenyx Rising, ma al sottoscritto manca NdR); se avete giocato un qualunque platform 3D o action-adventure negli ultimi anni è facile ritrovarne qualche influenza in Kaku: Ancient Seal. E questo non è affatto un problema, anzi. Attingere dai mostri sacri ed espandere, migliorare oppure reinterpretare gli elementi che li hanno resi grandi è una delle caratteristiche più affascinanti del mercato indipendente, ma BINGOBELL sembra aver puntato più sulla quantità che non sulla qualità. 

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Scavarsi la fossa da soli

Kaku è un progetto ambizioso, che cerca di amalgamare spunti e meccaniche da più fonti in un unico pacchetto; platform, action, avventura, puzzle game, GDR, con giusto una spruzzata di crafting e collectathon, l’incarnazione perfetta del meme “ha un po' di tutto per tutti”. Peccato che questo “tutto” sia superficiale e non proprio piacevole da giocare. 

Ci sono tantissime dinamiche da tenere d’occhio mentre si esplorano le variegate e gigantesche lande di gioco, ma molte di queste sono superflue, e si potrebbero tranquillamente accorpare o eliminare del tutto. Ad esempio, accendendo le torri per il trasporto rapido, dopo un noioso puzzle a scorrimento, si ottiene una runa che, combinata ad altre, consente di accedere al dungeon del boss di quell’area; i templi sparpagliati in giro sono invece del tutto opzionali, e forniscono solo risorse extra. Perché dunque non infilare le rune nei templi e usarli come punti di riferimento assieme alle torri, a cui magari assegnare la classica funzione di vedetta per segnalare le aree di interesse sulla mappa, rendendola così più accessibile? 

Kaku: Ancient Seal, tentarle tutte per non azzeccarne una – Recensione PC

O ancora, per aumentare salute e stamina di Kaku dobbiamo trovare un accampamento e pagare una quota crescente di globi colorati, trovati negli scrigni o dalle spoglie dei nemici più pericolosi. Ma suddette sfere servono solo a quello; non era quindi meglio il solito sistema di frammenti? Discorso analogo per equipaggiamento e statistiche: armi, armature ed accessori forniscono solo dei bonus passivi, i numeri salgono solo spendendo i cristalli minati dalle pareti; quelli rossi per la clava, quelli viola per la fionda; quelli blu per difesa e stabilità, quelli gialli per l’inventario... Ma piuttosto che passare metà del tempo a colpire piante e sassi come dei maniaci, non conveniva assegnare dei parametri al guardaroba, valorizzandoli nell’insieme e bilanciando il gioco in quest’ottica a nostro avviso più sensata, in modo da pulire lo schermo e rallegrare il ritmo? 

Per qualche bizzarro motivo Kaku: Ancient Seal fa sue convenzioni raffinate nel corso di decenni, le decostruisce alla base, e ci appiccica pezzi che le rendono derivative e macchinose; non è un simulatore, né un survival, da permettersi il lusso di sommergere il giocatore con dozzine di materiali da catalogare, né vanta lo spessore di un MMO o di un JRPG a caso per allungare il brodo con menù, voci e valori buttati lì tanto per fare volume. Ricette e munizioni sono più che sufficienti per quanto riguarda il crafting, e hanno anche senso nel contesto. 

Una soluzione deliberata? Forse, ma in tutta onestà l'accumulo eccessivo di risorse e alcune scelte di design poco ottimali non sarebbero così problematiche se il resto del gioco fosse all’altezza del compito. E così purtroppo non è. 

Kaku: Ancient Seal, tentarle tutte per non azzeccarne una – Recensione PC

Ambire oltre le proprie possibilità

Che lo si inquadri come un platform puro o più come un action, pad alla mano Kaku: Ancient Seal fallisce su tutti i fronti, trasformando un’esperienza sulla carta interessante in un concentrato di tedio e frustrazione. Il sistema di controllo è incostante e impreciso, con collisioni farlocche, strani ritardi nell’esecuzione di una qualunque azione, e una fisica dei salti monca.  

Ci si domanda spesso se un appiglio sia reale o meno, mentre si scivola giù dalle pareti come se intrise di sapone, e la piroetta ha un feeling tremendo, poiché blocca il moto verticale di Kaku, ma non previene i danni caduta accumulati, e annulla l’inerzia facendoci cadere a picco. La barra della stamina poi è un ulteriore paletto alla nostra libertà di movimento, e non aggiunge nulla se non tempi morti per attendere che si ricarichi (sì, ci sono i funghi per accelerare il processo, ma è un palliativo a un problema che non dovrebbe esistere), ma la trovata peggiore è il game over con respawn presso l’ultimo punto di controllo visitato in caso di morte, e questo comprende anche immergersi fino alle caviglie. Peccato che l'acqua profonda non sia segnalata in alcun modo (se non incollando gli occhi sulla minimappa) e Kaku sia incapace di aggrapparsi ai bordi, cosa che lo vede spesso scomparire dallo schermo come se si fosse aperta una botola sotto i suoi piedi mentre passeggiava in quella che credevamo una pozzanghera. 

Il level design si sviluppa anche in verticale, e presenta un sacco di percorsi alternativi che il giocatore può intraprendere con un po' di fantasia, ma è come se la formula di gioco fosse stata confezionata appositamente per impedire ogni sperimentazione; è troppo rigida, troppo approssimativa, millanta una struttura open world ma se non si seguono le rotte principali basta una svirgolata (e non sempre a causa nostra) per essere sbattuti al punto di partenza. In soldoni, Kaku: Ancient Seal come platform non è divertente, nonostante si basi in gran parte su questo aspetto. 

Kaku: Ancient Seal, tentarle tutte per non azzeccarne una – Recensione PC

E se si prova a menare le mani la situazione non migliora, anzi. I nemici sono delle spugne, non reagiscono ai colpi e telegrafano malissimo i propri; hanno un’IA basilare, ma sono spesso in gruppo e attaccano tutti insieme senza ritegno, mentre Kaku non possiede in alcun modo gli strumenti per gestire più di una minaccia a schermo, a dispetto di un albero delle abilità da sbloccare tanto voluminoso quanto inutile. Anche qui le pessime collisioni si fanno sentire, in particolare contro i boss, con barre vita chilometriche e pattern che non coincidono con l’anteprima mostrata per “avvisare” il giocatore. L’idea di alternare tecniche leggere e pesanti per spezzare la guardia del bersaglio è interessante, ma il feedback degli attacchi è veramente brutto. Sembra di giocare a Devil May Cry 2, solo che le pistole fanno schifo. 

Si salvano giusto i puzzle dei templi, basilari, ma caratterizzati ogni tanto da qualche spunto che mette in moto i neuroni e premia movimenti rapidi e precisi, nei limiti del gioco s’intende. Non pervenuta la trama, con Kaku e Piggy (il nostro porcello da compagnia) che vantano zero alchimia tra loro due, e i dialoghi sono poco più di spiegoni verso la prossima meta; si cerca di montare la tensione nei momenti topici con filmati dal taglio cinematografico, ma le transizioni poco riuscite e il claudicante mixaggio audio rovinano sequenze altrimenti discrete. 

La veste grafica urla “Unreal Engine” da lontano un miglio, e non si è fatto molto per camuffarlo, ma alcuni scorci non sono affatto male e i design di personaggi e mostri tutto sommato funzionano. Le prestazioni però sulla 2070 Super del sottoscritto sono altalenanti, con continui caricamenti che fanno singhiozzare il frame rate e salti netti di 20-30 fotogrammi al passaggio da una configurazione grafica all’altra, sebbene le differenze non siano così marcate; c’è di mezzo Denuvo e nel dubbio diamo la colpa a lui. Comparto audio rotto, con fonti mal bilanciate che partono alla rinfusa, spesso con picchi random e fastidiosi (nei templi in particolar modo l’eco dell’acqua è assordante). Fino a qualche giorno fa le musiche dei livelli non ricominciavano una volta concluse, lasciando muto il sottofondo, ma è stato risolto con una patch, quindi ci auguriamo venga fatto lo stesso con gli effetti sonori. 

Kaku: Ancient Seal

Versione Testata: PC

3

Voto

Redazione

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Kaku: Ancient Seal

Kaku: Ancient Seal è uno di quei giochi che funzionano in video, ma poi inciampano male non appena si ha l’occasione di provarli con mano. La mole di meccaniche e opzioni al momento non è che uno specchietto per le allodole, visto che nulla funziona davvero, a partire dagli elementi fondamentali, per un’esperienza a tratti desolante. Riconosciamo l’impegno degli sviluppatori e la volontà di sistemare la loro produzione nel tempo, ma ora come ora Kaku non merita l’esborso richiesto su Steam. Il titolo è già stato aggiornato due volte dal day one, quindi non stupitevi se quanto lamentato nell'articolo non coincida con il suo stato corrente, e tenetelo bene a mente qualora decidiate di dargli una chance. Non sarà il nuovo Breath of the Wild o Super Mario Odyssey, ma ce lo vediamo a battagliare con un Ty the Tasmanian Tiger o un Kao the Kangaroo a caso; il potenziale c'è, a patto di aggiustare i problemi. E fidatevi quando vi diciamo che sono tanti. 

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